Un ignoto Fronte di liberazione rivendica le bombe di Teheran

Un ignoto Fronte di liberazione rivendica le bombe di Teheran La città sconvolta dalle esplosioni di lunedì Un ignoto Fronte di liberazione rivendica le bombe di Teheran KUWAIT — Attentato contro il ministro degli Esteri iraniano Ohotbzadeh, in visita nel Kuwait nel quadro di un viaggio in alcuni Paesi arabi. Né il ministro, né gli altri componenti la delegazione di Teheran hanno riportato ferite. Ghotbzadeh stava andando in auto al palazzo As-Sif, dove si trovano gli uffici dell'emiro del Kuwait, sceicco Jaber Al Ahmed As-Sabah, quando da una vettura sono stati esplosi alcuni colpi di fucile contro il corteo. Il ministro è giunto soltanto con pochi minuti di ritardo all'appuntamento con l'emiro. Le autorità del Kuwait mantengono il massimo riserbo sulla vicenda; ma secondo fonti attendibili, due persone sarebbero state arrestate. La loro nazionalità è sconosciuta. Gli attentatori avrebbero parcheggiato davanti all'ospedale Amiri, a 500 metri dal palazzo As-Sif, lungo 11 percorso del corteo presidenziale, un'auto imbottita di esplosivi, collegata a un detonatore: la polizia ha trovato sulla vettura anche armi e bombe a mano. Si sono' quindi appostati a poca distanza su una Chevrolet, dalla quale hanno sparato contro la limousine di Ghotbzadeh. Un proiettile ha mandato in, frantumi il parabrezza di un'auto di scorta della polizia kuwaitiana, un agente è rimasto lievemente ferito. A Teheran l'agenzia Pars ha affermato che gli attentatori, dopo aver sparato contro Ghotbzadeh, si sono rifugiati nell'ambasciata irachena; la notizia è stata recisamente smentita dai diplomatici di Baghdad, che l'hanno definita «una sciocchezza infondata». Lunedi, a Beirut, il ministro degli Esteri di Teheran aveva rivolto una dura invettiva contro il governo iracheno, affermando che l'Iran si è schierato -a fianco del popolo d'Iraq per aiutarlo a sbarazzarsi del criminale regime, di Baghdad». Commentando la smentita alla notizia del rovesciamento del presidente iracheno Saddam Hussein, che egli stesso aveva dato il giorno precedente a Damasco, Ghotbzadeh aveva detto: «Se Saddam Hussein non è già all'inferno, ci andrà presto». Questo discorso è stato interpretato come ima minaccia, e molti osservatori non escludono che l'attentato di Kuwait sia una risposta a questa minaccia. Ghotbzadeh, tornato in Iran dopo la rivoluzione khomeinista, nominato prima direttore della radiotelevisione, poi ministro degli Esteri, è stato già vittima di un attentato a Teheran da parte di una donna, che venne catturata dalla polizia. e. st. Ancora incerto il numero delle vittime: forse sette - Bani Sadr accusato di debolezza per la restituzione delle salme dei militari Usa - Gli elicotteri lasciati dopo il blitz distrutti per cancellare le prove di complicità in Iran? Attentato a Ghotbzadeh nel Kuwait NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEHERAN — n bilancio definitivo dell'attentato che lunedi ha scosso Teheran è ancora incerto. L'esplosione è' avvenuta alle 17,30, in piazzai Imam Khomeini, brulicante] 'di folla: una bomba nascosta; sotto un'auto parcheggiata nel centro della piazza è Scoppiata, dieci vetture sono state; distrutte, i vetri dei negozi ei delle abitazioni vicine sono| saltati. Molti feriti, alcuni! morti. Alcuni 'guardiani della rivoluzione» hanno fatto sgomberare la piazza, temendo una nuova esplosione. Secondo la televisione, i morti sono due: sette secondo i militanti islamici, tre secondò il quotidiano Teheran Times. L'attentato ha sconvolto Teheran, pòco - abituata al terrorismo. Lo stesso giorno, alle 11 del mattino, un'altra bomba era esplosa in un cinema di via Lalehzar, un secondo ordigno aveva danneggiato un drugstore, ed un terzo, nascosto in una borsa, era! stato disinnescato all'ultimo: momento. Secondo i più, gli autori di! questi gesti criminali sono "agenti* degli Stati Uniti, o addirittura gli americani che hanno partecipato al blitz del 25 aprile. Ma una misteriosa organizzazione che si è definita «Fronte federale per la liberazione dell'Iran» ha rivendicato gli attentati. Un funzionario del ministero dell'Interno ha dichiarato alla televisione che questo gruppo è completamente sconosciuto alla polizia. Intanto la stampa, riflettendo l'opinione di parlamentari, partiti politici e religiosi, chiede spiegazioni su alcuni punti oscuri e critica aspramente alcune decisioni del governo. L'organo degli integralisti religiosi, Repubblica Islamica, afferma che •non si dovrebbe parlare neppure» di » restituire le salme degli americani morti nel blitz sènza chiedere contropartite. Il giornale si riferisce a Bani Sadr, già accusato di «debclezza» dopo la decisione di rendere i corpi «senza comunioni*. Un portavoce della presidenza, Mussavi Garmurudi, ha insistito sul fatto che «non si è mai parlato» di ottenere 'contropartite da Washington [facendo di quei cadaveri un'«indecente moneta di] scambio», e ha confermato che i corpi saranno consegnati a un'autorità religiosa cattolica, pur senza precisarne l'identità. A Teheran, però, 6 giunto in serata monsignor Hilarion Capiteci, il quale ha dichiarato che le salme saranno consegnate ad un Paese neutrale, la Svizzera'. Sotto accusa è anche l'Alto Comando multare per l'«inammissibile» facilità con la quale gli aerei e gli elicotteri americani hanno eluso il con trollo dei radar, penetrando in profondità nel territorio nazionale senza essere segnalati. Infine, viene giudicata con stupore e collera' la distruzione da parte dell'aviazione dei itre elicotteri Usa abbandonati intatti nel deserto. Le autorità militari sono state costrette ad ammettere di aver commesso un errore: «Pensa vanto — ha detto il comandante dell'Arma—che nei relitti ci fossero dei superstiti; per questo abbiamo dato l'ordine di distruggerli». Ma, se condo altri, i veri motivi di questa decisione sarebbero ben diversi: nei relitti vi potè vano essere prove schiaccianti delia complicità fra alcuni membri dell'esercito e «il grande Satana americano». J. M. Durand - Souf f land Copyright Le Monde e per l'Italia La Stampa

Persone citate: Bani Sadr, Hilarion Capiteci, Khomeini, Pars, Saddam Hussein