Catturato Lattanzio, evaso da S. Vittore con 5 persone sui monti del Cuneese

Catturato Lattanzio, evaso da S. Vittore con 5 persone sui monti del Cuneese Il nappista stava forse tentando di espatriare in Francia Catturato Lattanzio, evaso da S. Vittore con 5 persone sui monti del Cuneese Si era rifagiato con una donna in un casolare dell'alta valle Maira, a pochi chilometri dal confine - A Venasca, sèmpre nel Cuneese, bloccate la sorella del terrorista e una giovane, Marisa Soci, nota agli inquirenti torinesi - Le due portavano armi a Lattanzio - Arrestati anche due uomini, forse complici dell'evaso DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CUNEO — Daniele Lattanzio, rapinatore omicida e nappista evaso dal carcere milanese di San Vittore assieme' ad Alunni e Vallanzasca, è stato arrestato ieri in un casolare dell'alta Valle Maira, sopra Dronero, quasi ai confini con la Francia. Nell'opera-, zione, condotta dagli uomini dell'antiterrorismo, sono stati bloccati in più tempi anche i complici incaricati di proteggere e aiutare l'evaso in questa breve parentesi di libertà: Marisa Soci, 36 anni, nota agli inquirenti torinesi, sorella dei nappisti Bruno e Oscar Soci,; fermate a Venasca, in Valle! Varaita, assieme alla sorella! del Lattanzio, Celestina, di 24! anni, su una «128», con armi e; provviste di viveri; Danilo! Desiderio, 26 anni, e Giuseppe Riso, 24 anni, residenti come le due donne a Nichelino, bloccati quasi all'alba su un'altra auto, mentre si avvicinavano, forse, al rifugio dell'ergastolano; una terza donna. Diana Creglia, è stata catturata nella stessa baita con l'evaso. Sul blitz i carabinieri di Cu-, neo e di Saluzzo hanno mantenuto per tutta la giornata di| ieri una cortina impenetrabi-l le di silenzio. Ma l'arrivo di' misteriose auto civili con gli; uomini dei nuclei speciali e' più tardi, nella mattinata, quello dello stesso generale Dalla Chiesa, hanno subito indicato che gli arrestati era-' no grossi personaggi. Dall'alba fino a sera i gruppi cinofili, elicotteri e posti di blocco hanno passato al setaccio le valli del Cuneese, alla ricerca, forse, di qualche pedina sfuggita alla rete. Ma il colpo, certamente, è di quelli ad effetto: con la cattura di Daniele Lattanzio viene assicurato alla Giustizia uno dei più pericolosi evasi di Milano. Sull'operazione le ipotesi1 sono, al momento, discordanti. Chi dice che i nuclei speciali dei carabinieri tenessero sotto osservazione già da qualche giorno la sorella di Daniele Lattanzio, preyedénT do che l'evaso avrebbe preso contatto con lei. Chi, invece, sostiene che il blitz è nato quasi per caso, con un inseguimento dei carabinieri alla «128» rossa su cui viaggiavano le due donne: un'auto simile era stata infatti rubata venerdì pomeriggio vicino all'o- spedaletto «Villa S. Croce» di Cuneo, da dove erano evasi due detenuti del carcere locale, e la coincidenza sarebbe stata fatale a Marisa Soci e Celestina Lattanzio. Fermata l'auto nella notte,' sulla piazza di Venasca, In Valle Varaita, una pattuglia di carabinieri ha scoperto nel portabagagli mitra, pistole, munizioni e provviste di cibo. L'allarme, immediato, trovava conferma nell'identificazione delle due donne: Marisa Soci, già processata per rapina, sorella di due nappisti, uno dei quali, Oscar, fu protagonista nel 1975 di una rivolta nel carcere la «Castiglia» di Saluzzo; Celestina Lattanzio è invece sorella dell'evaso (allora ricercato in tutta Italia). Se non bastasse, c'era infine un «precedente» nei collega menti tra Valle Varaita e terrorismo: la scoperta, nel novembre scorso, a Torrette di Casteldelfi.no, di una baita con armi che aveva portato all'arresto di tre presunti brigatisti rossi, già processati e condannati. Mentre le due donne venivano portate in caserma a Cuneo, scattava l'allarme; da Torino e da Milano giungevano gli uomini di Dalla Chiesa, e si preparava una massiccia perlustrazione nelle valli. Prima dell'alba, in Valle Maira, venivano intercettati Danilo Desiderio e Giuseppe Riso, elementi della delin-: quenza comune, residenti a Nichelino. Sono stati loro forse a condurre, senza accorgersene, i carabinieri al rifugio di Lattanzio. Ci si domanda però perché viaggiassero separati dalle due donne. Queste ultime, evidentemente incaricate delle provviste per l'ergastolano fuggiasco, si. trovavano in un paese della valle parallela alla Val Maira perché potevano usufruire d'una strada di arroccamento poco frequentata. L'unico punto fermo, a conclusione di agguati e pedinamenti notturni, è la scoperta del rifugio in una baita sulla statale 22, oltre Dronero, tra le balze rocciose sopra S. Michele di Prazzo. Qui, alle prime luci dell'alba, scatta l'ultima fase dell'O; perazione lampo. Uomini con giubbotti antiproiettile circondano in armi il casolare di montagna, a pochi chilometri dal confine francese. Sembra che ci sia un conflitto a fuoco, senza feriti, ma la notizia non trova per ora conferma. Alla fine escono in manette dalla baita Daniele Lattanzio e una donna: appena cinque giorni dopo la tragica evasione da S. Vittore, anche per questo protagonista della sanguinosa fuga la latitanza è terminata. Daniele Lattanzio, 26 anni, ritorna a scontare l'ergastolo, a cui è stato condannato dopo una feroce rapina nel settembre 1977 a Trento, in cui uccise il maresciallo di pubblica sicurezza Massarelli. La donna, priva di documenti, viene identificata con qualche dubbio: dovrebbe trattarsi di'Diana Creglia, 35 anni, già fermata per favoreggiamento dai carabinieri di Milano, dopo la rapina in banca a Trento, presunta convivente di Daniele Lattanzio. Mentre la coppia veniva condotta a Cuneo sotto forte scorta continuavano le perlustrazioni sulle montagne con l'appoggio di due elicotteri e unità cinofile. Tra gli evasi di S. Vittore, soltanto Daniele Lattanzio ha cercato rifugio tra queste valli quasi spopolate, preparandosi forse ad un balzo in Francia? Il patto di ferro tra malavita comune e terroristi potrebbe essere continuato nella fuga? Dai setacciamenti sulle montagne si attende ancora una risposta. Alberto Reale Voghera: gravi incidenti causati da neofascisti VOGHERA — Il centro storico di Voghera è stato teatro ieri pomeriggio di gravi incidenti, verificatisi al termine di una manifestazione provinciale di solidarietà per il popolo afghano, organizzata dal Fronte della gioventù. Iniziata alle 16 nella sala Gallini di via Bellocchio, presenti circa 150 giovani di destra ed esponenti del rasi di Voghera, Pavia e Milano, la manifestazione si è conclusa con tafferugli tra estremisti e forze dell'ordine, che hanno cercato d'impedire uh corteo non autorizzato. Un gruppo di giovani si è scontrato con i poliziotti, altri sono fuggiti in via Canevari, raggiungendo via Cavour, dove con i bastoni hanno infranto le vetrine di parecchi negozi e rotto deflettori e finestrini di alcune auto in sosta. Il commissario Ettore Filippi, capo della squadra mobile di Pavia, colpito alla testa con una bastonata è rimasto leggermente ferito. Contusi anche alcuni agenti. Otto giovani manifestanti sono stati fermati ed accompagnati alla caserma dei carabinieri, dove in serata erano ancora sotto interrogatorio. E' probabile che il fermo venga tramutato in arresto. Daniele Lattanzio, evaso da