Prima linea: il magistrato conferma I'accusa contro Marco Donat-Cattin

Prima linea: il magistrato conferma I'accusa contro Marco Donat-Cattin Dopo i nuovi arresti e la scoperta di altri covi a Torino e Milano Prima linea: il magistrato conferma I'accusa contro Marco Donat-Cattin Contro il giovane è stato spiccato un mandato di cattura - Alcuni terroristi «pentiti» lo avrebbero indicato come uno degli organizzatori dell'omicidio Alessandrini - Individuata a Milano la base dei killer* del giudice: altre persone in carcere - Sono stati identificati anche gli assassini di Guido Galli TORINO — La magistratura conferma, seppure con un lungo giro di parole, che è stato spiccato mandato di cattura contro Marco Donat-Cattin. figlio del vice segretario della de. In questura i funzionari dellaDigosdicono: «Abbiamo arrestato altre persone a Milano e scoperto un nuovo covo a Torino. I kiìlers di quasi tu lti i delitti connnessi in Piemonte e Lombardia da Prima Linea sono individuati e soltanto qualcuno è latitante». Una banconota trovata giovedì in un minialloggio di via Staffarda («base logistica dell'organizzazione») in borgo S. Paolo forse porterà (o ha già portato) agli autori del sequestro del duca Massimiliano Grazioli di Roma, rapito il 7 febbraio '77 e mai più restituito ai familiari nonostante il pagamento di un miliardo di riscatto. Identificati i killers che hanno ucciso a Milano i giudici Emilio Alessandrini (29 gennaio 1979) e Guido Galli (19 marzo 1980). Un «grosso sequestro» avvenuto a Torino non è stato compiuto soltanto dalla malavita come si credeva fino a ieri ma è stato «gestito» da terroristi di Prima Lìnea. Parla anche «Ivan», alias Fabrizio Giai, uno degli «strateghi militari» di Prima Linea Queste in sintesi le notizie e le indiscrezioni non smentite raccolte in un'altra giornata calda per gli inquirenti che fanno la spola tra Torino e Milano. L'inchieta prosegue a pieno ritmo, in questura promettono: «Tra un paio di giorni saprete nomi, e molte cose che oggi non possiamo dire». Logico dedurre che l'operazione è agli sgoccioli. Aggiungono: «Saprete anche chi sono quelli che hanno sparato a Torino e altrove». Marco Donat-Cattin — Il giovane è introvabile. Latitante? Nessuno smentisce. Conferma indiretta invece sul mandato di cattura per partecipazione e organizzazione di banda armata, spiccato nei suoi confronti. Ieri in un breve incontro con i magistrati dell'ufficio istruzione un giudice ha ricordato ai cronisti che «uri parente convocato come teste può no7i rispondere se il figlio o il marito risultano indisiati oppure imputati». Il richiamo al codice di procedura penale 6 stato fatto a proposito della convocazione (avvenuta mercoledì scorso) della madre e della moglie separata di Marco Donat-Cattin: entrambe si erano astenute dal rispondere alle domande del magistrato. Chi ha fatto il nome di Donat-Cattin in questa delicata fase del blitz di maggio? Lo studente che da una settimana sta raccontando tutto di Prima linea (anche ieri sera lo hanno interrogato in questura) ha indicato nel giovane figlio dell'ex ministro uno degli organizzatori di punta della «colonna» torinese, «pendolare» clandestino dal '77 in poi tra Torino e il capoluogo lombardo. Altri terroristi più o meno pentiti hanno fatto riferimento a lui a proposito di alcuni episodi di violenza. E c'è chi lo colloca tra coloro che hanno organizzato l'uccisione del giudice Alessandrini. Delitto Alessandrini — Scoperto un «covo importante» a Milano, la base dalla quale sarebbero partiti i killers per uccidere il magistrato: a mezza bocca lo hanno ammesso ieri in questura. E' stato confermato che gli (assassini del giudice sono individuati. Dunque ai detenuti Claudio Vaccher, Bruno Russo Palombi e al latitante Marco Fagiano (torinese, da tempo indiziato del delitto), oggi si dovrebbe aggiungere il nome di Marco Donat-Cattin e forse di Nicola Solimano. Individuati pure i componenti del commando che uccise Guido Galli in un corridoio dell'università statale di Milano: nessuna indiscrezione è filtrata sui responsabili. Sequestri — Nel covo di via Staffarda a Torino, in casa dei coniugi Claudia Zan e Lorenzo Moda, arrestati con Giuseppina Sclarilli da due anni in clandestinità, è stata trovata una banconota da centomila lire proveniente dal miliardo pagato invano per il rilascio del duca Massimiliano Grazioli. Uno spiraglio sul sequestro avvenuto a Roma nel febbraio '77. Pareva una storia di malavita, invece la matrice del rapimento (l'ostaggio non è stato restituito ed è probabile che sia morto) potrebbe essere politica. Il dott. Fiorello della Digos ha parlato, ieri, di un altro sequestro avvenuto a Torino. Di rapimenti che abbiano avuto qualche legame con il terrorismo c'è solo quello Navone. L'impresario Giuseppe Navone rapito il 18 marzo '77 in seguito abbandona la costruzione del carcere, perché minacciato dai terroristi. Il 13 feb-1 braio 1979 una decina di persone entrano negli uffici dell'impresa e incendiano i locali: il nipote di Giuseppe Navone. Marco, è tuttora gravemente ustionato. Sappiamo ora, perché l'ha confessato uno dei catturati che l'attentato è stato compiuto da un gruppo di «Prima Linea» composto prevalentemente da giovani ancora inesperti e guidati da Fabrizio Giai. In quella occasione un paio di terroristi avevano rischiato di rimanere imprigionati negli uffici in fiamme Pier Paolo Benedetto