Bloccati gli elicotteri già venduti all'Iran

Bloccati gli elicotteri già venduti all'Iran Mancano i permessi per sorvolare l'Italia Bloccati gli elicotteri già venduti all'Iran . L'Agusta non riceve da tempo le autorizzazioni a spedire i ricambi - «È una tipica situazione all'italiana: il governo non dice né si né no» - Un'azienda con 10 mila dipendenti La vicenda degli!seROMA elicotteri che l'Agusta co struisce per l'Iran è abbastanza semplice nei suol termini essenziali, ma la soluzione appare tremendamente ingarbugliata e difficile. Intanto, si impone un chiarimento preliminare: l'Agusta è interessata «/ino ul collo*, ma trattandosi di materiale strategico «non può prendere decisioni autonome e deve sottostare agli accordi diplomatici» che intercorreranno tra l'Italia e gli Stati Uniti. L'Agusta impiega circa 10 mila lavoratori negli stabilimenti di Cascina Costa (Gallarate), di Brindisi, di Frosinohe e di Benevento (in corso di costruzione). I sindacalisti esprimono apprezzamento per la politica meridionalistica seguita dall'azienda: «£' una delle poche industrie — ci ha detto il segretario della UH, Mattina — che ci abbia ScfodaBpl'mnqzrmcmcLuctdtnt seguito negli investimenti al |Sud. Si tratta di stabilimenti con autonomia produttiva, fortemente integrati». L'azienda ha quattro linee di elicotteri: tre su licenza americana (Boeing, Sikorski, Bell) ed una su progetti propri. Nel settore degli elicotteri l'Agusta è la terza azienda mondiale. Se venissero annullate le licenze americane quale sarebbe la conseguenza? All'interrogativo ci è stato risposto: 'Sarebbe il fallimento». L'Iran ha una flotta di elicotteri imponente: circa un migliaio, dei quali U 60 per cento sono italiani (Agusta). Le forniture sono in atto da una decina d'anni, attraverso commesse successive. Il contratto in corso prevede la vendita di una trentina di elicotteri, modello CH-47/C «Chinook», come queUo precipitato una decina di giorni addie- ro ad Abu Dhabi. I dirigenti dell'Agusta non forniscono dati e in questa fase prefericono non fare dichiarazioni. Tuttavia, secondo quanto riulta, circa la metà dei trenta elicotteri sarebbero già neU'lran. Un'altra mezza dozzina sarebbero stati consegnati». Che cosa significa «consegnati»? Cerchiamo di spiegaro. Quando un elicottero è costruito, l'Agusta lo comunica ai tècnici iraniani che arrivano a Cascina Costa, lo collaudano e, se le prove sono soddisfacenti, firmano l'accettazione. Dal momento dell'accettazione l'elicottero è, a tutti gli effetti, di proprietà del diente. Però è fermo a. Cascina Costa e per levarti In volo e raggiungere l'Iran (in cinque o sei tappe, lungo Itinerari che variano a seconda deUe disponibilità dei paesi che deve sorvolare) occorrono prima di tutto i permessi per U sorvolo del territorio italiano. A questo punto l'Agusta «è fuori gioco» e può sostenere di aver rispettato U contratto con il cliente Iran anche se gli elicotteri non si levano in volo dallo stabilimento di Gallatale. Sarebbe questo il caso della mezza dozzina di «Chlnook» fermi a Cascina Costa da un paio di mesi. Analogo U discorso per i ricambi «dei quali una flotta di 600 elicotteri'ha bisogno ogni giorno». L'Agusta afferma che «non si può parlare di blocco». Però, se le informazioni raccolte sono esatte, è almeno da cinque mesi (cioè dal sequestro degli ostaggi nell'ambasciata Usa) che «non arrivano le normali au torizzazioni a spedire i ricambi», che l'azienda fabbrica e che mette in magazzino. 'Siamo di fronte ad una tipica situazione all'italiana — ci ha detto una persona che non desidera essere nominata — in quanto il governo non dice né si né no». Però bisogna anche considerare che non è facile inventare una soluzione che tenga conto, contemporaneamente, degli orieantamentl degU americani (titolari delle licenze di fabbricazione degU eU cotterl, che sono materiale "bellico) e delle esigenze dell'Italia (che ha grossi contratti In corso con Teheran in diversi settori e che importa dall'Iran U 2 per cento del petrolio di cui ha bisogno). La segreteria nazionale dei metalmeccanici (Firn) mercoledì, quando è sorta la questione, ha emesso un comunicato nel quale attribuiva all'Agusta 'il blocco verso Teheran». Questa presa di posizione (giudicata «sbagliata» da un portavoce deU'Agusta) era forse dovuta al fatto che si riteneva (la cosa non è stata accertata) che i «permessi di Volo» esistessero e che fosse l'Agusta a bloccare la mezza dozzina di elicotteri fermi a Cascina Costa. Le reazioni sindacali ieri sono state più caute. Il segretario generale dei metalmeccanici della UU, Vincenzo Mattina, ci ha dichiarato: i 'L'Iran può avere tuttii torti del inondo, ma credo che non sia interesse di nessuno fare passi avventati o stringere troppo il cappio attorno al collo di quel Paese. Gli europei finora non nonno - manifestato entusiasmo per le misure decise dagli americani. Il governo italiano non può certo battere le mani a Khomeini, ma credo che debba compiere ogni sforno per mantenere tutti i piccoli canali di contatto possibili. In Iran noi abbiamo oltre 1500 lavoratori e tecnici». Sergio Devecchi

Persone citate: Bell, Khomeini, Sergio Devecchi, Sikorski, Vincenzo Mattina