Ventimiglia: al mercato i francesi in carovana di Franco Giliberto

Ventimiglia: al mercato i francesi in carovana Comprano di tutto sulle bancarelle Ventimiglia: al mercato i francesi in carovana Arrivano anche da lontani paesini - Il cambio li favorisce Affari d'oro per i commercianti - Ma che accadrebbe se il mercato del venerdì fosse abolito? Una dura contestazione DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENTIMIGLIA — Turismo ricco nel 1979 in Liguria con introiti vicini ai 1200 miliardi di lire. E previsioni ancor più confortanti per quest'anno, anche se rispetto all'altra estate si ipotizza un aumento del J5 per cento nei prezzi di alberghi, appartamenti campeggi, stabilimenti balneari. I dati Istat del 1979 — ossia le stime correnti del fenomeno turistico — permettono di analizzare cosi il colossale introito, relativo a vitto alloggio e spese varie: 550 miliardi per alberghi, pensioni e locande; 120 miliardi per camping villaggi turistici, colonie; 480 miliardi per case di proprietà o in affitto; circa 40 miliardi per soggiorni turistici inferiori alle 24 ore. Quest'ultima voce secondo gli esperti è destinata ad aumentare notevolmente nel corso del 1980, grazie soprattutto a una «moda» che fa sempre più proseliti oltr'Alpe: quella di attraversare il confine a Ventimiglia, per lo shopping in Italia. L'esercito di acquirenti francesi cala dalla «porta fiorita» sciamando — più folto nei giorni di mercato — verso Bordighera, Ospedaletti, Sanremo, Imperia. Cosi si vedono vetture andare a passo d'uomo il venerdì a Ventimiglia, giorno in cui la città si riempie di bancarelle: il giovedì a Bordighera, il martedì e il sabato a Sanremo. L'autostrada, fino a qualche anno fa quasi ignorata da questi turisti d'un giorno, oggi è assai più frequentata dalle vetture con targa francese, ma l'Aurelia in apparenza non sembra godere dell'alleggerimento. Una giornata del cronista tra la folla dei compratori, a Ventimiglia costituisce testimonianza del fenomeno e dei suoi pittoreschi risvolti. Innazi tutto chi sono e da dove vengono queste migliaia di pendolari dello shopping. Non soltanto da Monaco, Nizza, Cannes ma persino da Avignone, Nimes St. Etienne Tolone. L'autista d'uno dei numerosi pullman che un'agenzia specializzata francese noleggia a gruppi di 50-60 gitanti per volta, spiega: «Si è sparsa la voce anche, nei piccoli centri della Provenza e del Delfinato, molti di questi francesi sono agricoltori o allevatori che la nostra agenzia va a raccogliere in giorni prestabiliti per la gita a Ventimiglia. A volte di venerdì arriviamo qui con cento e più pullman, i problemi di parcheggio sojio enormi». Ventimiglia, città di 27 mila abitanti ha 19 gioiellerie e viene considerato un record Non a caso tuttavia, poiché sono questi i negozi che più lavorano — come giro d'incas si —con i fracesi «turisti d'un giorno-. Dice una anziana signora di Antibes: «Abbiamo tre nipoti che faranno la Co muntone e la Cresima fra dieci giorni, ci uvevano detto che per gli oggettivi d'oro a Ventimiglia avremmo risparmiato. Naturalmente, c'è chi l'oro viene a comprarlo non soltanto per far regalini: tenuto conto della tassa governativa francese che grava sui gioielli l'acquisto a buon mercato in Italia ha quasi sempre il valore d'un oculato investimento o d'una piccola speculazione. Liquori e vini — altri prodotti fortemente tassati in Francia — superano in quantità — se non in valore assoluto — le vendite di gioielli. Via Cavour allinea decine di negozi che espongono bottiglie, con cartellini dei prezzi, non soltanto nelle vetrine ma anche in estemporanee rastrelliere sul marciapiede. «Qui compero il Pernod o l'anisette a metà presso rispetto alla Francia — commenta un impiegato di Aix — c questo accade anche se si tratta di una. buona marca francese». Scarpe, vestiti borse, maglioni, piccoli utensili domestici, confezioni di detersivo, pannolini, chincaglieria soprammobili, vasellame: le bancarelle che a Ventimiglia il venerdì espongono nei grandi giardini pubblici questa e tante altre mercanzie sono prese d'assalto da diecimila francesi almeno. «Loro hanno il cambio favorevole — dice un venditore di borse —, noi pratichiamo pressi bassi in caìnbio di merce discreta.' Ecco spiegato il successo del mercato. Non ci lamentiamo, come non si lavwntano i negozianti di Ventimiglia, che in giornate come questa fanno anch'essi affari d'oro. Perche' i francesi comprano di tutto. Il dramma — al di là dei problemi di traffico stradale e di parcheggio, sempre più complicati — scoppìerebbe se il mercato del venerdì fosse abolito. Se ne è avuta la prova il 25 aprile scorso, quando il municipio aveva disposto (per la prima volta, da anni) una sospensione dell'iniziativa commerciale con chiusura dei negozi. Ottomila francesi circa, giunti a Ventimiglia per gli acquisti, hanno minacciato una piccola rivoluzione. Delegazioni si sono recate in Comune per protestare, le agenzie di viaggio francesi che avevano mandato i pullman oltre frontiera senza informarsi prima sullo svolgimento del mercato, sono state aspramente contestate. Franco Giliberto

Persone citate: Aurelia, Etienne Tolone, Pernod, Scarpe