Scoperta base delle Br romane con un'enorme quantità di armi di Giuseppe Zaccaria

Scoperta base delle Br romane con un'enorme quantità di armi Un duro colpo inferto alla colonna terroristica della capitale Scoperta base delle Br romane con un'enorme quantità di armi ROMA — «E' la più importante base Br mai scoperta in questa città-. La dichiarazione del Comando generale dell'Arma non lascia margine a dubbi: con l'operazione dei giorni scorsi i carabinieri hanno inferto probabilmente un colpo molto duro alla «colonna romana» dell'organizzazione. I covi individuati fra lunedi e martedì scorsi sono due: del primo non si conosce ancora l'ubicazione; l'altro, il più importante, era in un appartamentino alla perferia Nord della città, in via Silvani 7, al Nuovo Salario. Altri due terroristi, Francesco Piccioni, di 29 anni, ed Enzo Bella, di 33, sono stati arrestati. Nell'appartamento, oltre a una impressionante massa di documenti, vi erano armi che collegano i brigatisti arrestati in questi giorni a due anni di agguati sanguinosi. Il fucile «a pompa» che uccise Varisco, le pistole che hanno sparato contro Vittorio Bachelet e Girolamo Minervini, la mitraglietta Fai e il mitra Sterling usati nell'assalto di piazza Nicosia. E ancora divise da ferroviere (quelle della rapina da mezzo miliardo al Ministero dei Trasporti), 50 milioni in contanti, bombe a mano, esplosivi, documenti falsi. Il «covo» di via Silvani è stato scoperto nella tarda matti¬ nata di martedì: sembra che Enzo Bella (un impiegato che conduceva una vita assolutamente normale) sia stato arrestato al suo interno, mentre Piccioni è stato bloccato poco più tardi, mentre bussava alla porta dell'appartamento. La scoperta è stata comunque solo l'ultimo atto di un'operazione che si stava svolgendo da giorni, e che solo l'assassinio a Napoli dell'assessore Amato ha fatto accelerare. Alla base dei nuovi arresti ci sono ancora una volta «confessioni» di terroristi o presunti terroristi. Sicuramente quella di Marino Pailotto, pregiudicato, in carcere dal dicembre scorso. Ma il livello del blitz lascia intuire che altre indicazioni sono venute da personaggi ben più importanti nell'organizzazione terroristica. I magistrati che hanno condotto l'operazione, il giudice istruttore Imposlmato e il pubblico ministero Sica, sono convinti che con gli arresti di questi giorni, e più ancora con quelli compiuti a Napoli, i vertici della «colonna romana» sono troncati. Bruno Seghetti, il romano arrestato dopo l'assassinio di Amato, viene indicato come il personaggio di maggior spicco del gruppo: forse il nuovo capo della «colonna romana», certamente un «co¬ mandante militare». A Luca Nicolotti, il torinese catturato con lui, viene attribuito un ruolo di rilievo pressocché identico. I primi riscontri stanno emergendo dagli interrogatori che Imposimato e Sica conducono ininterrottamente dall'altra sera. Ma è dai covo di via Silvani che probabilmente arriveranno le più grosse sorprese. ' La base era al primo piano di una palazzina: ieri ai cronisti è stato possibile vederla, sia pure rapidamente. Sulla porta, una targhetta con la scritta «Architetto Di Bella — studio progettazioni navali-. I vicini dicono di aver notato qualche volta un giovane (quasi certamente Enzo Bella) uscire su un terrazzino dell'appartamento per stendere dei panni. All'interno un piccolo ingresso, un saloncino traboccante di armi, munizioni, documenti, e una stanza da letto con sulla porta la scritta: «Prima di aprire togliere l'allarme». La cucina e il bagno erano chiusi. Sparsa un po' dappertutto, una mole enorme di materiale. Dieci fucili, una quindicina di pistole, trenta silenziatori costruiti artigianalmente, divise da ferroviere e da vigile urbano, quindici chili di polvere da mina. E ancora un tu¬ bo lanciarazzi, decine di carte d'identità e patenti in bianco, l'attrezzature per falsificarle, parrucche, targhe, macchine da scrivere, giubetti antiproiettile. Per raccogliere : documenti (fra cui una copia della «Risoluzione strategica elaborata all'Asinara) sono state necessarie una quindicina di casse. Per gli esperti dell'Antiterrorismo ci sarà da lavorare duramente, ma qualche indicazione emerge già con chiarezza: tra i fucili «a pompa» (quattro) uno è già apparso ai primi esami simile a quello che uccise Varisco. Fra le altre armi, due mitra di costruzione cecoslovacca «Kalashnikov» e un fucile mitragliatore «Fai». Il danaro potrebbe provenire dalla rapina del marzo scorso all'agenzia bancaria del ministero dei Trasporti. U resto, per ora, è fatto di notizie frammentarie sui due ultimi arrestati. Enzo Bella era fino a ieri assolutamente ignoto agli archivi dell'Antiterrorismo: non ha precedenti di alcun tipo, sembra svolgesse un'attività regolare Francesco Piccioni, ex pugile, è noto invece fin dal '68 come militante di «Potere operaio scivolato poi nell'area dell'Autonomia organizzata. Giuseppe Zaccaria

Luoghi citati: Napoli, Roma