America, I' anno cruciale è questo

America, I' anno cruciale è questo I provvedimenti di Carter per sconfiggere l'inflazione America, I' anno cruciale è questo Se terrà duro potrà uscire dal tunnel fra P81 e l'82 e gettare le basi per un'economia più sana -1 riflessi sui mercati monetari e finanziari interesseranno tutto l'Occidente - Previsti ribassi a Wall Street Le misure antinflazionistiche comunicate da Carter sono state oggetto di ampi commenti improntati, per lo più. a notevole scetticismo. La domanda di fondo che si pone la comunità finanziaria e internazionale è se la Federai Reserve cederà o meno alle prevedibili pressioni della rieleggenda amministrazione per addolcire la stretta, mano a mano che il fatidico noverrtbre 1980 si avvicinerà. Sempre critici verso la politica della Federai, specie quando nel mondo si esaltava la statura di Arthur Burns, sentiamo questa volta di ipotizzare un Volcker poco remissivo e ciò pur sapendo che, alla resa dei conti, è un tecnico-politico. Il motivo di questa moderata fiducia sta nel fatto che sembra piuttosto superficiale giudicare fallito il primo piano antinflazionista del 6 ottobre 1979. Gli economisti che conoscono bene il sistema finanziario americano, sapevano allora che ci sarebbero voluti almeno sei mesi perché le misure avessero un impatto sul mercato; sapevano anche che l'obiettivo non era la discesa dei tassi a brève ma la riduzione della liquidità di base del sistema bancario, ossia la capacità delle banche a concedere prestiti. Si sapeva anche che fino a febbraio si sarebbero ricreati eccessi di liquidità per motivi stagionali, come i «pay down» per i prestiti natalizi e la prevista forte crescita dei depositi per le migliorate condizioni societarie e delle famiglie. L'intervento della Fed avrebbe richiesto enormi aste di Buoni del Tesoro e un prematuro rialzo delle riserve obbligatorie. Nel frattempo l'obiettivo di un rafforzamento del dollaro veniva conseguito. Le nuove misure, fiscali e monetarie, non sono di emergenza, come Carter stesso le ha volute definire, ma conseguenti alle prime. Sul piano monetario si è per ora più puntato a ridurre il moltiplicatore della offerta di moneta che non la base monetaria, con la conseguenza che non è detto che ci sarà meno denaro disponibile, nonostante la penalizzazione dello sconto e il conseguente denaro più caro. Anche l'imposizione di riserve su passività bancarie finora esenti avrà il suo impatto restrittivo. Infine tra le misure fiscali, l'imposizione di una imposta di 4,62 dollari per barile di petrolio importato, non va interpretata come . una possibile riduzione di consumo ma a una minor monetizzazione del deficit federale da parte della Federai Reserve. Il deficit federale è, come noto, una delle maggiori voci di espansione della base monetaria. Nel frattempo. continuando il rallentamento dell'economia, gli inventari cresceranno e la domanda per prestiti intesi a completare i programmi di investimento premerà sulla liquidità'del sistema; è a'questo punto che la Federai dovrà decidere se tenere duro e creare un «credit crunch» o allentare le redini. Se, come è stato ipotizzato all'inizio, terrà duro, anche interpretando l'ansia dell'opinione pubblica a uscire da un tunnel ormai insopportabile, l'America avrà riportato la prima vittoria economico-monetaria dell'ultimo decennio. Nei mesi a venire si vedranno ancora tassi elevatissimi di inflazione e di interesse, ci sarà la recessione e ne risentiremo tutti. Ma 1^ basi per un'economia più sana tra il 1981 e il 1982, sostenuta anche da spese per la difesa, che potranno essere materializzate soltanto l'anno prossimo, saranno state gettate. I riflessi sui mercati monetari e finanziari saranno quelli di ogni recessione; al cadere dei tassi a breve (maggio-giugno) potrebbe verificarsi un miglioramento del mercato obbligazionario, anche se la caduta dei tassi a medio-lungo termine non potrà essere drastica. Il mercato azionario rappresentato dai settori ciclici, dovrebbe scendere e svoltare in coincidenza o quasi con la fine della recessione, che potrebbe anche scavalcare la rielezione del Presidente. I titoli dell'energia, della difesa e dell'alta tecnologia potrebbero invece scontare assai prima una ripresa, frenando l'attuale caduta che è anche correzione di eccessi precedenti. Anche l'oro, uscito dalla fascia 600/700, appare sottovalutato e, nonostante un addolcimento dell'inflazione, riprenderà quel trend rialzista che gli Anni 80, in simbiosi con il petrolio, gli hanno-assegnato. Prima, tuttavia, è probabile che debba ritoccare i vecchi minimi. Antonello Zimino

Persone citate: Antonello Zimino, Arthur Burns, Volcker

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