I prezzi del greggio resteranno nel caos

I prezzi del greggio resteranno nel caos Mancato accordo al vertice di Taif I prezzi del greggio resteranno nel caos TAIF (Arabia Saudita) — La riunificazione dei prezzi del petrolio non sarà realizzata a breve scadenza. Il documento predisposto dalla commissione strategica dell'Opec e sottoposto per l'approvazione al vertice di Taif (al quale non ha partecipato il ministro nigeriano) è stato approvato solo da 9 Paesi su 13, mentre i rimanenti 4, tra i quali figurano «l'Iran, la Libia e l'Algeria» come ha detto il ministro iraniano Moinfar lo hanno bocciato. ' Il documento indicava le linee strategiche della politica dei prezzi Opec nel lungo periodo e suggeriva di fissare «al più presto un prezzo base minimo, al quale applicare, aggiustamenti trimestrali per coprire l'inflazione internazionale». Suggeriva inoltre di usare nella fissazione dei prezzi non più solo il dollaro, ma un paniere di nove monete denominato «Ginevra uno». Per proteggere infine le economie dei Paesi industrializzati da eccessivi rincari del greggio la commissione strategica dell'Opec. composta dai ministri dell'Arabia Saudita, del Venezuela, dell'Iran dell'Iraq. dell'Algeria del Kuwait e presieduta dallo sceicco saudita Yamani, proponeva nel rapporto di dosare gli aumenti dei prezzi in funzione della crescita delle economie dei Paesi industrializzati. L'azione dei falchi (i Paesi Opec più intransigenti) ha però ancora una volta resi vani gli sforzi dei Paesi più moderati che. guidati dal mini-' stro Yamani, hanno cercato di riunire le quotazioni, ora variabili dai 26 dollari del pe¬ trolio saudita ai 35 di quello libico e iraniano, su un livello medio di 30-32 dollari. Lo sceicco Yamani ha detto che «è stato raggiunto il massimo accordo possibile sui principali argomenti in discussione». A rendere impossibile l'accordo ha contribuito anche la particolare situazione dell'Iran. La produzione di questo Paese, in seguito all'aumento del prezzo a 35 dollari il barile e alle difficoltà politiche, sarebbe scesa dai 7,5 milioni di barili il giorno dei tempi dello Scià a un milione 300 mila barili. Tra Iran e Libia nei giorni scorsi c'era stato un accordo per premere affinché gli altri produttori si allineassero su alti livelli di prezzi poiché in caso contrario le difficoltà a vendere da parte di Teheran potrebbero portare il Paese alla bancarotta. Il fronte dell'intransigenza non è riuscito nel proprio intento ma non ha neppure accettato di allinearsi alla maggioranza per un sistema di «scala mobile» per regolare i prezzi in futuro.

Persone citate: Yamani