E' ancora bella la vita per le «ragazze di ieri»

E' ancora bella la vita per le «ragazze di ieri» L'appello contro la solitudine: tante risposte E' ancora bella la vita per le «ragazze di ieri» Tutte, pur nelle differenti condizioni famigliari e sociali, hanno in comune una gran voglia di fare, di incontrarsi, di parlare - Ma dove? Ecco una serie di ipotesi: discutiamole Una lettera fra le tante di una persona sola, vedova da 9 anni. ••Finora avevo un pezzetto di terra, sempre coltivato con mio marito, poi aiutata di malavoglia di mio figlio. Lavoravo molto anche se sentivo tanto bisogno di un'amicizia con qualche donna della mia età (ho 66 anni) per parlare dei nostri problemi che i gioimni non possono capire. Mio figlio e la moglie dicono che ho solo delle storie. Alla mia età si deve stare a caxa. andare in chiesa e al cimitero e basta. Lui s'è stancato di aiutarmi nell'orto e ho dovuto lasciar perdere. Ora sono qui in 2 camerette, triste e sola, con tanta voglia di comunicare con altre persone con i miei medesimi problema Portatelo avanti, voi della "Stampa", questo problema, insistete perche' siamo in tanti in queste condizioni, lo, povera contadina, non sarei capace di organizzare niente, ma ho ancora salute e forza per aiutare se ce. ne fosse bisogno. Fate qualcosa voi che siete tanto semibili per chi soffre. La solitudine è terrìbile. Io abito a Moncalieri, sarebbe Itelìo che anche qui si potesse far qualcosa». Grazie signora Alda, della lettera. L'abbiamo riportata integrale perché 11 suo messaggio, cosi semplice e toccante, vale di più di tanti discorsi e articoli di giornale. Da Diano Marina (Imperia) Mario Berardi è entusiasta dell'iniziativa di Clara Apra che per prima ha lanciato l'idea di creare centri d'Incontro e cooperative per persone sole. «L'argomento trattato — scrive — mi interessa particolarmente. Sono un vecchio sema figli e non me la sento di internarmi in un pensionato, sia pure di lusso, ma die per me è come l'anticamera di porta inferi, modesta tappa prima dell'aldilà". Da Torino, la signora Maria Piazza Caudani s'associa a Clara. «Bravissima, ha avuto un'idea meravigliosa. Se fossimo, in tante a pensarla cosi, costruire incontri e cooperative sarebbe un gran sollievo per le persone sole e che hanno ancora un po' di vitalità. Io ho 65 anni, sono stata in commercio per 32 e da 15 sono a casa, mi sen to sola per questo cambiamento di vita, avrei tante idee, potremmo trovarci e discutere assieme per conoscerci e valutare». Da Firenze, la signora Simonetta. « Ho 32 anni e. sono figlia di madre non giovane. Conosco da vicino il problema della solitudine e della malinconia attrax'prso conoscenze di età avanzata. Non 6 solo un loro problema, ma appartiene pur¬ troppo anche ai giovani». Ci rimprovera bonariamente per l'uso del termine «anziano». Meglio non usarlo, consiglia Simonetta, meglio parlare di ..non più. giovane. Il definirsi anziano è come un'iniezione di autolesionismo, è come darsi del vecchio». ' Sabato, a casa di Clara, «la ragazza di ieri» come preferisce essere chiamata, c'è stato un primo incontro fra le persone che hanno chiesto di conoscerla. Si sono lette le decine di lettere arrivate in questi giorni dopo l'appello lanciato. C'è una gran voglia di fare qualcosa, di dare e ricevere una mano a chi vuol uscire dal ghetto della solitudine. Per ora si sente la mancanza di un centro di coordinamento dove far capo per scrivere e telefonare. Le partecipanti al mini-incontro hanno pregato «La Stampa» di diventare all'inizio il punto di riferimento. «Successivamente — hanno detto —ci metteremo a contatto con tutte le persone che hanno scritto, raccoglieremo idee, organizzeremo una riunione aperta a tutti». Secondo argomento affrontato: ì punti d'in^ contro. Conviene crearne ex novo o è possibile usufruire dei centri già esistenti (sedi d'associazione club privati, centri di quartiere, locali del dopolavoro, circoli d'ufficiali ecc.)? S'è lanciata un'idea: perché non invitare i presidenti o i responsabili di questi centri ad ospitare le persone sole che lo desiderano? Una volta conosciuto la sede del centro, i soci, le attività, lo statuto, ciascuna persona potrà fare la sua scelta. Aprire le porte alle «ragazze di ieri» o ai loro coetanei magari con un sorriso e un fiore, è un gesto di signorilità e civiltà, qualificante e gratificante. Perché sia sentito veramente, senza secondi fini, senza solidarietà sdolcinata o pietistica. Terzo argomento: cooperative con mini alloggi per pesone sole. Qui la parola — hanno detto — spetta al proprietari d'immobili. Perché non restaurare alcuni vecchi palazzi e allestirvi alloggetti da destinare alle persone sole? Qualcuno si farà avanti? Carne al fuoco, sotto la pentola della solitudine, ce n'è, buona volontà anche, speranza molta. Le «ragazze di Ieri» non chiedono le grandi cose, s'accontentano di una parola, un sorriso, un gesto un fiore. Purché sia sincero e convinto. _ Guido J. Paglia

Persone citate: Clara Apra, Guido J. Paglia, Maria Piazza, Mario Berardi

Luoghi citati: Diano Marina, Firenze, Imperia, Moncalieri, Torino