Respinto ricorso di un licenziato

Respinto ricorso di un licenziato Dovrà pagare 600 mila lire di spese Respinto ricorso di un licenziato Avrebbe minacciato un superiore e costretto un capo a sfilare in corteo con bandiere rosse Il pretore del lavoro Gandolfo ha respinto ieri il ricorso di Andrea Papaleo. uno dei 61 licenziati Fiat, e l'ha condannato a pagare 600 mila lire per spese processuali. Si va cosi dipanando lentamente l'intricata matassa, le cui tappe principali sono state la sentenza del pretore Converso che ha dichiarato nulli i primi licenziamenti e il decreto del pretore Denaro con il quale respinse l'accusa di «comportamento antisindacale» della Fiat, mossa dalla Firn provinciale. Dopo rette mesi di alterne vicende processuali la situazione, seppur lontana dal concludersi, si è in parte decantata. Circa metà degli operai ha accettato il provvedimento aziendale rinunciando a fare causa. Nove, difesi da un collegio legale «alternativo», sono attualmente a giudizio davanti al pretore del lavoro Violante: altri cinque hanno fatto ricorso al magistrato, patrocinati da un secondo «collegio alternativo» ; i rimanenti, difesi dagli avvocati della Firn, chiedono la riassunzione e i loro processi sono scaglionati nei prossimi mesi. Di questi finora solo due sono andati a sentenza. La prima è quella che ha dato ragione a Riccardo Braghin (la Fiat ha già presentato appello): la seconda, ieri, ha condannato Andrea Papaleo (anche il sindacato ricorrerà al tribunale). In cinque udienze la Fiat (avvocati Borsotti e Bonamico) ha confermato gli addebiti che avevano portato al licenziamento: minacce a un superiore, blocco delle fosse di convergenza, capi costretti a sfilare in corteo con bandiere rosse durante la vertenza contrattuale. La difesa (avvocati Rogolino e Villani) ha negato alcune delle accuse ed ha cercato di ridimensionarne altre. Il giudice ha interrogato i testimoni. Ieri i legali hanno tratto le conclusioni cercando di tirare l'acqua al proprio mulino (in apertura Papaleo aveva rifiutato l'ipotesi di transazione ritenendo le sue ragioni «sufficientemente provate in causa»). L'avv. Villani ha preso in esame gli aspetti tecnico-giuridici già proposti nel processo Braghin e. in quello per «comportamento antisindacale» e l'avvocato Rogolino ha sostenuto che il discorso del clima in fabbrica è una montatura: «/ capi sapevano e riferivano. In realtà siamo di fronte ad una scelta aziendale di carattere strategico: lasciar correre, tenere un comportamento morbido». I legali Fiat hanno risposto su ogni punto soffermandosi in particolare sulle minacce. Ed è stata questa la carta vincente. Il Papaleo, per ora. non sarà riassunto, e dovrà pagare 600 mila lire di spese. fr. bu.