Ricordano Arnaldi i 14 presunti Br processati a Genova

Ricordano Arnaldi i 14 presunti Br processati a Genova Un documento consegnato alla Corte Ricordano Arnaldi i 14 presunti Br processati a Genova GENOVA — Quinta udienza, ieri, alla corte di assise di Genova, al processo a carico di quattordici presunti brigatisti arrestati nel maggio dello scorso anno. Stavolta, esaurita la serie di eccezioni e di rinvìi (l'ultimo dei quali dovuto al suicidio dell'avv. Edoardo Arnaldi e all'arresto dell'avv. Fuga di Milano), il processo sembra essere entrato nel vivo. La prima parte dell'udienza è stata dedicata alla lettura delle deposizioni rilasciate in istruttoria da sei imputati che questa mattina non si sono comunque presentati. Cinque di loro avevano annunciato nella precedente udienza di rifiutare la difesa e di non voler più presenziare al dibattimento. Gli imputati in questione sono Enrico Fenzi, Isabella Ravazzi, Luigi Grasso, Massimo Selis e Walter Pezzoli. La corte ha letto anche la deposizione di un altro imputato, Silvio Jenaro, contumace al processo. In precedenza, l'avv. Giovanni Sordi, che difende l'imputato Marconcini, aveva chiesto alla corte di rinviare gli atti del processo al giudice istruttore, non essendo — a suo avviso — ammissibile lo stralcio di questa inchiesta dal processo a carico degli assassini dell'operaio Guido Rossa; ha chiesto inoltre la scarcerazione di tutti gW imputati per la scadenza dei termini di detenzione preventiva. La corte ha respinto l'istanza. Il processo è quindi proseguito con l'interrogatorio di Claudio Bonamici, Giorgio Motorni, Antonio De Muro, i fratelli Paolo e Lorenzo La Paglia e Mauro Guatelli. Questa mattina ci sarà l'interrogatorio degli altri imputati. Davanti al giudice istruttore, Fenzl, la Ravazzi, Grasso, Selis, Pezzoli e Jenaro hanno respinto ogni accusa in ordine ad alcuni fatti specifici che sono loro addebitati, definendo inoltre «provocatorie» alcune testimonianze d'accusa. Fenzi, in particolare, ha negato di conoscere Francesco Berardi, l'impiegato dell'Italsider scoperto mentre faceva il «postino» delle «Brigate Rosse» all'interno dello stabilimento e che, dopo alcuni mesi, aveva indicato proprio in Fenzi, sia pure senza farne il nome, il brigatista che gli aVeva dato l'incarico di «postino». Giorgio Moroni, uno degli imputati, ha chiesto di leggere in aula un documento firmato da lui e da altri due accusati. Mauro Guatelli e Claudio Bonamici. La richiesta non è stata accolta e il documento è stato acquisito comunque agli atti del processo. Nel documento i tre imputati sottolineano come la recente catena di arresti di avvocati che avevano assunto le difese sia loro che di altri, rappresenti «uno vera e propria provocazione statale». Dopo aver ricordato la morte dell'avv. Edoardo Arnaldi, i firmatari dichiarano che gli avvocati «superstiti» non rinunceranno al loro impegno politico e umano.

Luoghi citati: Genova, Milano