Fortini nei luoghi die ricordano il sacrificio del frateili Cervi

Fortini nei luoghi die ricordano il sacrificio del frateili Cervi Il Presidente della Repubblica ieri a Reggio Emilia Fortini nei luoghi die ricordano il sacrificio del frateili Cervi Furono fucilati per rappresaglia dai fascisti nel 1943 - Il padre è morto dieci anni or sono; diceva: «Non ci fermeranno più: guardate, avevo 7 figli, ora ho undici nipoti» - Foto, lettere, attrezzi di lavoro raccontano la storia della famiglia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE REGGIO EMILIA — Sono dieci anni che è morto Alcide Cervi, padre dei sette fratelli fucilati dai fascisti, e Sandro Pertini è andato ieri a rendergli omaggio nella sua casa. Lo ha ricevuto Irnes Cervi, vedova di Agostino, il quartogenito, e c'erano anche parecchi nipoti del vecchio Alcide, il. quale diceva: «Non ci fermeranno più.. Guardate la mia famiglia: avevo sette figli, ora no undici nipoti'. Il vecchio patriarca ripeteva anche una frase dei contadini di queste parti: «Dopo un raccolto ne viene un altro». La casa dei Cervi è ora un museo che ha quarantamila visitatori all'anno, anche più. Una cascina nel Comune di Gattatico, come ce ne sono tante nella Bassa, isolata tra i campi di grano in erba.- Il Presidente della Repubblica ha visitato le diverse stanze con mobili e oggetti domestici,! con gli attrezzi del lavoro quotidiano, fotografie, vecchie lettere. Semplici cose che racr contano la storia di una grande famiglia. Uria storia che, per usare le parole di Pertini,' «dimostra come si possa diventare antifascisti partendo dai valori più, elementari e essenziali: l'amore per l'uomo, Il culto della famiglia, la passione per II lavoro del campi». La storia è raccontata dalle fotografie, di gruppo, quelle che i contadini fanno sull'aia, con il padre e la madre seduti vicini e i figli attorno, tutti sorridono, soltanto la madre pare troppo seria. Ci dicono che fu lei, in una tristissima serata, a dover rivelare al marito che tutti i loro figli erano stati uccisi. E che lei mori quasi un anno'dopo, «se ne andò in punta di piedi», come scrisse Calamandrei. Altre fotografie dei fratelli. Il maggiore, Gelindo di 42 anni, poi Antenore, Aldo, Agostino, Nando, Ettore e Ovidio, il minore di 22 anni. I primi quattro erano sposati e avevano undici figli, il «nuovo raccolto». La signora Irnes Cervi aveva 23 anni quando vennero a prendergli il marito, i sei cognati, il suocero Alcide. Era il 25 novembre 1943, arrivarono duecentocinquanta fascisti che circondarono la caschietta: «Cervi, arrendetevi». Sapevano che i Cervi erano fieri' antifascisti, comunisti, e che nel loro fienile avevano nascosto prigionieri alleati. Ecco la fotografia del carcere dei Servi, a Reggio Emilia, dove .per qualche giorno restarono i Cervi, finché furono trasferiti alla prigione di San Tommaso. La lettera dal carcere alla «caro moglie e famiglia», breve e con la grafia stentata di chi ha le mani rotte dalla vanga e si trova male con la penna. Una lettera del primogenito, che sa in che mani si trova, e non si fa illusioni: «... e con questo ci rassegniamo al destino che ci attende». Natale- La cascina isolata tra la neve, silenziosa, svuotata degli uomini con soltanto donne e bambini. Poi, il 27 di-i cembre, fu ucciso un gerar-; chetto qui attorno e i fascisti' vollero la rappresaglia, dissero: "Quale miglior lesione se non fucilare i sette frateili ?». Ma chi ci accompagna dice che poi i fascisti ebbero paura dei reggiani e fecero suonare le sirene d'allarme per simulare un'incursione aerea e la gente non uscisse di casa.,Le sirene suonarono che era ancora buio. I sette fratelli furono fucilati assieme, al poligono di tiro alle 6,40. «Quando si seppe del massacrò, centinaia di giovani, finora incerti, pavidi, se ne an¬ darono coi partigiani», ci dicono. Un mese dopo la fucilazione dei Cervi fu ucciso, anche lui al poligono di tiro, don Pasquino Borghi, un prete di montagna che per qualche tempo aveva nascosto i sette fratelli ai quali i fascisti davano la caccia. Ci fu un bombardamento aereo che squarciò il carcere di Reggio e Alcice Cervi riuscì a evàdere, arrivò di nascosto a casa, e seppe. E' vissuto, saggio patriarca, fino a 95 anni eli suo nome è un simbolo. E' nel cimitero di Campegine, Vicino ai sette figli e alla moglie, in una tomba-monumento di granito, nella quale ieri il presidente Pertini ha voluto restare solo in commosso ricordo. . Nella mattinata Pertini era stato in prefettura, nella sede dell'amministrazione provinciale, a palazzo comunale, era stato con la folla in piazza del Monte. Ovunque folla acclamante, ' una festa popolare con tanti giovani, con i bimbi, con migliaia di palloncini che si alzavano in cielo. Nel pomeriggio il Presidente è partito per Milano. Oggi sarà a Modena per il giuramento dei cadetti all'Accademia militare. Luciano Curino ne e carcere »% stata confermata dalla direzione della casa circondariale di Roma che ha però minimizzato 1 motivi della.protesta delle detenute. Sono state trasferite nel carcere di Messina Ina, Maria Pecchia e Annarita D'Angelo, entrambe in attesa di giudizio per l'accusa di partecipazione a banda armata. Nel comunicato il «Collettivo donne e carcere» afferma che «il motivo scatenante della protesta è 'stato il rifiuto della direzione del carcere a far salire al pianò un medico richiesto da una detenuta che stava molto male». « Ultimamente si erano verificati episodi per i quali — è detto ancora nel comunicato — il mancato intervento del medico aveva costretto una donna a partorire in cella senza alcuna assistenza,».

Luoghi citati: Campegine, Comune Di Gattatico, Messina, Milano, Modena, Reggio, Reggio Emilia, Roma