Arafat: Parliamo di Israele e di Br

Arafat: Parliamo di Israele e di Br INTERVISTA COL PRESIDENTE DELL'OLP: LA QUESTIONE DEL MEDIO ORIENTE E I RAPPORTI CON L'EUROPA Arafat: Parliamo di Israele e di Br «Non vogliamo distruggere il Paese ebraico: vogliamo soltanto che vengano riconosciuti i nostri diritti a uno Stato libero e indipendente» - Sollecita dalle autorità italiane elementi per meglio indagare sulle presunte connessioni tra le Brigate rosse e i palestinesi - «Ho subito aperto un'inchiesta» - Afferma: «Io agirò con accuratezza e assoluta decisione, nel nome di Aldo Moro, il primo assertore in Europa dei nostri diritti» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BEIRUT — Un'ora e venti minuti di internista con Yassir Arafat: una esperienza singolare. Per certi versi iì presidente dell'Olp ricorda Kruscev, almeno sotto il profilo caratteriale; Kruscev parlava solo il russo dei contadini ucraini. Arafat, oltre all'inglese e al francese sa anclie di latino e, tuttavia, a somiglianza del vecchio Nikita il leader supremo dei palestinesi trascorre dall'indignazione — simulata o no —, alla pacatezza, dalla mozione degli affetti all'invettiva, dall'enfasi tribunizia al discorso stringato, dalla meticolosità diremo notarile a una voluta vaghezza, dal flash ironico alla eloquenza torrentizia. Quel che segue e il succo di ottanta minuti di dialogo — dall'una dopo mezzanotte alle 2,20 del mattino — nel suo spartano ufficio, posto in un punto X di Beirut, protetto da giovani armati di Ak-47 S, vegliato da mi enorme ritratto di Khomeini. A quali condizioni voi palestinesi accettereste di trattare, allo stesso tavolo, con Israele? Vi accusano di odiare gli ebrei ma è anche vero che avete avuto contatti con israeliani non sionisti a Praga e a Roma, oltre che con gli americani a Vienna. Forse l'accusa deriva dal fatto che la vostra convenzione nazionale prevede la distruzione di Israele.... Irritato, Arafat afferra la coda della domanda e: «Mi meraviglio, esplode, mi meraviglio con dispiacere che anche lei. nonostante la sua lunga esperienza mediorientale, si riveli vittima della menzogna fabbricata or è gran tempo dal signor Harkabi (un ex cupo del servizio segreto israeliano). Con questa colossale menzogna Harkabi ha montalo la campagna contro i palestinesi, ha alimentato la guerra contro di noi. Mi rammarico che l'Occidente, che l'America, l'Europa occidentale intossicati da codesta piramidale menzogna vengano, tuttora, distolti dalla tragedia del nostro popolo. «Ma è possibile che abbiate dimenticato come noi si sia vittime di annosi soprusi, attacchi continui, massacri? E' possibile che abbiate dimenticato la nostra terribile diaspora? Il sessanta per cento del nostro popolo è in esilio, il quaranta per cento soffre l'occupazione. I palestinesi non hanno patria, non hanno identità. Ogni giorno soffriamo, patiamo perdite provocate dalle armi, le più sofistioate. fornite dagli Usa a Israele: nei territori occupati, nel Sud del Libano dove palestinesi e libanesi muoiono '.nsieme. E dopo tutto questo ci venite a ripetere le menzogne propalate da un pugno di militari razzisti israeliani che hanno un primo ministro, un ministro degli Esteri ricercati dalla polizia britannica per terrorismo. Dopo di che ci venite a chiedere di discutere con gente che dice "no" al popolo palestinese, a uno Stato palestinese. all'Oip; che in assoluta malafede dissemina bugie sul nostro conto. ..Noi lottiamo per avere una patria, per dare un focolare alle nostre donne, ai nostri figli. Questo vuol dire esser terroristi? Ma allora, se le parole hanno un senso, paradossalmente tutta l'Europa è terrorista perché ha combattuto contro il nazismo, contro il fascismo. Tutta l'Africa che ha lottato per liberarsi dal colonialismo. Beh, se combattere per la libertà, per la patria significa fare del terrorismo, possiamo concludere che anche George Washington fu un terrorista». Presidente, non si infiammi. Io faccio il mio mestiere di giornalista, la mia non è una domanda provocatoria e la ripeto: a quali condizioni... Yassir Arafat in una caricatura di David Levine (Copyright N.Y. lìcriewof Books.Opera Mundi p per l'Italia «La Stampa»)