II boom non durerà di Francesco Forte

II boom non durerà Elementi negativi dietro l'aumento della produzione industriale II boom non durerà La produzione industriale non cessa di stupire: si aspettava una depressione, a partire dall'inizio di quest'anno, ma in gennaio vi è stato un aumento dell'8% mentre la vendita di autovetture saliva dell'I 1%. In febbraio, secondo i dati resi noti dall'Istat giovedì scorso, l'aumento della produzione industriale' è stato addirittura del 12%: una cifra vistosa, da anno di boom. La sensazione ottimistica si ridimensiona un po', considerando che nel 1980 febbraio ha un giorno di più che nel 1979. Tuttavia, anche con la correzione per il giorno di lavoro in più, l'aumento supera l'8%. Nella media bimestrale, si è al +10% rispetto al primo bimestre del 1979, che non era un periodo di «morta», ma già di ripresa. ' In marzo abbiamo avuto una battuta d'arresto, rispetto a questa tendenza espansionista? La risposta è, ancora una volta, stupefacente: contrariamente ai pronostici, marzo é stato anch'esso un mese di aumento produttivo. Secondo le prime stime, tuttora soggette a rettifica, pare che marzo abbia registrato un aumento compreso fra quello di gennaio e quello di febbraio: sicché il trimestre dovrebbe concludersi confermando l'andamento dei primi due mesi. Se cosi accadrà, si tratterà di un autentico record: infatti, l'espansione del quarto trimestre del 1979 sul quarto trimestre del 1978, che era già giudicata molto alta, fu del 7,8%. Il prolungamento del boom è parzialmente sostenuto dalla domanda estera, in particolare dalla «locomotiva di nome Germania». Come segnala l'Economist, gli industriali tedeschi, come quelli americani, hanno «sconfitto gli esperti di previsioni» espandendo la produzione industriale per tutto l'inverno contrariamente ai pronostici. Men¬ tre gli Usa hanno adottato, di recente, misure restrittive, i tedeschi non l'hanno fatto, anche se ciò danneggia la loro bilancia dei pagamenti perché «se lo possono permettere», avendo accumulato giganteschi avanzi valutari in passato. Il disavanzo di bilancia dei pagamenti della Germania, che si è manifestato, per la prima volta dopo molti anni, nel 1979, presumibilmente si verificherà anche quest'anno. Ma la Germania ha pur sempre la sua bilancia del commercio estero in attivo; quella dei pagamenti è passiva, a causa delle generose spese dei turisti tedeschi in tutto il mondo. Quest'anno, comunque, le importazioni della Germania dovrebbero aumentare più delle esportazioni. Invece non possiamo verosimilmente sperare che la «locomotiva Usa» traini la nostra congiuntura ulteriormente: Carter sta ponendo i freni all'inflazione e anche all'espansione. Altri fattori di rallentamento ci vengono dal Medio Oriente, perché le esportazioni verso i Paesi fornitori di petrolio, con quel che Aumenta l'utile Comit MILANO — Il bilancio che la Banca Commerciale Italiana presenterà all'assemblea del 28 aprile prossimo chiude con un utile netto di 1B.9S3 milioni (16.743 milioni nell'esercizio precedente) e consente la distribuzione di un dividendo, invariato, rispetto al 1978, di 600 lire per azione. ' Oli accantonamenti prima della determinazione dell'utile, al netto dei relativi utilizzi, sono stati stabiliti in 115,2 miliardi (contro 45 miliardi nel bilanciò 1978): inoltre un terzo dell'utile netto (6.353 milioni) è stato passato a riserva, con la conseguenza che i mezzi propri (comprendenti il capitale, le riserve patrimoniali e i fondi rischi) sono saliti a 612,2 miliardi dal 493,1 miliardi di fine 1978. sta succedendo, diventano complicale e rischiose. Dunque, vi sono molti elementi per dire che l'attuale boom potrà arrestarsi à ridosso dell'estate. Molto dipenderà però dal fatto se si adotteranno, o meno, misure restrittive, anche presso di noi. I motis'i per prenderle potrebbero essere il pericolo di alta inflazione e, soprattutto, il disavanzo di bilancia dei pagamenti. Reputo sbagliato attribuire l'attuale grossa inflazione a eccesso di domanda; essa dipende essenzialmente dai rincari delle materie prime (soprattutto petrolio), amplificati dai vari automatismi che ci sono nella nostra economia (non solo la scala mobile). In ' marzo i prezzi sono aumentati dell'1,2% cioè con una media annua del 15% che è assai inferiore al ritmo del 20-22% che si era creato negli ultimi mesi. Ciò perché c'è stata quiete sul fronte del petrolio e degli affitti. Il «tallone di Achille» del nostro boom può esser piuttosto la bilancia del commercio estero. Abbiamo avuto un passivo al lordo dei costi di trasporto per l'importazione in gennaio, che si è ripetuto in febbraio con altri 1256 miliardi (circa 2400 miliardi in due mesi) e che fa seguito a quelli di novembre e dicembre. Le imprese italiane — fermo il cambio della lira con il marco, il franco, lo yen ecc., mentre i nostri prezzi sono saliti di più di quelli europei e giapponesi — hanno perso competitività. Per sapere se il nostro boom produttivo potrà durare, dunque, dobbiamo guardare agli scambi con l'estero. Se non si troveranno metodi per ridare competitività alle imprese, dovremo frenare l'espansione in atto. Francesco Forte

Persone citate: Aumenta

Luoghi citati: Germania, Medio Oriente, Milano, Usa