È reato pretendere la cauzione per le bombole del gas in casa

È reato pretendere la cauzione per le bombole del gas in casa Lo ha affermato (in una sentenza) il pretore di Roma È reato pretendere la cauzione per le bombole del gas in casa DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La pretesa dei rivenditori e dei produttori di bombole di gas per uso domestico di farsi consegnare dagli utenti un deposito cauzionale è del tutto illegittima. Il principio, al quale d'ora in poi le società dovranno adeguarsi rinunciando ad introiti che sono stati valutati in decine di milioni, è stato stabilito ieri dal pretore di Roma. Gianfranco Amendola, che ha chiuso con una sentenza di condanna il processo contro l'amministratrice della «Ultragas», rinviata a giudizio per aver preteso dai rivenditori delle bombole una cauzione di consegna. Il processo, che si è esaurito in poche battute, ha consentito comunque di accertare che altre società produttrici o distributrici di gas liquido, alcune delle quali di rilevanza nazionale (come la «Liquigas», la «Novogas» e la «Pibigas») da anni percepiscono a titolo di cauzione somme di danaro non solo da parte dei rivenditori autorizzati, ma anche dai loro clienti. Contro i responsabili di queste società il pretore ha aperto un nuovo procedimento per il reato già contestato alla amministratrice della «Ultragas». cioè la violazione della legge del 2 febbraio 1973, secondo la quale l'unico onere a carico dell'utente è di restituire la bombola una volta usata, o di ri¬ fonderne il valore in caso di mancata restituzione. Per 1 responsabili della società potrebbe però profilarsi un'ipotesi di reato più grave, quella di estorsione, che sarebbe di competenza della Procura della Repubblica. Come ha sostenuto ieri in udienza il pubblico ministero. Roberto Cimorelli. la prassi instaurata dalle società produttrici tende a eludere la legge e in certi casi potrebbe essere una vera e propria estorsione, giacché impone all'utente 11 pagamento di una somma non dovuta con la minaccia di lasciarlo senza il necessario gas per uso domestico. La vicenda, che interessa decine di migliaia di famiglie, ha preso avvio da una denuncia presentata da un cittadino romano contro la società «Pibigas». Il pretore aveva disposto una serie di accertamenti sull'attività delle principali ditte produttrici e distributrici e la Guardia di Finanza, nei giorni scorsi, aveva trasmesso al magistrato il primo rapporto sulla società «Ultragas». L'amministratrice di questa ditta, la signora Maria Mattarelli, è stata immediatamente rinviata a giudizio. Respingendo la tesi del difensore dell'imputata, secondo il quale la legge del 1973 sarebbe da considerarsi inoperante per la mancata pubblicazione del regolamento di esecuzione, il dottor Amendola ha condannato la Mattarelli a due milioni di ammenda, ordinando contemporaneamente la sospensione per due mesi della licenza di fabbricazione e di rivendita delle bombole di gas.

Persone citate: Amendola, Gianfranco Amendola, Maria Mattarelli, Roberto Cimorelli

Luoghi citati: Roma