Disperato perché la moglie voleva il divorzio la uccide con sei colpi, sale in auto e si spara

Disperato perché la moglie voleva il divorzio la uccide con sei colpi, sale in auto e si spara Tragica fine nel sangue d'un matrimonio che era stato felice prima di naufragare fra liti e incomprensioni Disperato perché la moglie voleva il divorzio la uccide con sei colpi, sale in auto e si spara Il dramma ieri mattina a Pinerolo - Lui, commerciante, aveva 49 anni: lei, insegnante di disegno in una scuola media, 41 - Vittime innocenti, i tre figli (il maggiore ha 10 anni) - La donna s'era allontanata da casa poco prima dello scorso Natale: «Tornava ubriaco, mi picchiava, non si interessava al mio lavoro» - I parenti: «Erano due mondi troppo distanti tra loro» - In un biglietto la spiegazione L'ha uccisa con sei colpi di pistola; un'ora e mezzo dopo si è esploso un colpo alla testa, lasciando un biglietto: «...dopo il definitivo no di riappacificazione, non ho più capito niente...»: s'è conclusa cosi. In tragedia, la vita di due coniugi, sposati da 12 anni, tre figli ancora bambini. Dodici anni di vita in comune, prima bella, spensierata. Poi, dicono i parenti, un inferno. Per entrambi. Tanto che a Natale avevano deciso di dividersi. Era già stata fissata per la prossima settimana la prima udienza per la separazione, ultimo atto di anni di tensione, litigi, incomprensioni. Un atto clie non ci sarà più. Il dramma a Pinerolo, ieri mattina. Giorno di mercato: la piazza principale, nel cuore del paese, piena di bancarelle, gente festosa, colori, profumi, grida, confusione. Due isolati dal mercato, in corso Porporato 35, alle 9,30 l'epilogo. ! In quello stabile, al primo piano, viveva Teresa Chiriotti, 41 anni, con la madre Maddalena. Sposata con Nicolino Lostia, 49 anni, era proprietaria di una bella casa a Prarostino, in via Collaretto 47. Una villetta circondata da un grande appezzamento di terra, una parte coltivata a orto, il resto a giardino. Molti fiori, alberi. Aveva lasciato quella casa nel dicembre scorso, pochi giorni prima di Natale, rifugiandosi dalla madre, a Pinerolo. «Non ce la faccio più con Nicolino—aveva detto in lacrime ai parenti — Vivere con lui è un incubo». E aveva raccontato ore di violenze {«spesso mi picchia»), di angherie («se ne va, torna dopo due o tre giorni e se gli chiedo spiegazioni, si arrabbia»), di tormenti («mi riprende per ogni cosa, anche le più banali»), di frustrazio- ni («non si interessa mai del mio lavoro, dei mieiproblemi»). Teresa Chiriotti e Nicolino Lostia si erano conosciuti 14 anni fa. Giovani, spensierati entrambi, si erano subito voluti bene. Due anni dopo avevano deciso di sposarsi. I parenti di lei: «Un matrimonio che già allora appariva per noi difficile. Lei era laureata. Non aveva ancora la cattedra, ma voleva inse¬ gnare, disegno. Lui, invece, lavorava come operaio alla Fiat. Due mondi troppo diversi». Ma lei ribatteva: «Cosa vuol dire? Ci vogliamo bene, io l'aiuterò, staremo sempre assieme, pochi mesi e sarà un uomo diverso». Dopo il matrimonio sono stati per qualche tempo in Sardegna, in casa di lui, a Oratelli, in provincia di Nuoro. Il Lostia possedeva una grande cascina, aveva terra. Pochi mesi, poi si sono trasferiti in Piemonte. E hanno comperato la casa a Prarostino. Teresa Chiriotti, intanto, aveva passato il concorso, insegnava disegno alla media di Abbadia Alpina. I colleghi: «Una insegnante preparata, amata dai ragazzi. Ci sapeva fare, in classe, sapeva interessare gli allievi. Dipingeva per passione, era molto brava». gp iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiii Tanto che, qualche anno fa, ha cominciato ad esporre le sue opere a JMnerolo con discreto successo. Figure leggere, aeree, il tratto dolce e delicato. Tre figli, uno dopo l'altro: Giulio che ha 10 anni, Michele, 8 e Adriano, 6. I vicini: «Ragazzi bravi, molto belli, affezionati ai genitori. Sempre assieme, soprattutto con la mamma». Lui, Nicolino Lostia, ha tenuto i contatti con la sua terra, il suo mondo e, sette anni fa. ha iniziato una nuova attività: commerciava in prodotti sardi, formaggi soprattutto. I parenti: «Si era comperato un camioncino, faceva la spola con l'isola, comperava i prodotti e poi li rivendeva in Piemonte. Il suo mercato era Torino, aveva parecchi commercianti, negozi anche del centro. Li serviva con puntualità, con competenza. Tutti erano contenti. Gli affari andavano bene». i Proprio per questo lavoro si allontanava sovente. La moglie si lamentava: «A volte sta via per una, due settimane. Poi quando torna, esce con amici, quasi sempre compaesani. E rimane fuori fino a tardi. In osteria. Ritorna ubriaco». Lei soffriva di questo. «Lo riprendo, gli dico die non deve comportarsi così davanti ai bimbi, lui mi picchia». E ancora: «Non si interessa mai di me, del misi quadri. Ho l'impressione che non gli importi nulla di cosa sto facendo. Formaggi, salami, vini, amici: ecco ilsuomondo». La situazione è precipitata nel dicembre scorso. Lui è andato via (si è poi saputo per affari), per una settimana. Quando è tornato la moglie ha chiesto spiegazioni: «Io debbo lavorare, devo guadagnare» ha risposto li «Non posso più vivere con te, me ne vado», ha ribattuto Teresa. E ha fatto le valigie. Se n'è andata dalla madre, a Pinerolo, nel piccolo alloggio di corso Porporato 35. Nel frattempo aveva smesso di Insegnare per dedt carsi tutta alla pittura: «E' il mio mondo — aveva mormorato con alcuni amici—E' l'unica cosa che mi interessa». E aveva anche fortuna: fra venti giorni avrebbe dovuto aprire, a Torino, in una galleria del centro una sua «personale». Un momento che attendeva da tanto tempo, da anni. Nicolino Lostia non aveva accettato questa «follia» della moglie. Al parenti aveva detto: «Tornerà, vedrete che tornerà». Invece i giorni passavano, cosi le settimane, i mesi. E la moglie a casa si faceva vedere di rado. Solo per incontrarsi con i figli. iiiiiiiiiii per stare con loro. «Frequentano le scuole qui a Prarostino — diceva ai parenti lei — Non creiamo loro traumi, lasciamo che finiscano l'anno scolastico, poi verranno a vivere con me, a Pinerolo. Cercherò una casa, staremo assieme». Quando, un mese fa, ha saputo che la moglie si era rivolta ad un avvocato per la separazione, Nicolino Lostia l'aveva affrontata: «Sei pazza, non ti lascerò mai». E aveva radunato le due famiglie, i suol fratelli e quelli di lei: «Sfa chiaro, dovete aiutarmi. Teresa deve tornare con me! Altrimenti la uccido». Qualcuno assicura che abbia anche mormorato: «E uccido anche tutti i parenti di lei». [ Ieri alle 9,15 Nicolino Lostia ha atteso la moglie In corso Porjporato. Quando è uscita, l'ha affrontata mentre saliva sulla sua 126 verde: «Guarda che io non ti lasceròmai, tu devi tornare». Lei ha ripetuto 11 suo no: «E' definitivo. Nicolino, è tutto fluito». A pochi metri c'è un negozio Idi articoli casalinghi. Il proprietario: «Ho sentito cinque o sei colpi. Stavo servendo un cliente, ino detto: "Mica slamo a carnefoale" e ridendo sono uscito». Ha ■visto l'assassino, ancora la pistola In pugno, che saliva su una 127 blu, scappare verso 11 centro di Pinerolo. Corso Porporato finisce nella piazza principale, proprio là dove, ogni sabato, c'è 11 mercato. L'auto è sfrecciata veloce tra le bancarelle, i passanti, le massaie con le sporte cariche. Ed è scomparsa. Per Teresa Chiriotti non c'era più nulla da fare. E' morta sul colpo: il capo reclino sul sedile, la mano destra tesa verso il pavimento dell'auto. Lui ha girovagato un'ora e mezzo, spostan¬ dosi nelle campagne di Cavour a circa 12 chilometri di distanza. In frazione Castellani ha imboccato una stradina di campagna, che porta In una cascina. Si è fermato una, due volte; poi ha ripreso la marcia. La proprietaria della cascina, vedendo quelle strane manovre, si è insospettita, ha telefonato ai carabinieri: «Due giorni fa mi hanno rubato in casa. Adesso forse ci sono ancora dei ladri. Su una 127 blu. \Correte». ( Una pattuglia, al comando di un appuntato, si è recata in frazione Castellani, ha imboccato la stradina di campagna, ha avvistato la 127. ' Diranno poi i carabinieri: «Era ferma, sotto un albero. Al volante un uomo. Quando ci ha visti scendere dal pulmino, e avvicinarci alla sua auto ha preso la pistola (l'aveva sul sedile, evidentemente) e si è sparato». Erano le 10,45. Un colpo solo, alla tempia sinistra. Il proiettile ha trapassato il cranio. Ma Nicolino Lostia non è morto subito: ha cessato di vivere alle 14, all'ospedale di Pinerolo. I Mentre i barellieri lo soccorrevano, ponendolo sulla ambulanza, è scivolato a terra un foglio. Le ultime parole dell'omicida-suicida. Drammatiche: «Sono le 10,30 del tragico sabato 3 maggio 1980. Dopo il definitivo ■no di riappacificazione non ho capito più niente. Con la pura idea di farla finita anch'io...». Poi più nulla. L'arrivo della pattuglia dei carabinieri ha impedito a Nicolino Lostia di finire quel suo messaggio di tormento e di morte. Tre gocce di sangue ihan.no macchiato il foglio, come tragici puntini di sospensione, simbolo di follia e di dramma. Ezio Muscarine Teresa Chiriotti professoressa di disegno - Un momento felice per Nicolino Lostia, stretto nell'abbraccio dei tre figli