La liquidazione è d'oro ma intanto non arriva

La liquidazione è d'oro ma intanto non arriva Il caso dell'ex pilota deirAeritalia La liquidazione è d'oro ma intanto non arriva Il capo collaudatore chiede 800 milioni L'Inps non paga; la causa si trascina - E il pensionato non vede da mesi una lira ' L'ex pilota dell'Aeritalia continuerà, per ora, ad aspettare la sua «pensione d'oro». Il pretore dell'esecuzione Ruschena ha infatti accolto la tesi dell'Inps: la sentenza di primo grado non fornisce elementi sufficienti per calcolare esattamente la cifra dovuta. Zero lire quindi, per il lavoratore, in attesa della sentenza d'appello. La storia è nota. Pietro Paolo Trevlsan. capo collaudatore, 52 anni di età, 31 di servizio (difeso dall'avv. De Donato), lasciando l'azienda chiese al fondo-volo presso l'Inps la definizione del proprio trattamento pensionistico in base alle norme vigenti per i dipendenti del trasporto acreo. Si trattava di una pensione annua di circa 62 milioni (pari ad oltre 4 milioni 700 mila lire al mese) che corrispondono alla metà della pensione totale e della capitalizzazione della residua, metà dalla quale dovevano essere detratti 203 milioni di tasse. In totale, 800 milioni. Dopo un'inchiesta del ministero del Lavoro, l'Inps fu invitata a definire positivamente per il Trevlsan la questione. Ma l'Istituto nazionale previdenza sociale rifiuto di pagare la super-liquldazlone sostenendo un cavillo giuridico. Il «pilota d'oro» rispose con un ricorso al pretore del lavoro che, nel novembre scorso, gli diede ragione. L'Inps presentò appello e continuò a non pagare. Il legale del pensionato si rivolse allo-, ra al pretore dell'esecuzione per ottenere subito gli 800 milioni dovuti, pignorando contemporaneamente il conto dell'Inps presso 11 San Paolo. L'Istituto di previdenza si oppose ricono- scendo il diritto, ma sostenendo che «il titolo non è eseguibile non essendo stato determinato l'ammontare della cifra dovuta al Trevisan». Ieri il pretore ha dato ragione all'Inps: una sentenza interlocutoria in attesa del giudizio d'appello. L'ultima parola è quindi al tribunale del lavoro. Senza voler anticipare giudizi, resta un fatto obiettivo, l'atteggiamento vessatorio di cui il ricorrente è vittima. Trevisan chiede 800 milioni: ha ragione o torto? Lo vedremo. L'Inps però, finora, non gli ha dato una lira pur avendo preteso sempre i versamenti previdenziali. E' il vecchio problema dell'efficienza, o meglio dell'inefficienza, della burocrazia pubblica. Se la legge è sbagliata o ingiusta, rispetto ad altre categorie, la si cambi. Oli strumenti ci sono. Ma non si faccia pagare al lavoratore (e sono decine di mesi che Trevisan attende) errori altrui, pena un crescente discredito per le istituzioni, f r. bu.

Persone citate: Pietro Paolo Trevlsan, Ruschena, Trevisan

Luoghi citati: San Paolo