Misura e realismo dell'Italia in un quadro Cee quasi compatto di Igor Man

Misura e realismo dell'Italia in un quadro Cee quasi compatto Misura e realismo dell'Italia in un quadro Cee quasi compatto Cossiga ha parlato ieri di solidarietà con il popolo americano, ma anche di «rispetto per la ricerca iraniana di espressione» - Un appello alla giustizia Dalla mezza disponibilità tedesca, all'incertezza inglese, alla rigidità francese ROMA — In questi giorni un sentimento comune accorpa 1 Nove Paesi della Comunità europea. Le Inevitabili polemiche Interne, 1 vari «distinguo» sugli Innumerevoli problemi comunitari sembrano superati: tutti insieme i Nove appaiono travagliati dall'Imbarazzo di fronte a quello che l'Eliseo chiama prudentemente 'la richiesta di Carter», per non usare lo sgradevole, e più pertinente, termine 'Ultimatum'. Ma se l'imbarazzo è comune, le reazioni dei singoli Paesi all'ultimatum di Carter differiscono da capitale a capitale. SI tratta di sfumature, certo, ma in diplomazia hanno il loro peso Cominciamo dall'Italia. Nel suo discorso programmatico, il presidente Cossiga ha ieri toccato 11 punto dolente della sollecitata solidarietà con gli Stati UnitJ contro l'Iran. DI fronte a certe 'pratiche inaccettabili', ha detto Cossiga. 'l'Italia è pienamente solidale con il popolo americano'. Ogni decisione su sanzioni economiche, sulla rottura del rapporti diplomatici con l'Iran, non potrà venire se non dopo la riunione comunitaria del 21 aprile a Lussemburgo. Epperò, ha soggiunto il presidente del Consiglio, 'deve esser chiaro fin d'ora che nell'azione del governo italiano vi è certo il rispetto per la difficile ricerca di espressione della sua peculiarità naeionale da parte del popolo iraniano, vi è la prudente preoccupazione di non introdurre altri elementi di turbamento in una cosi difficile situazione e di salvaguardare anche legittimi interessi reali e personali'. Rispetto, prudenza e tuttavia 'Una rivoluzione che vuol essere processo di liberazione e di indipendenza non può offuscare se stessa con cosi gravi violazioni del diritto: la giustizia può essere reclamata solo comportandosi secondo giustizia. E' l'appello — ha concluso Cossiga — che con amicizia e fermezza rivolgiamo ai dirigertU lrdnianpi£2™ Questo appello, a conclusione di un discorso misurato e realistico, è fatalmente destinato a non avere riscontro. Potrebbe senz'altro recepirlo un Bani Sadr, ma non certo Khomelnl. Come ha detto il direttore della rivista The Iraniani 'La decisione dell'Imam di non trasferire gli 'ostaggi sotto il controllo del governo ha due obiettivi: mantenere aecsuBgdor aperto il confronto con gli Usa e con l'Occidente da una par- \ te, impedire che il potere si consolidi all'interno del Paese'. E Ahmed Salamatlan, uno degli uomini più vicini a Bani Sadr, aggiunge: «Fra i tanti errori commessi da Carter gli ultimi sono stati più gravi. Eravamo a un passo dalla soluzione del problema ostaggi, e loro (gli UsaJ sono riusciti a mandare dt nuovo tutto in altomare'. A questo punto l'imbarazzo dei Nove si traduce nel classico interrogativo: che fare? La Germania federale ritiene, e non a torto,,che sia da saggi mantenere le relazioni diplomatiche con l'Iran 'anche nell'interesse degli ostaggi detenuti a Teheran'. Sono parole del ministro degli Esteri Genscher è seguono di. un giorno quelle del cancelliere Schmidt: 'Alcuni desideri di Washington possono essere soddisfatti, ma molti altri possono essere esauditi soltanto in una certa misura'. Da parte britannica c'è un generico discorso al Comuni della signora Thatcher che si è limitata a confermare il massimo appoggio» agli Usa, concludendo che una decisione In merito a eventuali sanzioni contro l'Iran non potrà certo venire prima del summit europeo del 21. Ma non è un mistero come a Lisbona Lord Carrington abbia detto che la Gran Bretagna non dispone di mezzi giuridici tali da impedire agli operatori econòmici inglesi di lavorare con l'Iran. In quanto alla Francia si sa che «in linea di principio' l'Eliseo è contrario a inasprire la situazione, a chiudere 'Ogni possibile varco.a sempre possibili trattative'. Detto tutto questo è chiaro che 11 summit europeo del 21 aprile sarà un momentum fra 1 più difficili e gravi della storia dell'Europa unita. E' Impossibile fare la fine dell'asino di Burldano, è difficile per gli europei non memorizzare quanto ha detto al Times il direttore dellla Banca centrale Iraniana, il trentaduenne AU Reza Nobari, e cioè che 'l'Iran potrebbe essere costretto a dipendere sempre più direttamente dall'aiuto sovietico se verranno le sanzioni economiche dei Paesi europei». Igor Man

Persone citate: Ahmed Salamatlan, Bani Sadr, Cossiga, Lord Carrington, Schmidt, Thatcher