Minacce all'Italia di Eugenio Palmieri
Minacce all'Italia Minacce all'Italia (Segue dalla V pagina) .— quali è assurdo che una impresa a partecipazione statale prenda una decisione «tanto drastica» .in assenza di un pronunciamento ufficiale del governo. «L'Italia non può fare il Pierino: bisognerà attendere la decisione che matureranno gli altri Paesi europei», ci diceva ieri un dirigente dell'Italimpianti. «Non possiamo lasciare il campo libero ai tedeschi o ai giapponesi senza contare die a Isfahan, dove stiamo costruendo l'impianto siderurgico, è già in funzione un piccolo impianto sovietico». L'Italimpianti è fortemente impegnata in Iran. Al, l'inizio, cioè con lo Scià, doveva fare un impianto a Bandar Abbas. Il regime rivoluzionario lo ha voluto invece ad Isfahan, ma prima ha rivisto tutte le carte del progetto. «Fino a questo momento —afferina il funzionario dell'I talimpianti — tutto si è svolto regolarmente anche per quanto riguarda i pagamenti II contratto, un miliardo e mezzo di dollari, ci vede impegnati per un arco di 7-8 anni. Finora abbiamo ricevuto 200 milioni di dollari e i pagamenti sono avvenuti anche quando c'è stato il congelamento dei depositi iraniani nelle banche Usa». Situazione abbastanza tranquilla anche alla Società Condotte impegnata nella costruzione del grande porto di Bandar Abbas. Il gruppo deve avere ancora circa 230 miliardi dall'Iran e i pagamenti, in questo caso, vengono onorati con ritardo, ma non da oggi. «Per ora non ci sono problemi particolari — ci ha detto il presidente Loris Corbima — attendiamo le decisioni del governo». Solo allora, si potrà tirare un sospiro di sollievo. Eugenio Palmieri
Persone citate: Bandar Abbas, Loris Corbima
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