Dopo gl'insegnanti scioperano i presidi
Dopo gl'insegnanti scioperano i presidi In agitazione dal 28 aprile al 3 maggio Dopo gl'insegnanti scioperano i presidi Sollecitano una sistemazione in ruolo che dia loro uno stato giuridico preciso - Affermano: «Siamo i dimenticati della scuola» I presidi incaricati scioperano dal 28 aprile al 3 di maggio. Vogliono la sistemazione in ruolo che dia loro uno stato giuridico preciso. Sono circa 6 mila in Italia, 202 a Torino e provincia. Questi ultimi sono cosi suddivisi: 139 nelle inferiori (contro 72 di ruolo); 63 nelle superiori (contro 30 di ruolo). La protesta è stata indetta dal Can pi, Comitato di agitazione nazionale, che rifiuta il concorso ordinario già bandito e chiede l'Immissione in ruolo «ope legis» per tutti coloro che ricoprono un incarico di presidenza, conferito sulla base di apposite gradutorie del provveditorati. Diverse le posizioni dei confederali. Clsl e Uil vogliono un corso qualificante con verifica finale. La Cgll accetta le prove scritte ed orali, ma suggerisce un concorso riservato con posti limitati per chi già ha l'incarico. L'autonomo Snals è favorevole al progetto di legge del sen. Vignola: concorso a 1435 posti In Italia, tra inferiori e superiori. II coordinamento presidi incaricati socialisti di Torino suggerisce un concorso entro giugno per soli titoli destinato agli attuali incaricati fino ad esaurimento in base a graduatoria provinciale. Sentiamo qualche voce «della base». «Siamo i dimenticati della scuola — afferma la prof. Piera Scuvero, passata dallo scientifico di Cirlè al professionale Paravia — la colpa non è certo nostra. Dopo un decennio di silen- zio l'autorità centrale si ricorda di noi per imporre un concorso con prova scritta ed orale, per di più aperto a chi ha almeno cinque anni di anzianità nel ruolo insegnanti. Le domande sono già 40 mila. Una assurdità». Elda Bielli, tre trasferimenti in cinque anni, incaricata alla media Gozzano: «La prospettiva per noi è di perdere il posto tra un anno. Per l'80-81 gli incarichi sono stati congelati, ma dopo quella data il ministero affiderà le nostre scuole a reggenti, come già avviene per le elementari. Cioè il preside di ruolo, oltre al proprio, dovrà badare ad altri istituti, in attesa diesi concluda il concorso forse negli Annido». Che cosa significa perdere il posto per un preside incaricato? «Vuol, dire tornare all'insegnamento. Nulla di male: tuttavia, chi ha accettato l'incarico, lo ha fatto per passione, per interesse a quel tipo di lavoro, per desiderio di tentare una strada di collaborazione e programmazione. Perché si vuole buttare al vento il bagaglio accumulato?». Anna Festa Bagliano, dallo scorso settembre allo scientifico di Chierl dopo un anno trascorso al classico di Oulx: «Sono stanca di dare concorsi — affer! — dopo 19 anni di insegnamento, dopo tanti esami ed il tirocinio, non mi pare giusto dover dimostrare con una prova scritta ed una orale die so fare il mio mestiere. Ho accettato l'incarico perclié intendevo mettere a disposizione della scuola la mia esperienza. Ora chiedo un minimo di riconoscimento». La prof. Bagliano è convinta che «un colloquio sarebbe più die sufficiente, se proprio non si può ottenere J'ope legis». Il prof. Clccino Cuscunà sente «il bisogno di mettere le radici». E' stato incaricato alla media inferiore Pavese, agli scientifici Volta e Copernico, ha avuto una breve parentesi nelle scuole italiane all'estero, oggi è al classico Gioberti. «Il disagio più pesante è dovuto all'instabilità. Non si tratta soltanto di un problema personale, ma di poter organizzare il proprio istituto. Noi siamo trattati come pacchi postali». Di chi la colpa? «Diciamo che per troppo tempo ci sono state leggi e leggine che hanno ridotto la scuola quale oggi è». Secondo molti Interessati lo sistemazione definitiva dei presidi precari non graverebbe troppo sull'erario, perché «quasi tutti sono pressoclié al massimo dello stipendio, fra le 550 e le 630 mila lire al mese ». Maria Valabrega
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