Incontro Giscord-Breznev di Livio Zanotti

Incontro Giscord-Breznev Incontro Giscord-Breznev (Segue dalla 1 ° pagina), prensione, fin dai primi convenevoli. Giscard ha chiesto a Breznev come fosse il tempo a Mosca, e il capo del Cremlino gli ha risposto che quest'anno a Mosca la primavera arriva con tre settimane di ritardo. E' intervenuto Gromyko: «L'Europa occidentale, quest'anno, non ha coìicesso il visto d'ingresso alla primavera, ecco perché la buona stagione arriva in ritardo da noi». Giscard ha ribattuto: «E' dall'Est che soffiano i venti gelidi...... E Breznev: «Il freddo, come tutti sanno, proviene dati 'A tlantico settentrionale». Breznev e il suo ministro degli Esteri, Gromyko, da una parte, e dall'altra Giscard con Jean Frangois-Poncet, hanno espresso senza mezze parole le rispettive opinioni sull'attuale situazione internazionale. «La spiegatone ha mostralo che le posizioni francesi e sovietiche erano lontane e restarlo lontane», ha detto Jacques Blot, rifiutando qualsiasi commento. Gli ho detto che il suo umore sembrava migliore prima dell'incontro. Ha replicato asciutto: «E' una sua impressione, non ini compete discuterla». Ho domandato allora se era stato fissato un nuovo appuntamento tra i due capi di Stato. «No, non per il momento», ha risposto. Ed ha spiegato: «L'incontro fia sottolineato la necessità di risolvere il problema afghano; Gromyko lo aveva già affermato a Parigi, Breznev lo ita ripetuto con insistenza. Ma solo la continuazione del dialogo potrà far progredire una soluzione politica». Breznev e Giscard hanno discusso anche degli ostaggi americani in Iran e delle Olimpiadi. Sulla partecipazione francese ai prossimi Giochi di Mosca, già annunciata, Giscard non avrebbe preso posizione, facendo tuttavia rilevare all'interlocutore che l'Urss non ha fatto molto per migliorare il clima internazionale e quindi incoraggiare maggiori adesioni. Ma la disparità di vedute più marcata è venuta fuori di fronte alla vicenda dell'ambasciata statunitense a Teheran. Lo stesso portavoce di Giscard ha detto che il presidente francese ha insistito perché ogni Paese, senza eccezioni, offra il proprio contributo alla soluzione della vertenza. Un modo, questo, per manifestare con garbo la sua insoddisfazione per l'atteggiamento sovietico. La proposta lanciata la settimana scorsa-dal Patto di Varsavia per un vertice mondiale dei capi di Stato, non convince Giscard d'Estaing. Ne ha discusso a lungo con il presidente sovietico, e anche con Gierek. «Il presidente francese ha dichiarato che è necessario proseguire l'esame ad alto livello delle cause di tensione nel mondo; ma ad una confereTiza generica, egli rie preferirebbe piuttosto una tra i soli dirigenti massimi dei Paesi piii direttamente interessati. Il vertice potrebbe essere realizzato nel 1981», ha spiegato Blot. «Tutto qui?», è stato allora chiesto da un giornalista tedesco. Per Giscard, stando ai collaboratori che lo hanno accompagnato, è già abbastanza. Ieri sera; lasciata Varsavia alle 17, era già in Lorena a festeggiare con i sostenitori il sesto anniversario della sua elezione. Questo impegno interno ha contribuito a rinfocolare polemiche e sospetti tra gli occidentali. Giscard ha forse compiuto una manovra elettorale? Niente affatto, hanno .risposto sdegnati i suoi a Varsavia. Blot ha insistito nel dire che Giscard è venuto a parlare a nome della Francia e non degli occidentali tutti e che se Muskie va ad incontrare Gromyko a Vienna, non si vede perché Giscard non possa venire a discutere con Breznev qui a Varsavia. Breznev, che è ripartito alle 15,30 con Gromyko, lasciando Giscard impegnato in un ultimo colloquio con Gierek nella residenza del leader polacco, sarebbe tornato a Mosca soddisfatto, ma solo in parte. Forse, come dicono alcune indiscrezioni uscite dagli ambienti diplomatici dell'Europa socialista, sia il presidente francese sia quello sovietico avevano sperato in un maggiore impegno dell'interlocutore per iniziative immediate. Ma l'incontro stesso rappresenta di per sé un successo per la diplomazia del Cremlino, Livio Zanotti