Danzano le passioni raccontate da Lorca di Luigi Rossi

Danzano le passioni raccontate da Lorca CON LA COREOGRAFIA DI CULLBERG Danzano le passioni raccontate da Lorca MILANO — Dalle brume nordiche della Signorina Giulia, recentemente proposta alla Scala, Birgit Culìberg è scesa alle torride passioni andaluse di Bernarda Alba nel nuovo spettacolo della sua compagnia al Nazionale. Perla verità la translitterazione coreografica della tragedia di Garda Lorca non è firmata da lei. ma dal figlio Mats Ek che condivide con la madre la direzione artistica del complesso svedese. Ek ha talento e idee, ma non di rado registra cadute di gusto ed ingenuità coreograficlie. E' il caso di San Giorgio e il drago su un confuso collage di musiche pop e folk. Si tratta di un apologo sull'imperialismo die cerca di sottomettere popoli e culture orientali. La trasparente polemica anti-americana è esemplata dal protagonista (lo stesso atletico Ek) nelle vesti di una sorta di goffo «marine» che combatte un pittoresco drago da teatro Kaburi. impersonato da Lue Bouy con antenne e stendardi. Infine la principessa (l'eccellente Ana Laguna) sembra uscita dal cabaret vecchia maniera. La contaminazione tra una sorta di forzuto Spar/- % taco alla sovietica. l'Opera di Pechino e l'espressionismo mitteleuropeo non sempre riesce a raggiungere una cifra unitaria ed è spesso gravata da oscuri simbolismi. Risultati molto più convincenti Ek raggiunge nel più recente La casa di Bernarda condotto su un assemblaggio di musicìie spagnole per chitarra e di pagine organistiche di Bach. Quest'ultimo autore appare ideale per commentare il delirio barocco di Bernardo, soprattutto nella scena dell'estasi erotico-mistica alla Teresa d'Aviìa davanti al Crocifisso. Alla secchezza da «documento fotografico» di Lorca, Ek contrappone un violento espressionismo, tradotto in danza acrobatica, che nella protagonista assume caratteristiche di forza tali da giustificare l'impiego di un danzatore «en travesti» (l'efficace Lue Bouy). Il gineceo luttuoso delle ragazze, accanto all'ancora egregia Ana Laguna, vede tre italiane in bella evidenza tecnica e interpretativa. Sono Daniela Malusardi, Monica Mengarelli e la torinese Pompeo Santoro, già rivelata come promessa a Spoleto. In questo programma milanese Birgit Culìberg era assente con sue creazioni. In compenso ha dato credilo come coreografo a Lue Bouy con la novità Tnrough black and white. che è risultata un'autentica delusione. Banale vaneggiamento onirico su una musica insignificante di Ragnar Grippe, finisce con un nudo gratuito e indisponente e non si riscatta con la buona esecuzione di sei forti interpreti. Luigi Rossi

Luoghi citati: Lue, Milano, Pechino, Spoleto