Un «marine» ostaggio all'ambasciata ha potuto vedere per un'ora la madre
Un «marine» ostaggio all'ambasciata ha potuto vedere per un'ora la madre La donna era andata a Teheran sfidando il divieto di Carter ;—M—— r = Un «marine» ostaggio all'ambasciata ha potuto vedere per un'ora la madre In Iran si propone di rilasciare il giovane «in segno di buona volontà» - Altri familiari dei prigionieri si preparano a partire - La Casa Bianca'riesaminerà, la sua politica? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — La Casa Bianca ha accolto «con compiacimento» il «no» giapponese alle richieste d'aumento del greggio da parte del regime di Komeini, e la conseguente interruzione delle importasioni di petrolio iraniano, e si augura che oggi a Lussemburgo la Cee «si comporti in modo analogo» e imponga samioni contro Teheran. I portavoce hanno sottolineato che dalle misure comunitarie dipenderanno.le future decisioni di Carter, e hanno ribadito che il presidente contempla «altre sanzioni economiche e, in caso estremo, un intervento militare». Due nuovi elementi, tuttavia, sonoemersi nella crisi iraniana, elementi che minacciano di prolungare la strategia, del confronto di Carter. La madre del più giovane ostaggio dell'ambasciata americana, Barbara Timm, è riuscita a vedere il figlio; disordini sono scoppiati nell'università di Teheran e nel Kurdistan. Questi due fatti significano da un lato che altri familiari degli ostaggi violeranno le disposizioni della Casa Bianca,dall'altro che il regime di Khomeini potrebbe subire scosse. Là visita della signora Timm al figlio, un marine di vent'anni, è avvenuta ieri, dopo tre giorni di polemiche tra il presidente iraniano Boni Sadr e gli studenti che occupano l'ambasciata. Alla fine, gli studenti hanno permesso ■alla donna, ma non al marito, che pure era stato munito di lasciapassare, di trascorrere un'ora con il giovane. E' stata la prima volta in 171 giorni che un ostàggio ha potuto vedere un congiunto. Vi sono segni che il regime di Khomeini si prepara a sfruttare l'evento a scopi propagandistici. A Teheran si parla di rilasciare il marine «in segno di buona volontà verso il popolo americano». Negli Stati Uniti altre famiglie si preparano a seguire i coniugi Timm. La settimana scorsa, Carter aveva proibito «qualsiasi viaggio» mi Iran. Dopo, la par-, v&àaa'ffl Barbara T^mm^w^ va pero deciso di fare un'eccezione per i familiarr déi^pHgionieri. Se uno di questi fosse rilasciato, e se le visite si ripetessero, il presidente si troverebbe nella posizione di chi non vuole negoziare, e prepara un intervento militare inutile o evitabile. Anche la rivolta delle sinistre rappresenta un dilemma imprevisto. L'uso della forza potrebbe infatti fornire loro l'occasione per tentare di prendere il potere, o addirittura per invocare l'aiuto sovietico. Comunque, là Casa Bianca teme che scoppi in Iran una guerra civile. Non è perciò escluso che il riesame complessivo della crisi iraniana, fissato da Carter per metà maggio, si svolga in modo molto diverso dal previsto. Anziché di un breve confronto, destinato a portare alla liberazione dei prigionieri, il presidente potrebbe essere costretto a discutere di un confronto prolungato, inseparabile da uno scontro con l'Urss sull'Afghanistan. Il rilascio degli ostaggi verrebbe rimandato, e verrebbero in primo piano tutte le tensioni del Golfo Persico. Si tratterebbe di una svolta cui Carter non è psicologicamente preparato, nonostante le sue continue, dure dichiarazioni. ' ~Per il secondo tipo di confronto, la Casa Bianca dovrebbe prendere provvedimenti che finora ha rifiutato. Il primo sarebbe l'apertura di basi militari in Somalia, nell'Oman e in Egitto. Un secondo provvedimento, ventilato, ma mai attuato, sarebbe lo spostamento di truppe americane dall'Europa al Medio' Oriente, un terzo sarebbe una rete di alleanze, una specie di Nato dell'Oceano Indiano, col paesi islamici amici. L'impreparazione appare particolarmente allarmante alla luce degli avvenimenti in Afghanistan, dei quali il Pentagono ha pubblicato ieri un riassunto. I sovietici, sostiene, hanno perso sinora quasi 2 mila uomini, altri 6 mila sono stati feriti. Le forze in Afghanistan ammontano a 115 mila uomini circa, ma dovranno es- sere aumentate. L'Urss dovrà anche fare maggior uso di mezzi motocorazzati, elicotteri e aerei. A complicare i problemi di Carter è apparso anche sul New York Times un articolo che non mancherà di fornire nuove armi al regime di Khomeini. Il giornale sostiene che, durante il breve governo di Bakthiar, all'inizio dello scorso anno, prima dell'avvento al potere dell 'Ayatollah, gli Stati Uniti meditarono un colpo di stato militare in Iran. Il vicecomandante della Nato, generale Huyser, fu mandato a Teheran, secondo il quotidiano, con un duplice compito: assicurare una pacifica transizione dal governo BakhUar'al regime di Khomeini, apatto che vi fosse la certezza di buoni rapporti tra quest'ultimo e la Casa Bianca, e tenere «di riserva» un piano di golpe, nel caso che la situazione precipitasse. La situazione precipitò, ma le Forze Armate si sfaldarono, e la missione Huyser falli. Ennio Cai-etto
Persone citate: Ayatollah, Ennio Cai-etto, Khomeini, Sadr, Timm
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