Ospite del Capitano Nemo di Primo Levi

Ospite del Capitano Nemo PRIMO LEVI RACCONTA UN'AVVENTURA SUL MARE Ospite del Capitano Nemo Quasi una riscoperta dell'universo di Verne - Tra i tecnici e i marinai che depongono a 600 metri di profondità 160 km di metanodotto tra la Tunisia e l'Italia (dovrebbe soddisfare il 7 per cento del nostro bisogno energetico) - Competenza, spirito d'iniziativa e coscienza di uh lavoro ben fatto s o , n a -, , e i a a l o' , a e' -: , CANALE DI SICILIA — Nel Canale di Sicilia, a messa' via fra il Capo Bori e Masara del Vallo, sta navigando una nave strana. Si chiama Castòro Sei perché è il frutto di una rapidissima evoluzione quasi-darwiniana che ha patto origine dal Castoro Uno una decina di anni fa: questa dinastia di Castori appartiene alla Saipem, consociata dell'Eni, ed è costituita da navi destinate alla posa di grandi tubazioni sul fondo marino. Il Castoro Sei è partito il 13 dicembre scorso dalla Tunisia, e depone sul fondo del Mediterraneo un tubo che porterà in Italia e in Europa il metano che proviene dai poggi petroliferi del deserto algerino (e che coprirebbe il 7 per cento circa del fabbisogno energètico italiano); questo tubo non corre in linea retta: i progettisti hanno scelto la linea di minor costo, che non coincide necessariamente con quella di minima lunghezza, ma è quella che evita le maggiori asperità e dislivelli del fondo, Ciò nonostante, è stato impossibile evitare là fossa profonda 600 metri che taglia trasversalmente il Canale di Sicilia: il Castoro Sei è l'unica nave al mondo (per ora) che sia in grado di deporre un tubo a questa profondità. E' una nave che non assomiglia a nessun'altra nave: nave per definizione, in quanto è un natante costruito dall'uomo ed in grado di spostarsi coi propri messi, non certo nave per l'aspetto. E' formata da una piattaforma di 150 per 50 metri, sostenuta da dieci enormi pilastri che a loro volta appoggiano, cinque per parte, su due scafi sommersi. Sulla piattaforma c'è una selva di gru, antenne radar, argani, tronconi di tubo, su cui domina, a poppa, l'edificio dell'officina (la chiamano «la Cattedrale») da cui prende origine, pezzo per pezzo, il tubo che scenderà in mare; il tetto dell'officina è l'eliporto, su cui atterra l'elicottero che tiene i contatti rapidi con la terraferma: ^■■■L'officina stessa, la plancia di comando, la rampa lungo ■cui scende il tubo ed i due scafi sono gremiti di meraviglie; ho avuto la ventura di visitare queste viscere meccaniche accompagnato dal Capitano della nave e dai tecnici dell'Eni, è mi sembrava di rivivere la famosa «visita guidata» che il Capitano Nemo offre al Professor Aronnax attraverso le altrettanto portentose viscere del Nautilus in Ventimila leghe sotto i mari.- La singolarità del Castoro "Sei, che determina la sua curiosa forma, è la sua capacità' di mantenersi fermo in acqua, a dispetto del vento, delle correnti è del moto ondoso, e di spostarsi con velocità esattamente, controllata. Il tubo che viene deposto è rigido e pesante: è composto di spezzoni dì 12 metri, del diametro di cinquanta centimetri, dello spessore di due centimetri, rivestiti di polietilene e di cemento; ogni spezzone pesa dalle tre alle quattro tonnellate. Gli spezzoni vengono continuamente riforniti al Castoro da due navi diservizio, che fanno la spola coi cantieri a terra; nella «cattearate» vengono saldati l'uno sull'altro con tecniche assai sofisticate (sono necessarie sette passate di saldatura), i giunti vengono controllati al raggi X ed agli ultrasuoni, protetti con catrame fuso, dopo di che il tubo viene «varato» in mare per una lungheosa corrispondente a quella dello spezzone, cioè per dodici metri esatti. Il momento del varo, che se tutto marcia regolarmente si ripete ogni dieci minuti circa, è uno spettacolo che non si dimentica: al comando del cervello elettronico che sovraintende a tutte le operagiani della nave, le Quarantamila tonnellate del Castoro si spostano istantaneamente e ponderosamente di dodici metri verso la costa siciliana; ma il movimento è così dolce e privo di strappi che chi sta ■a bordo non lo percepisce (come del resto non percepisce neppure il moto ondoso, anche con mare grosso): vede soltanto scorrere in avanti il tubo lunga la rampa, e gli pare che si muova quello e la nave sia ferma. E' un'illustrazione concreta della relatività galileiana, e ritorna a mente la Garisenda di Dante, che sembra chinarsi verso terra quando sul suo sfondo vagano le nuvole trascinate dal vento. ' teressano parecchi chilometri quadrati di mare. A questi mezzi vanno aggiunti quattro sottomarini tascabili, ognuno con due uomini di equipaggio, e muniti di cineprese, macchine fotografiche, fari e manipolatori esterni: essi controllano la giacitura della tubazione, e le loro mani meccaniche sono in grado di collocare speciali sostegni regolàbili sotto i tratti di tubazione che all'ispezione risultino mate appoggiati. La «mente che governa la mole» è un cervello elettronico, ma ci sono menti umane che governano quest'ultimo. L'equipaggio del Castoro comprende una specie nuova di marinai-inflegneri, per lo più molte piovani, e sincera mente entusiasti per l'avventura che starino vivendo: la plancia di comando, loro luogo di lavoro, scavalca la fan tasia del profano. Contiene, forse una quarantina dì schermi televisivi che comunicano istantaneamente, sotto forma di cifre o d'immagini, .tutte le informazioni necessarie per questa navigazione fatta di piccoli passi estremamente precisi: le deviazioni del tubo dalla collocazione prescritta, le (minuscole) inclinazioni del mezzo, l'orientamento e la distanga delle ancore, la tensione dei loro cavi, gli sforzi del tubo, fino, alle tempera ture dei cuscinetti a sfere su cui sono montati gli argani di varo; altri teleschermi riproducono in plancia tutto quanto a-viene nelle stazioni di saldatura. ' Ci sono a bordo radaristi, elettronici, un meteorologo, due esperti di ultrasuoni e due radiologi addetti al controllo delle saldature, gruisti, uomini-rana per le ispezioni subacquee; ma ci sono anche i manovali, i cuochi, e perfino i fornai, perché l'equipaggio' che svolge un servizio così delicato e gravoso ha diritto ad avere pane fresco a tutte le ore del giorno e della notte. Mi è stato detto che il lavoro, benché ripetitivo e ossessivamente preciso, non è mai noioso. La deposizione di una iubazione a quella profondità è un'operazione mai fatta al mondo prima d'ora, ed esige quindi idee, strumenti e uomini nuovi; ma sarebbe ingenuo pensare che in un sistema cosi complesso, e destinato ad operare in condizioni così inusitate, tutto possa essere, previsto e non si verifichino mai incidenti. Ne sono avvenuti diversi, ed una in specie ha dimostrato guanto ancora valgano, anche nell'era della cibernetica, l'esperienza e la fantasia inventiva quando accorra risolvere rapidamente, e «coi mezzi di bordo», un problema nuovo. Castoro costa 280.000 lire!), il carrello ostruiva completamente il tubo, e doveva quindi essere rimosso a tutti ì costi e presto. Si è riunito un vertice dì tecnici e si sono fatte varie proposte, di cui la più pittoresca, era la seguente: telefonare in Tunisia, fare introdurre nel tubo una palla di gomma e pomparvi dietro aria compressa, come si fa nella posta pneumatica: la palla avrebbe raggiunto il carrello sul fondo del Mediterraneo e lo avrebbe sparato fuori. Si stava ancora discutendo quando si è fatto-ovanti uno dell'equipaggio: era un ex-pescatore, e gli sembrava evidenteche.il carrello doveva essere pescato. La sua proposta era semplice, rapida e non costava che qualche migliaio di lire; l'uomo è stato condotto in officina, dove si è fatto costuire un grosso amo e lo ha zavorrato con un peso. Ha introdotto amo e peso nella bocca del tubo, e dopo qualche minuto di tentativi pazienti ed esperti ha agganciato il generatore e lo ha tirato /uori. Non ho conosciuto l'anonimo pescatore, ma nei visi intravisti sul Castoro ho riconosciuto segni che è raro notare altrove. Sono ì segni di chi ha coscienza che il, proprio lavoro è intelligente ed utile; che esso, se anche è fruito dell'ingegno altrui, contiene margini per l'ingegno di chi lo svolge;.che ancora oggi, nel tempo del lavoro non più faticoso ma alienante, è datò recuperare, magari in mezzo al Canale di Sicilia, gli antichi piaceri della competenza messa alla prova e del lavoro ben fatto. Primo Levi La nave-piattaforma «Castoro sei» in navigazione: «cattedrale» di antenne, gru, argani al comando di un cervello elettronico1

Persone citate: Castori, Castoro, Nemo, Verne

Luoghi citati: Europa, Italia, Sicilia, Tunisia