Usa: sette milioni di disoccupati

Usa: sette milioni di disoccupati L'inflazione tocca il 18 per cento; torna la sfiducia del 1946 Usa: sette milioni di disoccupati DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Preannunciata a fine marzo dalle prime ilessioni degli indici economici, la recessione ha ora colpito gli Stati Uniti con violenza maggiore del previsto. Secondo i dati appena pubblicati, ad aprile i disoccupati sono saliti dal 6,2 al 7%, la percentuale più alta negli ultimi tre anni, equivalente a quasi sette milioni e mezzo di persone. Inoltre, gli investimenti edili sono scesi del 5,8%, la caduta più grave dell'ultimo trentennio, e le vendite automobili- stiche sono calate del 20%. Infine, le proiezioni del ministero del Commercio sono di una progressiva diminuzione del prodotto nazionale lordo nell'80, fino al 2% in termini reali. L'avvento della recessione ha un aspetto parzialmente positivo. Dovrebbe, infatti, frenare l'inflazione, che oggi si aggira sul 18%. Sempre il ministero del Commercio ha rilevato che i consumi scendono dell'1,5% mensile, e che calano anche le richieste di incrementi salariali. Stando a un sondaggio di opinione, la fiducia dei consumatori nell'economia è al punto più basso dal '46. Con lo spezzarsi della spirale prezzi-salari, il tasso inflazionistico dovrebbe calare un po' sotto il 10%. In un incontro con un gruppo di imprenditori alla Casa Bianca, il presidente Carter ha dichiarato che la recessione «sarà breve e modesta» e, in ultima analisi, «benevola perché antmflazionistica». Ma, prudentemente, è corso ai ripari chiedendo a! Congresso uno stanziamento di un miliardo e mezzo di dollari per 1 disoccupati. La richiesta va contro l'austerità del bilancio da lui imposta, ma questo è un anno elettorale in cui la crisi economica potrebbe costargli molti voti. Come di consueto. Carter sembra peccare di ottimismo. Due dei massimi economisti americani, Greespan e Simon, rispettivamente consigliere e ministro del Tesoro del presidente Ford, affermano che la crisi sarà la più grave del secondo dopoguerra. Greespan e Simon sono gli uomini che hanno sconfitto la severa recessione del '74-75 e consegnato al governo Carter un'economia con un tasso inflazionistico inferiore al 6% e un potenziale di dieci milioni di nuovi posti di lavoro, poi realizzati nel triennio successivo. Essi prevedono per la fine dell'anno oltre l'8% dei disoccupati — quasi nove milioni di persone — e una caduta del 3%, forse di più, del prodotto nazionale lordo in termini reali. A loro parere, inoltre, la recessione durerà tra un anno e un anno e mezzo e non risolverà se non temporaneamente il problema dell'inflazione. «Quest'ultima sarà ancora del 10% circa quando il governa si vedrà costretto a rilanciare l'economia», ha detto Greespan, «allora la situazione diverrà veramente pericolosa». Un segno di allarme è stato dato dalle grandi banche che hanno incominciato ad abbassare il prime rate, il tasso di interesse per le corporations, dal 207o al 19,5 e quindi al 19 e al 18.5%; nonché dalla Riserva federale, che ha preso a esaminare la possibilità di togliere alcune restrizioni alla liquidità e al credito. Ma i correttivi di queste istituzioni resteranno limitati per non compromettere la ripresa delle bilance commerciali e dei pagamenti, nonché del dollaro, in corso dall'introduzione dell'austerity. I timori di Greespan e di Simon per la riflazione sono dovuti alle elezioni di novembre e alla certezza che il presidente Carter, anziché pareggiare il bilancio dello Stato, l'anno prossimo, ne accentuerà il deficit. Ennio Caretto Sandro Pertini in Algeria il 10 e 11 maggio ROMA — Su invito del presidente Chadly Benjedid, il presidente della Repubblica effettuerà, il 10 e 11 maggio, una visita nella repubblica algerina. La visita del presidente Pertini che è stata definita di lavoro, a quanto si è appreso, prevede domenica 11 un incontro con le maestranze italiane impegnate nella costruzione del gasdotto Algeria-Italia, autorizzata dall'Eni.

Persone citate: Benjedid, Ennio Caretto, Greespan, Pertini, Sandro Pertini

Luoghi citati: Algeria, New York, Roma, Stati Uniti, Usa