E adesso l'America aspetta una valanga di fallimenti

E adesso l'America aspetta una valanga di fallimenti Dopo la «stretta» è in arrivo la recessione E adesso l'America aspetta una valanga di fallimenti Questo è il risultato di un lungo giro per gli Stati Uniti fatto cercando di confrontare, nella realtà dì Stati lontani da Washington e da New York, i dati economici e finanziari dell'incalzante recessione. Confenne di caduta pesante abbiamo avuto visitando i centri in cui è importante la produzione di auto: atmosfera da Torino degli anni neri. Conferme visive anche nei molti cantieri edili chiusi che si incontrano percorrendo il Paese. In effetti, contro una necessità di 2.5 ìnilionì di nuove case, la previsione per il 19S0 è largamente sotto il milione. Oasi di grossa attività a Seattle, dove la Boeing fatica a smaltire le commesse, e analogamente in California per la General Dynamic. Il settore della difesa tirerà per anni. Ma in questo Stato floridissimo si avverte la crisi in altri importanti settori. I rivenditori di aerei privati hanno alleggerito al massimo i magazzini a causa dell'alto costo del denaro: Cessna Aircraft, la maggiore del settore, ha già tagliato il dividendo. Stesso fenomeno per i motoscafi e le grandi barche a vela: milioni di natariti nel Paese. Bangor Punta, leader in materia, è in crisi. Per il traffico, benché intenso, motel, hotel e ristorniti vicini alle autostrade, denunciano forti cali. Guai, dungue, per i vari Denny's, McDonald's, ecc. Sui giornali il «leit-motiv» sembra «l'Iran è lontano, la recessione è già in casa». Crisi, dunque, senza dubbi. A New York incontro taluni tra i più qualificati economisti e «money-managers» di grandi Case finanziarie e banche; J. Gows e R. Salomon, partners di Salomon Brothers; S. Nabi, partner di Lazard Frères; E. North, della Morgan Guaranty; infine, in giro per l'Europa, R. Moor e D. Huhn, economisti e strategisti presso Becker Secùritiesa Chicago. Le previsioni sui mercati per il 1980 variano in un ampio spettro: dal pessimismo acuto di Salomon e Becker, al lieve ottimismo di Lazard e Morgan. Su taluni punti economici, tuttavia, concordano tutti; sicché, se da questa concordanza una conclusione andava tratta, non poteva die essere negatii-a; simile cioè a quella già avanzata nei mesi scorsi. Sintetizziamo. dunqu<. i punti più importanti. 1) La prima grande preoccupazione viene dal consumatore. Spaventato dall'inflazione, ha speso a rotta di collo e si è indebitato. Il tasso di risparmio, sceso al di sotto del 4 per cento del reddito, è ai minimi storici. Dùnque, gran frenata del consumo nei mesi a venire e gran colpo alla produzione e all'occupazione. Le uniclie aree, di supporto. le spese di capitale delle aziende per completamento di programmi e quelle della Difesa, non sono sufficienti a controbilanciare il fenomeno. 2) La seconda spina è rap- Antonello Zimino (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Becker, Becker Secùritiesa Chicago, E. North, J. Gows, Lazard, R. Salomon, Salomon Brothers

Luoghi citati: America, California, Europa, Iran, New York, Seattle, Stati Uniti, Torino, Washington