Un manager senza sospetti

Un manager senza sospetti Un manager senza sospetti con cui aveva buoni rapporti, annodò strette relazioni con i grandi azionisti privati di Foro Bonaparte ma l'operazione non gli riuscì. Gli rimase, però, l'appoggio di Carlo Pesenti che lo sistemò alla presidenza della Bastogi con il compito di riorganizzare completamente la finunziaria più illustre ma anche la piùsclerotizzata d'Italia ( «la gallina dalle uova di pietra» era stata ribattezzata alludendo alle sue partecipazioni e alla mancanza di iniziativa). Sulle sue doti manageriali i pareri sono contrastanti: c'è chi sottolinea che ha fatto parte del vertice Eni e Montedison proprio negli anni di crisi di questi gruppi e conclude che anche alla Bastogi la sua azione non è servita a risollevare le sorti della società, e chi invece sostiene che, al contrario. Grandi è stato uno dei pochi dirigenti da assolvere sia nella gestione Eni che in quella Montedison. Unanime invece è il riconoscimento della sua personalità: i sospetti che hanno circondato il tandem Cef is-Corsi all'Eni e alla Montedison non lo hanno mai sfioralo e chi ha lavorato con lui ne conserva un buon ricordo. •E' un uomo che sa accattivarsi le simpatie dei suoi collaboratori», spiega un dirigente Montedison che lo rimpiange proprio sotto il prof ilo dei rapporti personali. m. Do. MILANO — Alberto Grandi è un ingegnere elettronico di 56 anni che torna all'Eni dove ha lavorato per i primi venti anni della sua carriera (entrato alla Snam, subito dopo la laurea presa a Milano, nel febbraio 1950, è passalo alla holding dieci anni dopo salendo fino al grado di direttore generale nel 1968, incarico che ricopriva quando nel 1971 passò alla Montedison). Si è sempre occupato dei problemi della gestione industriale sia all'Eni che alla Montedison dove è stato amministratore delegato nella fase C'efis e vice-presidente in quella Medici. Dalla Montedison venne via proprio perché il riordino della società imponeva che ogni scelta gestionale venisse avallata dal responsabile finanziario Mario Schimberni, il garante della politica della lesina imposta da Mediobanca e dai principali azionisti di Foro Bonaparte dopo il collasso del triennio 1975-77 chiusosi con la perdita record di oltre 500 miliardi. Grandi si trovò quindi ad essere il numero tre, dopo Medici e Schimberni, avendo invece aspirato ad essere il numero uno. Per diventare presidente della Montedison chiese l'appoggio di Eugenio Cefis, sollecitò l'interessamento dei politici de ( Grandi è un cattolico credente e un simpatizzante democristiano)

Persone citate: Alberto Grandi, Bonaparte, Carlo Pesenti, Eugenio Cefis, Mario Schimberni, Schimberni

Luoghi citati: Italia, Mediobanca, Milano