Da Moncalieri a Pechino la Dea punta sui robot

Da Moncalieri a Pechino la Dea punta sui robot Trattative per costituire una « joint venture» Da Moncalieri a Pechino la Dea punta sui robot TORINO — Il caso della Dea di Moncalieri non finirà mai di stupire. Conosclutissima all'estero, corteggiata dalle università e dai colossi industriali di messo.mondo per i suoi robot e le sue macchine di misura, appetita dalla General Motors e dai giapponesi che vorrebbero fagocitarla, la Dea vive e si sviluppa in Italia nella più assoluta ìndifferensa degli organi pubblici die avrebbero tutti gli interessi per sostenerla. «Porse perché non abbiamo 4500 licenzia- menti da buttare sul tavolo — dice polemicamente l'amministratore delegato Paolo Guarnero — ma un fatto è certo: la, ricerca dobbiamo finanziarcela tutta da sóli, in una lotta impari con i giganti americani o del Sol Levante». Ex direttore centrale della Zanussi, da dieci anni amministratore' dèlia Dea, Paolo '-Guarnero sta in questi giorni tirando le somme di un lavoro durissimo per riorganizsare' l'azienda. E le-cifre sono più. che soddisfacenti. Fondata 19 anni fa da Luigi Lazzaroni, un alessandrino che commerciava ih flipper, la Dea ha chiuso il bilancio 79 con quattro-cinque punti di tutto rispetto: a pochi chilometri da quello attuale è stato costruitoun nuo-vo stabilimento, destinato alla produzione delle parti meccaniche; i conti finanziari sono stati attivi, anche se il fatturato (20,8 miliardi) è stato leggermente inferiore ai 25,5 miliardi previsti f«E ciò — dice Guarnero—per gli scioperi contrattuali, che hanno fatto praticamente saltare ,136 ore»;; l'occupazione è salita di 140 unità (oggi la Dea ha circa 700 dipendenti, metà dei quali laureati o diplomati; il resto è manodopera superspecializsata); dagli stabilimenti, di Moncalieri è uscito il *Pragma A 3000», uno dei migliori robot di montaggio che esistano al mondo; alle filiali di Detroit e Francoforte (70 persone la prima, 40 la seconda) s'è aggiunta quella di Tokyo, Azienda leader nel mondo per i misuratori elettronici di produzione, la Dea (Digital Electronic Automotion) oggi è decisa a otocare, molte carte sulla robotica: il «Pragma A 3000», insieme al -Sigma» dell'Olivetti e al »Puma» dell'V^ nimate, appartiene a quella ristrettissima famiglia di automi «intelligenti» o quasi, capaci di fare di tutto (montare corpi valvola per compressori da frigo oppure confezionare scatole di cioccolatini) e in qualsiasi condizione ambientale; a differenza dei suol «fratelli stupidi » può persino lavorarecon l'uomo nelle «isole di montaggio». Uno di questtrobot è già finito in un'accademia sovietica, dove viene studiato dai tecnici. In.Urss la Dea: è già presente, da anni, nei prossimi giorni, anzi, partirà per Mosca il secondo esemplare della più. grossa macchina di misura del mondo (lunga 16 metri, alta come una casa di tre piani). Ma Mosca, net Paesi socialisti, è soltanto una delle roccaforti della Dea; un'altra, ugualmente importante, è Pechino: Alla Cina,-da anni, la Dea vende già macchine di misura; ogni tanto i tecnici Dea vengono persino invitati a tenere seminari. La settimana- scorsa, infine, sempre per Pechino, è partita una nutrita delegazione con obbiettivi piuttostoamèiziosi: tenere un «simposio» e trattare con i cinesi una joint venture industriale. In pratica, dice Guarnero, si «discuterà sulle possibilità di collaborazione, che vanno dalla pura e semplice concessione di licenze fino alla costituzione di una società mista per produrre in locò i nostri misuratori». Cesare Roccati

Persone citate: Cesare Roccati, Digital Electronic Automotion, Guarnero, Luigi Lazzaroni, Paolo Guarnero