I difensori sostengono che il somalo torse si volle uccidere come 8 bonzi

I difensori sostengono che il somalo torse si volle uccidere come 8 bonzi Le arringhe al processo dell'uomo bruciato vivo a Roma I difensori sostengono che il somalo torse si volle uccidere come 8 bonzi Per confutare i'accusa,chc ha chiesto per i quattro imputati 15 anni ciascuno di carcere, i patroni hanno anche avanzato l'ipotesi della disgrazia - La sentenza fra qualche giorno DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Fu veramente ucciso il somalo All Ahmed Giama o piuttosto non preferì egli stesso farla finita con la vita randagia che conduceva negli ultimi tempi, appiccandosi il fuoco alla maniera dei bonzi? E cosa può provare che la sua atroce morte non sia invece dovuta a un malaugurato incidente, magari un mozzicone di sigaretta caduto sugli abiti inzuppati d'alcol del profugo spesso ubriaco? Con queste tesi certamente suggestive, ma che trovano scarso sostegno logico o pro- a n o l ? e o - batorio, i difensori dei quattro giovani romani, accusati di aver ucciso la sera del 22 maggio dello scorso anno il somalo che dormiva sotto il porticato di una chiesa, cercano di insinuare nelle menti dei giudici della Corte di assise ipotesi alternative che stravolgono tutta l'impostazione accusatoria. Per contrastare la requisitoria del pubblico ministero Giorgio Santacroce, che ha chiesto 16 anni di reclusione per Marco Rosei e 15 per gli altri tre imputati, Fabiana Campos. Roberto Golia e Marco Zuccheri, gli avvocati della difesa hanno scelto una strategia d'attacco: smantellare a una a una tutte le testimonianze, puntando sulla contraddittorietà di certe deposizioni, e mettere in ridicolo una ricostruzione dei fatti basata più su indizi e supposizioni che su circostanze certe e inconfutabili. Su questa linea si è sviluppata ieri la prima arringa difensiva, quella dell'avvocato Giuseppe Madia, che nel giudizio assiste Zuccheri, Golia e Rosei. Il penalista ha definito del tutto inattendibili le testimonianze del gruppo di arbitri di calcio che, quella sera, uscendo da una trattoria, notarono due moto con quattro giovani in sella allontanarsi rapidamente mentre il corpo del somalo ardeva. «Le loro dichiarazioni — ha detto l'avv. Madia — non possono costituire una valida accusa contro gli imputati. Sono divergenti in particolari soltanto apparentemente irrilevanti e, soprattutto, appaiono chiaramente influenzate da elementi appresi in un momento successivo, forse dalla lettura dei giornali». Analoghe contraddizioni il legale ha rilevato nelle prime note di ricerca dei giovani diramate, proprio sulla base delle dichiarazioni degli arbitri, dalla sala operativa della questura: differenti colori dei giubbotti dei ragazzi visti fuggire e, addirittura, contrastanti affermazioni sul sesso di alcuni dei giovani (due o tre ragazze). La discussione proseguirà nei prossimi giorni con gli interventi degli altri difensori. La sentenza è attesa entro la prossima settimana. "

Persone citate: Fabiana Campos, Giorgio Santacroce, Giuseppe Madia, Golia, Madia, Marco Zuccheri, Roberto Golia, Rosei

Luoghi citati: Roma