Parte la «revisione» dei bilanci la Consob ha ormai pronto l'albo
Parte la «revisione» dei bilanci la Consob ha ormai pronto l'albo Entro il 26 aprile si conoscerà il primo elenco dei revisori Parte la «revisione» dei bilanci la Consob ha ormai pronto l'albo TORINO — Finoro, l'unico lavoro serio l'ha fatto Mediobanca die da tempo, una volta l'anno, pubblica una poderosa radiografia dell 'industria' italiana. Ma dal 26 aprile prossimo, molte cose sono destinate a cambiare. Entro quel giorno, infatti, la Consob pubbliclierà il primo albo dei revisori, istituito per adeguare la legislazione societaria italiana a quella europea che prevede, nel giro di due-tre anni, ancìie l'obbligo della certificazione dei bilanci per tutte le società per azioni. Anche in Italia insomma, sia pure con anni di ritardo, si avvia una «rivoluzione silenziosa», ma importantissima, che metterà fine a quella giungla di «bilanci truccati» che è stato anche uno dei motivi (seppure non il principale) della fuga progressiva dèi risparmio dalla Borsa, Ad esserne convinte, per prime, sono le società di revi sione, quelle serie, che hanno presentato domanda di iscrizione; e sembra esserlo soprattutto la Consob, che dai primi giorni di febbraio, sta esminando, con molta severità, le pratiche presentate da 35 società, comprese le «otto sorelle», cioè le grandi società di revisione internazionale che operano in Italia da molti anni arrivate al seguito delle multinazionali americane. E il numero è destinato a dimi nuire ancora, dal momento che la Consob sembra decisa a eliminare quelle che non offrono sufficienti garanzie di competenza, serietà e solidità (ognt socio deve garantire per almeno 300 milioni). I motivi di tanta severità sono facilmente spiegabili. Imposto in Italia dalle scorribande di Sìndona e soci nelle piazze degli affari, il problema della certificazione dei bilanci corteva un grosso rischio: di essere risolto all'italiana, cioè con tante società fantasma, che avrebbero confuso ancora di più il mercato; e cosi la Consob ha preferito varare norme restrittive per l'iscrizione ali 'albo. «E poi — dice Maurizio Camerano, vicepresidente della elios. una delle pocìie società italiane operanti sul mercato — una società seria non la si improvvisa dall'oggi al domani: occorrono investimenti bisogna formare dei quadri, che l'università non fornisce; ci vogliono tecnici ed elaboratori per vivisezionare i bilanci; occorre insomma un'organizzazione di tutto rispetto». Anche il mercato die si apre è tutt'altro die trascurabile: gli esperti valutano che, per i prossimi tre-quattro anni.si aggirerà sui 300-400 miliardi l'anno e potrà dare lavoro a 8-10 mila revisori che oggi non esistono. Ma se la selezione della Consob sarà cosi severa (come sembra) come faranno poche società a soddisfare una domanda che, in poco tempo. rischia di diventare esplosiva? Nessuno al momento sa dirlo ma le società che prevedono di comparire nel primo elenco speciale stanno già correndo ai ripari. A scegliere un revisore, per prime, saranno infatti le società quotate in Borsa che, alla data del 31 dicembre 74, avevano un capitale superiore a 50 miliardi. Poi toccherà alle finanziarie, mentre per le Compagnie di assicurazione la data dovrebbe andare a fine '83. Subito dopo sarà il turno delle banche, méntre, fin dai prossimi mesi dovranno muoversi le imprese'che vogliono beneficiare della legge di riconversione industriale oppure quelle che, in base alla legge Ossola, vogliono ottenere la garanzia Sace sui crediti all'esportazione. In pochi anni, insomma. saranno 1000-1500 le società che dovranno per legge avere il bilancio certificato. Anclie per questo la Consob vuol rendere credibile al massimo l'albo dei revisori, un settore che oggi, in Italia, è praticamente controllato all'80% dalle «big eight» (società serissime, tutte di origine anglosassone, che vanno dalla Arthur Andersen alla Price Waterhoùse, dalla Peat alla Marwinck) e da un pugno di società italiane che, in questi anni, lianno cercato di modellarsi sulle esperienze delle «otto sorelle» che, da sole, controllano già il 60-70% del mercato ■mondiale della certificazione. Un mercato alla vigilia del boom anche in Italia. Cesare Roccati
Persone citate: Arthur Andersen, Cesare Roccati, Maurizio Camerano, Peat, Price
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