Berlinguer da ieri nella Corea del Nord Duro attacco di Mosca al leader del pci di Livio Zanetti

Berlinguer da ieri nella Corea del Nord Duro attacco di Mosca al leader del pci Zagìadin su «Tempi Nuovi» polemizza con i partiti che rifiutano il vertice intercomunista Berlinguer da ieri nella Corea del Nord Duro attacco di Mosca al leader del pci PYONGYANG — La delegazione del pei guidata dall'on. Berlinguer è giunta ieri nella Corea del Nord, accolta all'aeroporto di Pyongyang da mille ragazze in abito bianco, dal lancio di palloncini e dagli applausi della folla. I dirigenti italiani sono stati salutati da una delegazione guidata dal vice presidente della repubblica nordcoreana Pak Soong Chon e da altri esponenti del partito. Nel pomeriggio gli ospiti so-, no stati ricevuti per una «visita di cortesia» dal presidente Kim II Sung. In serata 11 presidente ha offerto un banchetto. Nel suo brindisi ha parlato di "posizione indipendente' del pel che ha definito «realista e conforme agli orientamenti attuali del movimento comunistainternazionale». Gli ospiti torneranno domani a Pechino per una breve sosta prima di ripartire alla volta dell'Italia. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — La polemica tra pcus e pei diventa calda e da Mosca attaccano adesso Enrico Berlinguer. L'occasione viene fornita dalla prossima conferenza Intercomunista di Parigi e dagli argomenti con cui dalle Botteghe Oscure hanno rifiutato di parteciparvi. La nuova sortita è del settimanale Tempi nuovi e a pretendere di richiamare i comunisti italiani ad una maggiore coerenza è Boris Vesnin, lo pseudonimo di cui abitualmente si serve il vice di Boris Ponomariov, Vadim Zagìadin. Suo è infatti anche lo stile dell'articolo: «il Berlino, nel 1976, il segretario del partito comunista italiano disse che non c'era niente di stupefacente nel fatto che i partiti comunisti ed operai d'Europa avessero deciso di riunirsi. Forse che altri partiti di diverse tendenze non fanno altrettanto?». Vesnln-Zagladin suggerisce il sospetto che Berlinguer abbia cambiato idea e ne offre anche la spiegazione. Spiegazione che contiene U fondo dell'accusa: i comunisti italiani non andrebbero a Parigi perchè influenzati dalla visione che della conferenza presenta la stampa «borghese e piccolo-borghese». Questa scrive che la conferenza, riassume l'articolista, esprimerebbe su un tema come quello della guerra e della pace «un. punto di vista unilaterale, quello dei paesi socialisti, dell'Urss innanzitutto». E quale punto di vista dovremmo sostenere mai, osserva con sarcasmo Tempi nuovi, forse quello della Nato? Solo cosi, finge di domandarsi, potremmo sfuggire all'accusa di «unilateralità». Che ai comunisti italiani sia sfuggito questa paradossale «verità propagandistica» a Vesnin-Zagladln pare perfino troppo. Cosi che sembra propendere per l'ipotesi alternativa, e cioè che siano proprio loro a prendere di fatto posizione per l'altra parte, per «l'unilateralità della Nato». Perché il pei e gli altri comunisti occidentali che ne condividono le posizioni stanno scivolando su questa china? Per Tempi nuovi essi sono caduti vittime di un ricatto: «Si fa loro comprendere che se si opponessero ai nuovi missili americani in Europa, alla decisione della Nato di installar-ì li, aderirebbero a una posizione "unilaterale", della quale essi stessi — Dio ne guardi! — diverrebbero adepti». Infine, l'ammonimento: «La scelta che hanno oggi di fronte gli europei è semplice: a. 35 anni dalla seconda guerra mondiale a 5 anni da Helsinki, devono decidere tra una politica di pace ed una che obiettivamente conduce alla guerra, che l'imperialismo prepara cinicamente» , . . „ ... Livio Zanetti