Fa freddo, termosifoni accesi per dieci ore fino al 30 aprile

Fa freddo, termosifoni accesi per dieci ore fino al 30 aprile L'erogazione di calore prorogata con una ordinanza del sindaco Fa freddo, termosifoni accesi per dieci ore fino al 30 aprile La decisione presa dalla giunta comunale dopo l'abbassamento della temperatura - Critiche degli amministratori di stabili e dei grossisti di combustibili Aprile, in ventiquattr'ore, ha buttato all'aria i piani del legislatore per il riscaldamento nei eondominii. I termosifoni erano spenti dal 16 e nessuno se ne lamentava; c'era sole e la primavera in boccio era ricca di promesse. Il risparmio di combustibile (10-15 per cento rispetto alla gestione dell'anno precedente), confortava anche 1 più pessimisti. La legge e il buon senso dei cittadini avevano dato, finalmente, qualche risultato. Dopo cinque giorni, il tempo ci ha messo lo zampino: vento e temperature basse, case gelate. Ancor prima che i cittadini avessero la possibilità di por mano al telefono ed elevare proteste, la città s'è ritrovata con gli impianti di riscaldamento accesi. L'ordinanza del sindaco su proposta dell'assessore all'ecologia Marzano, è stata di una tempestività straordinaria: da ieri, via al calore fino al 30 aprile compreso in tutta la città. , -E' stata una decisione presa d'urgenza dalla giunta comuna*le -r- spiega Marzano — il fredda di domenica era pungente ed è continuato il mattino successivo. Qualche sollecitazione dai cittadini c'era già stata. Vista la temperatura non occorreva certo attendere oltre per decidere che ai torinesi occorreva un po' di caldo nelle case». Sabato scorso, con un belsoledaprimavera avanzata, nessuno lo avrebbe potuto supporre. Osserva l'assessore: «Sinora i cittadini sono stati molto disciplinati, lianno dimostrato senso civico e buona volontà non trasgredendo i termini del riscaldamento imposti dalla legge. Óra, concessa la proroga, chiediamo a tutti di dar prova, ancora una volta, di responsabilità: circa dièci ore al giorno di accensione, anziché le quattordici precedenti, sono più che sufficienti per la stagione; si riscalda qualche ora ' al mattino e qualche ora in più la sera; si tengono gli impianti su temperature non eccessive; si agisce insomma in base alle reali necessità degli stabili». Per chi aveva freddo è una soddisfazione. Per chi sosteneva che il risparmio energetico era più importante è l'Inizio di una contestazione. Non in tutti i condomini! l'ordinanza del sindaco, che proroga il riscaldamento fino al 30 aprile, sarà foriera di decisioni unanimi. , Sostiene Quirino Laratti, presidente nazionale dell'Associazione amministratori: «La maggioranza degli utenti aveva accettato di buon grado la chiusura degli impianti a nonna di legge; avevamo evitato, per la prima volta, le solite liti condominiali cìie Itanno sempre accom¬ pagnato questo periodo di riscaldamento. Ora noi continueremo a non accendere se non ci sono richieste da parte degli utenti. Altrimenti saranno raccolte le firme e la maggioranza deciderà. Certo non sarà più acceso per l'intera giornata». Secondo Laratti -questi giorni in più di calore annulleranno, almeno in parte, il risparmio ottenuto nei consumi fino al 15 aprile». Insiste: 'Affronteremo ansi sprechi maggiori perché le caldaie, in funzione qualclie ora al mattino e alla sera, avranno bisogno di maggiori quantità di combustibili per andare in temperatura e dar calore». Contraria alla riaccensione anche l'Assopetroli (associazione dei grossisti di combustibili per riscaldamento). Afferma il presidente Giorgio Gatti: «Un solo giorno di temperature più basse non pare una ragione sufficiente per concedere una proroga al calore. Si tratta di una decisione assurda, elle nontien conto della crisi petrolifera attuale, di un eventuale embargo del petrolio iraniano come si teme». AH'Assopetroli osservano: «in altre sane del Piemonte, dove é, anclie arrivata la neve, è evidente la necessità di riaccendere gli impianti, ma non si deve cedere all'emulazione. Questo favorire troppo l'utenza torinese, senza che questa si sia fatta sentire, pare per lo meno discutibile. Il sindaco aveva invitato tutti a mettere un maglione in più, quando a ottobre si doveva decidere un rinvio all'accensione, ora che è venuto il momento di seguire il suo consiglio si decide subitoper un prolungamento». Il malumore del grossisti deriva soprattutto dalle difficoltà di rifornimento: «La situazione, non è rosea neppure a gualcite giorno dalla fine della stagione, come era stata prevista dalla legge. Non c'è abbondanza di merce e le itoci per il futuro sono allarmanti. Questa riaccensione è in contrasto con il piano di contenimento energetico nazionale». Altre città in Piemonte hanno ceduto al piacere del tepore in casa. Asti ha già provveduto alla proroga del calore fino al 30 aprile (compreso). La deroga, consentita dalla legge per i comuni nella zona «F» (cioè senza limiti stagionali per il riscaldamento), è stata applicata ad Alba, Savigliano, Saluzzo e Cuneo, dopo la recente improvvisa nevicata. Se questo aprile dovesse continuare nelle sue bizze troppo fredde, altri comuni, anche non montani, seguiranno l'esempio, concedendo una settimana in più, rispetto alla legge, di accensione dei termosifonì.

Persone citate: Giorgio Gatti, Laratti, Marzano, Quirino Laratti

Luoghi citati: Alba, Cuneo, Piemonte, Saluzzo, Savigliano