Perché Belgrado non va a Parigi di Paul Yankovitch
Perché Belgrado non va a Parigi Il «no» jugoslavo alla conferenza dei partiti comunisti europei Perché Belgrado non va a Parigi NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE BELGRADO — La Lega dei comunisti jugoslavi non sarà rappresentata alla conferenza dei partiti comunisti europei che, per iniziativa dei pc francese e polacco, si riunirti a Parigi il 28.e 29 aprile per esaminare i problemi della pace e del disarmo del continente. Jl motivo di quest'assenza, ha dichiarato Aleksandr Grlickov, incaricato del comitato centrale per i rapporti con i partiti comunisti, è che tale conferenza non potrebbe dare «gli attesi risultati positivi» nell'attuale grave situazione internazionale, che esige lai compattezza di tutte le forze progressiste indipendentemente dal loro orientamento ideològico, forze per le quali pace e disarmò sono, non meno che per i comunisti «di interesse vitale». Il rifiuto dei comunisti iugoslavi di andare a Parigi non sorprende. Essi, come altri, non sono soddisfatti dei preparativi «Incompleti e superficiali» (non vi hanno collaborato) della conferenza, convocata senza il loro accordo preventivo. Anche il documento che.la confe¬ renza dovrà discutere è stato redatto senza una toro consultazione. In realtà si ha la sensazione che il partito jugoslavo, per quanto lo riguarda, sia stato messo in qualche modo davanti al fatto compiuto, metodo che si riteneva definitivamente abbandonato dopo la conferenza di Berlino del 1976.1 comunisti jugoslavi, inoltre, non capiscono per quale motivo i partiti.comunisti discuteranno in questo momento soltanto dei problemi europei, degli euromissili per esempio, e; non piti in generale dei missili che [minacciano il nostro continente, o dei problemi dell'Afghanistan o della Càm'bogia che sono altrettanto attuali e non meno gravi. La pace e il disarmo e, di conseguenza, la distensione, non sono fonte di grande preoccupazione per llnteraumanità? Inoltre, riunendosi fra di loro, in un \drcolo chiuso, e adottando documenti che, come è sovente accaduto in passato, esprimono le vedute di un blocco, e cioè di una delle grandi potenze, i comunisti non dannò limpressione di arrogarsi il monopolio del regolamento delle que¬ stioni relative alla pace e al disarmo, monopolio che non hanno e non possono avere? Procedendo in questo modo si isolano sul piano internazionale e nei loro Paesi dalle altre fòrze progressiste, siano esse socialiste, socialdemocratiche o cristiane, senza l'aiuto delle quali non si può realizzare niente di duraturo. Dopo la celebre risoluzione del 1948 del Cominform, che aveva deciso la loro esclusione dal -campo socialista», i comunisti jugoslavi non hanno mai manifestato un eccessivo entusiasmo per le riunioni multilaterali dei partiti comunisti. Non vi si oppongono per principio, enee prova la loro partecipazione alla conferenza di Berlino; ma questa riunione era stota preceduta, si ricorda, da uno schietto e faticoso dialogo di due anni nel quale erano stati precisati gli obiettivi ed era stato ammesso il principio del consenso. I fautori della conferenza di Parigi e tutti coloro che sono d'accordo con essi hanno chiaramente dimenticate tutto questo. Paul Yankovitch Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»
Persone citate: Aleksandr Grlickov
Luoghi citati: Afghanistan, Belgrado, Berlino, Italia, Parigi
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