Tempestoso vertice a Lussemburgo Mancato accordo sul bilancio Cee di Renato Proni

Tempestoso vertice a Lussemburgo Mancato accordo sul bilancio Cee Tempestoso vertice a Lussemburgo Mancato accordo sul bilancio Cee DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LUSSEMBURGO — I capi di Stato e di governo della Cee non hanno avuto difficoltà a trovare un'intesa di carattere generale sui grandi temi internazionali, ma, ieri sera l'accordo sui contributi inglesi al bilancio era, secondo i francesi, fallito. Il presidente Giscard d'Estaing ha fatto leggere questa dichiarazione: «Davanti all'intransigenza per nulla ragionevole della Gran Bretagna, abbiamo constatato che l'accordo non era possibile. La Francia si rammarica che alla volontà politica che l'animava, insie¬ me con i soci europei, non abbia corrisposto una volontà di tutti per trovare una soluzione che esprima la solidarietà comunitaria e la necessità di preservare la coesione dell'Europa». ' La delegazione tedesca ha rilasciato questo commento: «Il tempo non migliorerà le possibilità di accordo e il Regno Unito dovrà quindi pagare l'intera somma». Tuttavia il portavoce italiano e della presidenza della Cee, Patrizio Schmidlin, nega che il vertice sia fallito. La conferma non ambigua della solidarietà agli Stati Uniti sull'Iran, la sollecitazione perché l'Afghanistan sia neutrale e non allineato» e la dichiarazione che «solo un regolamento d'insieme giusto e durevole possa portare nel Medio Oriente, con la possibilità di iniziativa europea, all'autodeterminazione palestinese dopo il 25 maggio» costituiscono gli atti qualificanti sul piano politico del vertice, ma l'impatto all'esterno di queste prese di posizione dev'essere valutato in rapporto alla prova di scarsa compattezza all'interno della Cee. Smentite le notizie che Francesco Cossiga si recherà a Washington e che ci sarà un vertice occidentale anticipato a Venezia, nessuna iniziativa concreta è uscita dalla riunione dei capi comunitari. L'Europa si è stretta, sì, nella solidarietà all'America e lo ha fatto anche con l'intenzione di ottenere, in cambio, più voce nelle decisioni che si riflettono sui suoi interessi strategici, ma ha evitato una decisione collettiva sul boicottaggio delle Olimpiadi, come ritorsione all'invasione sovietica dell'Afghanistan, perché su quésto problema la posizione europea è diversa da quella di Washington. All'Italia è toccato un ruolo minore nell'elaborazione delle posizioni politiche comunitarie. Ieri mattina, con la scusa di discutere la situazione, peraltro calmissima, di Berlino, Giscàrd d'Estaing, Schmidt e Margaret Thatcher si sono incontrati per un breakfast di lavoro, eseludendo il presidente del Consiglio della Cee, Francesco Cossiga. L'umiliazione politica della nostra diplomazia, se non dell'intero Paese, contrasta con gli impegni che ci vengono chiesti in sede Nato (gli euromissili) e in sede Cee (lo Sme). Un episodio da dimenticare. O sarebbe meglio ricordarsene? In'realtà, il fatto politico internazionale più importante uscito da questa riunione è avvenuto proprio nella colazione frai« tre grandi» .E' stato dato l'appoggio al Cancelliere Schmidt per il suo prossimo viaggio a Mosca, con l'incarico di tentare una soluzione perii problema afghano. Si tratta della concertazione di una linea europea indipendente, che si scosta da quella inflessibilei- americana e che prelude ad un confronto di Renato Proni (Continua a pagina 5 in prima colonna)

Persone citate: Francesco Cossiga, Giscard D'estaing, Margaret Thatcher, Patrizio Schmidlin, Schmidt