Che cosa cambia nel Sud Yemen? di Igor Man

Che cosa cambia nel Sud Yemen? OSSERVATORIO Che cosa cambia nel Sud Yemen? Le dimissioni, per «ragioni di salute», del presidente del Sud Yemen, Abdel Fattali Ismail, 41 anni, uomo di Mosca, concludono una lunga lotta di palazzo, Lo ha fatto fuori, come suol dirsi, il primo ministro Ali Nasser Mohammed, anch'egli marxista di ferro. In teoria non dovrebbe cambiar nulla: anche AH Nasser, pure lui quarantunenne, è per il mantenimento di stretti rapporti con l'Urss alla quale Aden è legata da un patto ventennale di amicizia e cooperazione. (Il, patto venne firmato a Mosca l'autunno scorso e nell'occasione Breznev abbandonò il letto per salutare Fattali Ismail al suo arrivo, e per congedarsi calorosamente da lui. Cosa che non fece per la successiva visita del siriano Assad). Epperò AH Nasser sembra privilegiare i rapporti di buon vicinato. Si è infatti immediatamente preoccupato, dopo l'eliminazione, peraltro non fisica, del rivale, di spedire emissari nel Nord Yemen, in Arabia Saudita, in Kuwait, nello Stato degli Emirati Arabi Uniti. Ciò, secondo Radio Aden, per «proseguire i contatti tesi a migliorare le relazioni bilaterali fra Paesi fratelli ed esaminare la situazione internazionale e nel mondo arabo alla luce degli ultimi avvenimenti». Unico regime marxista nella penisola arabica, alla confluenza del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano, il Sud Yemen si trova stretto a settentrione dall'Arabia Saudita e all'Est dal Sultanato di Oman, che di recente ha concesso appoggi militari agli americani nell'isola strategica di Massira. Secondo alcuni osservatori mediorientali, il siluramen¬ to del prestigioso Fattah Ismail, artefice dell'ingresso del suo Paese nell'orbita sovietica, dovrebbe essere inteso come il prezzo dell'apertura di Aden ai Paesi arabi conservatori. L'ascesa di AH Nasser potrebbe, al tempo stesso, attenuare la violenta tensione con l'Iraq, il quale ha contratto un cosiddetto matrimonio di convenienza con Riad. Altri ritengono che il cambio della guardia possa essere stato dettato da considerazioni strategiche: la Somalia (a Berbera), il Kenya (a Mombasa) e l'Oman (isola di Massira) hanno concesso or non è molto facilitazioni militari agli Stati Uniti. Nelle ultime settimane c'era stato un riawicinamento, affatto inopinato, tra il Sud Yemen e l'Arabia Saudita. Il ministro degli Esteri di Aden s'era recato a Riad, re Khaled aveva invitato il presidente Fattah Ismail. Ponendo tuttavia alcune condizioni, prima fra tutte le riconciliazione fra Sud Yemen e Oman. Il Sultanato chiede a sua volta che Aden tronchi gli aiuti al «Fronte di liberazione dell'Oman» e attenui le facilitazioni concesse all'Urrs nell'isola di Socotra (Oceano Indiano). Codesta riconciliazione avrà luogo? Difficile dirlo non fosse altro perché Mosca non può rinunciare a Socotra: E, poi, i giochi ad Aden non sono ancora fatti: secondo gli egiziani i giorni di AH Nasser sono contati, prima o poi il potere lo prenderà il colonnello AH Antar, il vero uomo forte di quel regime marxista, il personaggio su cui Mosca punta le sue carte per riparare il colpo che, oggi, ha indubbiamente subito. Igor Man \li Nasser Mohammed: un presidente con i giorni coniali?