Sulla rivistao Mondoperaio Craxi fa marcia indietro

Sulla rivistao Mondoperaio Craxi fa marcia indietro H segretario; nessuno ha mai pensato di chiuderla Sulla rivistao Mondoperaio Craxi fa marcia indietro Con una lettera Signorile, Lombardi, Aniasi e altri della sinistra criticano il comportamento della segreteria verso gli intellettuali «dissidenti» - E il partito promette: il Centro culturale vivrà dalla redazione romana ROMA — E' stata smentita la notizia della chiusura della rivista socialista Mondoperaio dell'omonimo Centro cultura, diretti la prima da Federico Coen, il secondo da Paolo Flores d'Arcais. La segreteria del psi ha diffuso Ieri un comunicato nel quale si legge: In relazione a voci e notizie apparse su organi di stampa circa l'eventualità di un ridimensionamento e perfino di una chiusura della rivista del partito Mondoperaio, la segreteria del partito dichiara che esse sono prive di qualsiasi fondamento». Ci si propone però di esaminare al più presto la situazione amministrativa della pubblicazione e delle attività culturali e editoriali connesse «per adottare misure adeguate al loro funzionamento e sviluppo». Le voci riportate dalla stampa saranno forse state prive di qualsiasi fondamento, come dice Craxi. Certo è che persone che delle cose del partito dovrebbero essere al corrente, come il vicesegretario Signorile, l'ex presidente Lombardi, e poi Cicchitto e Aniasi, Covatta e Guarraci hanno Inviato al segretario una lettera (la pubblica nel suo numero di domani, lunedi, l'Espresso) nella quale, ricordata l'importanza avuta da Mondoperaio nell'evoluzione recente del partito, si esprime stupore per «la sospensione di ogni contributo finanziario al circolo e la pra tica procedura di liquidazione della rivista». L'autonomia degli intellettuali di Mondoperaio dal partito era stato uno dei vanti dei socialisti, ma ecco che, negli ultimi giorni, di questa autonomia era stata fatta una «rilettura». L'Espresso riporta una battuta di Formica (l'ex segretario amministrativo del psi, che Craxi ha voluto nel governo e sul quale è in corso una vivace polemica, dopo che il senatore Merzagora lo ha accusato di scorrettezze nei confronti dell'ora defunto industriale Ferruzzi). Fòrmica avrebbe detto: «Questo Centro è diventato un club privato-,Non capisep perché doìkèbb'e mantenèrlbiVparti- scc to». E — sempre secondo VEspresso — Craxi: «Afa io questi intellettuali li cambio, tanto ne ho a migliaia». Infine, il craxiano Martelli, in una recente intervista: «Sono ancora convinto che gli intellettuali debbano essere disorganici ma non quelli stipendiati dal partito». In realtà, in un nartito come il psi, In cui le fratture sono più frequenti delle saldature, è difficile che un gruppo di intellettuali possa essere «organico» a tutto il partito contemporaneamente. Cosi, proprio gli intellettuali di Mondoperaio, a suo tempo elaboratori della linea vincente al congresso di Torino, attaccarono di recente Craxi, accusandolo di gestione dittatoriale del psi. E infatti i firmatari della lettera a Craxi dicono: «Ci sembra una scelta politica gravemente involutiva rispetto alla linea di rinnovamento culturale e di elabo¬ razione ideologica del psi e sostanzialmente punitiva verso uomini e istituti che si sono mossi anche recentemente con libertà^critica ed autonomia anche polemica verso la segreteria del partito». Nella lettera si ammettono le difficoltà finanziarie del partito, «ma questo non deve essere usato come giustificazione per interventi die hanno il sapore dalla normalizzazione di aree di dissenso». Il segretario è perciò pregato di «modificare questo stato di cose che crea grande disagio in tutti i compagni e far sì che venga rapidamente superato». Forse la smentita alla chiusura della rivista, smentita che è stata emessa ieri dalla segreteria, è già una risposta alla lettera scritta da Claudio Signorile. Certo, la lotta interna del partito socialista sembra non avere tregua su alcun fronte.

Luoghi citati: Roma, Torino