Vicecapo dei Servizi segreti di Silvana Mazzocchi

Vicecapo dei Servizi segreti Vicecapo dei Servizi segreti (Segue dalla 1 " pagina) tro Isman» e continua scrivendo che quanto è avvenuto fa cadere «ogni ragione in precedenza adottata per giustificare la detenzione del giornalista». Il processo a Fabio Isman comunque dovrebbe svolgersi non oltre venerdì prossimo quando scadranno i termini per la direttissima. In aula comparirà anche Silvano Russomanno. Silvano Russomanno. nominato vicecapo del Sisde nell'ottobre 1977, quando il governo istituì i nuovi organi per la sicurezza (oltre al Sisde, esiste il Sismi che si occupa della sicurezza militare e dipende dal ministero della Difesa) è un personaggio reso popolare dall'inchiesta sulla strage di piazza Fontana. All'epoca, Russomanno faceva parte dell'ufficio Affari riservati del ministero dell'Interno, diretto nel '69 da Elvio Catenacci. Furono due gli episodi che fecero entrare l'allora vicequestore nelle cronache delle prime istruttorie sulla strage di Milano e il suo contributo, alla luce della sentenza sulla strage, non fu proprio «prezioso». Già nella requisitoria del giudice Emilio Alessandrini (il magistrato ucciso da Prima linea nel gennaio '79) Russomanno è ricordato come colui che inviò due campioni della borsa in vilpelle ritrovata nella Banca Nazionale dell'Agricoltrura alla polizia federale Tedesca per accertamenti. Un'iniziativa che contribuì a indirizzare le indagini a senso unico sulla pista anarchica e contro Pietro Valpreda. Interrogato nel '73 Russomanno affermò di non ricor- dare molto in proposito, ma aggiunse: «I campioni mi vennero consegnati presso l'ufficio politico». Quei due pezzetti di pelle insomma erano stati inviati in Germania dalla polizia senza che la magistratura venisse avvertita e la circostanza costò l'incriminazione per «occultamento di corpo del reato» ali'allora capo dell'Ufficio Affati riservati, Catenacci, e al capo dell'ufficio politico, Allegra, i quali vennero in seguito amnistiati. Il secondo episodio è raccontato nel libro «Processo al processo» di Andrea Barberi. Silvano Russomanno depone dinanzi al giudice romano Cudillo il 16 luglio 1970, sette mesi dopo la strage, e raccon- ta dell'esistenza di un verbale di ritrovamento (scritto peraltro su carta semplice senza data) secondo il quale in una borsa rinvenuta alla Comit di Roma (dove il giorno della strage era esplosa una bomba) fu sequestrato un vetrino colorato del tipo di quelli usati dagli anarchici del gruppo di Pietro Valpreda per costruire lampade Liberty. Contemporaneamente all'interrogatorio di Russomanno, dal Palazzo di Giustizia di Roma, dove all'epoca veniva condotta l'inchiesta, fu fatto uscire il testo di quel verbale di ritrovamento del vetrino e alcuni giornali —anche tra i più innocentisti — ebbero modo di scrivere che «gli anarchici avevano lasciato la firma» sul luogo delle bombe. L'arresto del vicecapo del Sisde ha già provocato molte reazioni negli ambienti politici: ci sono state interrogazioni di vari deputati. Ieri sera a Palazzo Chigi si è riunito il Comitato interministeriale per la sicurezza (Cis), presieduto dal sottosegretario Franco Mazzola, essendo Cossiga impegnato in un'altra riunione. Sempre a tarda sera si sono iniziati i lavori del Comitato parlamentare di controllo per i servizi di sicurezza sotto la presidenza dell'onorevole Pennacchini. Il Comitato era stato convocato dal vicepresidente senatore comunista Ugo Pecchioli. Silvana Mazzocchi

Luoghi citati: Cis, Germania, Milano, Roma