«Mia madre era l'unica che mi capiva 10 l'ho uccisa e non so il perché»

«Mia madre era l'unica che mi capiva 10 l'ho uccisa e non so il perché» Interrogato dal giudice Luca Casati, l'omicida di Renate «Mia madre era l'unica che mi capiva 10 l'ho uccisa e non so il perché» 11 diciottenne è stato preciso nel ricostruire i gesti che aveva compiuto la domenica del delitto, ma non è riuscito a ricordare nulla di quanto gli passava in mente mentre colpiva MILANO - Il più affezionato quello che restava con la mamma a chiacchierare e a bere il tè oppure con lei davanti al televisore per interi pomeriggi: Luca Casati, il diciottenne di Renate che ha ucciso la madre. Orietta Ballabio con un martello da roccia, non sa spiegare perché lo ha fatto. Interrogato per cinque ore dal sostituto procuratore del tribunale dei minori Pierangelo Guerriero, Luca ha pianto ogni volta che il giudice cercava di scavare nei suoi rapporti con la madre. Preciso nel ricostruire i gesti che aveva compiuto la domenica del delitto, non è riuscito a ricordare nulla di quanto gli è passato nella mente mentre colpiva la madre. «Come un salto nel buio» ha commentato il suo avvocato difensore, Raffaele Della Valle che ha assistito all'interrogatorio. Il colloquio, proprio perché Luca al momento del delitto era minorenne, non era incentrato sull'accertamento della dinamica dei fatti ma molto di più sulla personalità del ragazzo che sarà sottoposto a perizia psichiatrica. Un delitto immotivato, secondo gli inquirenti che può trovare spiegazione solo nella patologia medica. «Luca Casati è un ragazzo dal carattere molto chiuso» racconta l'avvocato Della Valle; «la madre era la sola persona che lo capiva, che parlava a lungo con lui. che lo aiutava nei momenti difficili». Questo rapporto, cosi intimo e amichevole, ò rievocato con parole commosse anche dal giovane omicida. Era il suo prediletto «ma l'Ito colpita lo stesso» ha detto al magistrato. Luca sembra essere tornato più sereno: «Voleva molto bene alla madre, confessando il suo delitto, si se ntc apparentemente sgravato del rimorso di coscienza» dice ancora l'avv. Della Valle. Un peso che doveva essere talmente insopportabile che il giovane aveva pensato di rivelare tutto al magistrato di Monza prima del suo colloquio coi carabinieri il 18 aprile, il giorno della confessione. E' stato trovato nella sua camera, in un cestino della carta straccia un foglio, fatto in cento pezzetti nel quale Luca raccontava come aveva ucciso la madre. Poi aveva avuto paura e rimandato il momento della rivelazione. Ma i particolari contenuti in quella lettera sono gli stessi che poi ha descritto nel suo lungo racconto ai giudici. Quel giorno Luca esce dalla casa dei nonni verso le 12,30, e va al Bar Sport di Barzanò. un paese poco distante; gli amici e suo fratello gemello Marco pensano di andare alla partita a Milano. Luca decide di rimanere, saluta gli amici fissa l'appuntamento per la serata e resta tranquillo al bar. Beve un paio di bicchierini di liquore, si «fa uno spinello». Torna a casa. La madre è seduta sul divano, sferruzza e guarda la televisione. A questo punto Luca va in camera sua, prende il martello da roccia, torna in salotto e colpisce la mamma, più volte con ferocia. Poi tenta maldestramente di far credere a un suicidio e con un coltello da cucina, le recide i polsi. Porta via l'arma del delitto e va in un altro bar da dove telefona alla sua ragazza. Lascia trascorrere il resto del pomeriggio e verso sera è proprio lui a rientrare per primo a casa e a ..scoprire» il cadavere. La perizia psichiatrica forse potrà spiegare qualcosa sulla personalità di Luca, riconducendola magari a un precedente familiare: l'internamento in manicomio della nonna paterna per ordine del tribunale di Lecco «perchepericolosa a sé e agli altri». Emanuela Campari

Persone citate: Della Valle, Emanuela Campari, Luca Casati, Orietta Ballabio, Pierangelo Guerriero, Raffaele Della Valle

Luoghi citati: Barzanò, Lecco, Milano, Monza, Renate