Spara a fucilate per difendere il figlio coinvolto ira una rissas ragazze morente

Spara a fucilate per difendere il figlio coinvolto ira una rissas ragazze morente L'altra notte in via Artom angolo via Garrone: quando «farsi giustizia» significa attentare alla vita altrui Spara a fucilate per difendere il figlio coinvolto ira una rissas ragazze morente La vittima, 18 anni, rischia di rimanere cieca - Il «giustiziere» arrestato per tentato omicidio - All'origine dell'incredibile fatto: un motorino rubato - Il presunto ladro ha chiesta aiuto al padre che si è armato - Dieci fermati Tragica esplosione di violenza, l'altra notte, nel difficile mondo giovanile di via Artom, dove l'abitudine ad una vita fatta di espedienti e sopraffazione mette spesso a confronto bande di teppisti minorenni, ladruncoli, emarginati. L'unica legge è quella del più forte, l'unico mezzo per farsi giustizia è l'intimidazione. Cosi, un motorino rubato può condurre ad una rissa da Far West: una banda che spalleggia la vittima e affronta 11 presunto ladruncolo minacciandolo di morte, il padre del ragazzo che interviene a proteggerlo armato di doppietta, una scarica di pallottole a botta e risposta tra la strada e il balcone da cui l'uomo fa fuoco a pallettoni. Ora un giovane di 18 anni, Damiano Miniera, via Fratelli Garrone 61/67 è In fin di vita all'ospedale, mentre lo sparatore è In carcere per tentato omicidio e altri dieci ragazzi sono fermati con diverse imputazioni. L'allarme per la polizia scatta alle 0.45 con una telefonata al centro radio della questura, elio annuncia la furiosa sparatoria all'angolo di via Fratelli Garrone con via Artom. Le prime «volanti» arrivano sul posto con il funzionario Giammarino e il maresciallo Calenda, ma non trovano nessuno: al suolo, però, ci sono bossoli, tracce di sangue ed una protesi dentaria, mentre altre tracce del conflitto a fuoco si notano sulla facciata del civico 67, dove colpi di pistola e di fucile hanno scalfito l'intonaco ed infranto vetri al quarto e al sesto piano. Una vicenda oscura, che però si chiarisce nel corso della notte, dopo che Damiano Miniera è stato ricoverato in coma alle Molinette, con una mandibola e parte del viso spappolati da una scarica di pallettoni. Le indagini riportano gli uomini della Mobile, al comando del dottor Sassi, nell'edificio di. via Fratelli Garrone 67, teatro della sparatoria. Qui abita Antonio Triulcio, 15 anni, presunto autore del furto del motorino che ha fatto da prologo alla tragedia, e di qui s'iniziano gli interrogatori che fanno luce sull'intera vicenda e portano ad un altro protagonista: Roberto Ginesci, 17 anni, via Fratelli Garrone 63, vittima del furto. Sarebbe stato lui ad affrontare Antonio Triulcio assieme ad un gruppo di amici, per costringerlo a restituire il motorino «Ciao» sottrattogli qualche giorno prima, innescando la rissa conclusa a fucilate. Ed ecco la ricostruzione dei fatti compiuta dalla Mobile. Ginesci e gli amici affrontano Antonio Triulcio sotto casa, dopo mezzanotte. Spintoni, insul¬ ti, minacce: «Restituisci il motorino o ti facciamo fuori». Il presunto ladro non può reagire, ma pochi minuti dopo riesce a correre in casa, al quarto piano, e chiede aluto al padre Giovanni. 38 anni. L'uomo afferra una doppietta caricata a panettoni e corre sul balcone impugnando l'arma. E' la tragedia: non si sa chi spara per primo, se i ragazzi dalla strada o lui dall'alto dell'edificio, ma le detonazioni cessano bruscamente quando Damiano Miniera si accascia col volto sfracellato. Lo portano al Cto, poi alle Molinette; 1 medici disperano di salvarlo. Forse perderà la vista. Prima dell'alba tutti i responsabili della vicenda sono in questura: Giovanni Triulcio, arrestato per tentato omicidio, e il figlio Antonio, fermato per il furto del motorino e per favoreggiamento degli sparatori; Roberto Ginesci, la vittima del furto, fermato per rissa e favoreggiamento, come gli amici che lo spalleggiavano: Filippo Fasa- no. 17 anni, via Fratelli Garrone 63/33; Gianfranco Boncrlstiano, 16 anni, via Artom 81/16; Pietro Marino, 16 anni, via Fratelli Garrone 67/12; Antonio Mazza, 21 anni, via Artom 81; Gioacchino Piacenti, 19 anni, via Garrone 61/28; Antonio Trotta, 16 anni, via Garrone 77/12; e Salvatore Ippolito, 18 anni, via Artom 81. Per tutti costoro, il fermo per rissa e favoreggiamento potrebbe tramutarsi in arresto, con raggiunta della nuova imputazione di detenzione di armi. Durante perquisizioni negli scantinati della zona, infatti, oltre al fucile nascosto dallo sparatore, sono stati rinvenuti altri due fucili da caccia con cartucce, una pistola calibro 7,65 e quattro passamontagna neri con bordi gialli, con varie paia di guanti. Insieme a queste cose, è venuta anche alla luce una scatola con fiale di «eptadone» rubate il 28 aprile all'ambulatorio di via Cherasco: del furto sarebbe responsabile un altro giovane del gruppo. Gaetano Pelosi, 20 anni, via Garrone 73, fermato alle 13 di ieri. it Gianfirmino Grosso, 31 anni, di Forno, è ricoverato all'ospedale di Cuorgnè con trenta giorni di prognosi per una vasta ferita ad una gamba riportata in seguito alla caduta dalla, moto. •k Leonarda Gelia, 47 anni, via Miglietti 4, ha tentato di suicidarsi bevendo una forte dose di conegrina. E' grave al Centro di rianimazione del Maria Vittoria. Da tempo soffriva di depressione psichica. it Uscito di strada con la sua «127», Tommaso Grosso. 22 anni, frazione Bracca, è ricoverato all'ospedale di Cuorgnè Damiano Miniera, ferito - Lo sparatore Giovanni Triulcio, il figlio Antonio avrebbe rubato il motorino a Roberto Ginesci