Sono divisi gli esperti americani sulle centrali nudeari in Italia di Bruno Ghibaudi

Sono divisi gli esperti americani sulle centrali nudeari in Italia Aperto a Roma il dibattito vivamente atteso Sono divisi gli esperti americani sulle centrali nudeari in Italia Le prime critiche allo «studio sulla sicurezza dei reattori nel nostro Paese, curato da tecnici Usa, giungono da uno specialista statunitense - E' tuttavia importante che lo scottante argomento venga discusso in pubblico con l'intervento di uomini di scienza ROMA — C'era molta attesa per il dibattito sullo «Studio sulla sicurezza dei reattori in Italia», una ponderosa indagine (oltre 500 pagine) effettuata dalla società americana di consulenza MHB Technical Associates di San José (California) su commissione dell'Associazione Amici della Terra e pagata dal Partito Radicale (circa 100 milioni), sul cui contenuto, abbiamo già riferito nei giorni scorsi. La presentazione dello studio è incominciata ieri, presso il palazzo della Regione Lazio, che ha patrocinato e sostenuto l'iniziativa, ritenendola di pubblico interesse in quanto consente alle Regioni e ai cittadini di acquisire informazioni precise per una decisione responsabile. L'atmosfera era corretta, distesa. Negli interventi d'apertura è stato ribadito più volte che lo «Studio» «non ha finalità polemiclie nei confronti del Governo, del Cnen, dell'Enel e dell'industria impegnata nelle realizzazioni nucleari». Ma la contestazione è chiaramente nell'aria. La posta in gioco è molto grossa. Accettare le conclusioni del rapporto, cosi come sono, significherebbe ammettere a carico dei responsabili quantomeno una leggerezza, tecnica e operativa, che potrebbe apparire come il paravento di colpe ben più gravi; significherebbe bloccare immediatamente la centrale di Caorso (duramente bersagliata dal rapporto) fino a quando non saranno stati attuati tutti gli interventi per aumentarne la sicurezza; vorrebbe dire fermare fino a chissà quando la costruzione della centrale di Montalto di Castro. Il primo siluro contro lo «studio» è arrivato ieri mattina, in perfetto sincrono con l'avvio dei lavori. Nel primo e settimo capitolo della relazione la MHB afferma di essersi avvalsa «anche dell'apporto della SAI», (Science Applications Inc.) di Palo Alto (California)». In un incontro con i giornalisti R. C. Erdman, vicepresidente della SAI, e Gene Hughes responsabile per l'ingegneria energetica, hanno invece sostenuto che la SAI si è limitata a fornire gli strumenti per i calcoli (un computer un tecnico e un programma di elaborazione -il «crac» — che è di dominio pubblico. I dati da elaborare sono stati invece forniti dalla MHB. Detto in altre parole significa che se i dati non sono attendibili, anche il risultato diventa inaccettabile. Hanno poi aggiunto che «gli elementi su cui si basano le conclusioni dell'analisi non vengono presentati — oppure non vengono precisati — in maniera sufficientemente circostanziata» . A loro giudizio lo «Studio» non rappresenta quindi un «documento tecnico», che «i dati risultano insufficienti» e «in alcuni punti vengono semplicemente assunti e non derivati da analisi». I due esperti hanno criticato anche la metodologia seguita per l'analisi definendo arbitrarie le estrapolazioni di dati ricavati da altre centrali. E hanno aggiunto di essere venuti a Roma di loro iniziativa, per partecipare ad un dibattito nel quale la loro società è comunque coinvolta. Ci sarà quindi un confronto fra tecnici «indipendenti», che non potrà non giovare alla causa della verità. In apertura dei lavori Giulio Santarelli, presidente della Giunta della Regione Lazio, ha criticato l'atteggiamento del governo su tutta la questione nucleare, stigmatizzandone la posizione sfuggente, quasi equivoca, nei momenti più rilevanti della problematica dell'energia. «Basti ricordare la leggerezza con cui ostato varato il primo piano energetico che prevedeva la costruzione di ben 20 centrali elettronucleari, i ritardi negli interventi più urgenti, fino all'indecisione con cui ancora oggi si continua a valutare i problemi della sicurezza». Santarelli ha quindi ribadito che la conferenza di Venezia sulla sicurezza ha suscitato più dubbi di quelli che avrebbe dovuto placare. Anche gli americani sostengono che i dispositivi di sicurezza devono essere potenziati, inasprendo i parametri di garanzia nelle costruzioni, regolando meglio i subappalti («per molti particolari di Caorso si è arrivati fino al 17 grado di subappalto»), aumentando i dispositivi di controllo, rivedendo i criteri per la formazione del personale (al fine di contenere le incidenze dell'errore umano) e sviluppando nuovi metodi per il monitoraggio e per la sorveglianza delle popolazioni vicine. «Non dobbiamo dimenticare che intorno a Caorso, in un raggio di 75 kin, vivono oltre 3 milioni e mezzo dispersone». Mario Signorino, presidente degli «Amici della Terra», ha sottolineato che nel nostro Paese un contraddittorio e un confronto tecnico sulle centrali nucleari non era mai stato fatto prima d'ora. «Negli ultimi quattro annidi contese l'informazione al pubblico non è cresciuta, soprattutto qualitativamente, neppure dopo la conferenza di Venezia, n nostro scopo è quello di far circolare dati precisi, e per questo abbiamo fatto ricorso a tecnici stranieri, indipendenti dall 'industria ». Il prof. Floriano Villa presidente dell'Associazione Nazionale Geologi Italiani, ha ricordato che in Italia l'allucinante carenza di mezzi e di organici rende molto difficile impostare una disamina obbiettiva della situazione geologica, geostrutturale, geosismica e idrogeologica dell'area di Caorso. Il progetto della centrale ha quindi risentito di grosse lacune di conoscenza geonaturale difficilmente sanabili con interventi-tampone eseguiti a posteriori. Bruno Ghibaudi IIIIIIIIMMIMIIIIIIIIIIHMIMIIIIIIIIMMIIHIIIHUM

Persone citate: Erdman, Floriano Villa, Gene Hughes, Giulio Santarelli, Mario Signorino, Santarelli, Sono