Sei sciatori morti in un crepaccio durante una discesa in fila indiana

Sei sciatori morti in un crepaccio durante una discesa in fila indiana La sciagura sulla Cresta Jòula, a 2600 metri, sopra Courmayeur Sei sciatori morti in un crepaccio durante una discesa in fila indiana Le vittime sono due italiani (uno è un dirìgente Fiat), tre inglesi e un tedesco - Due i feriti, uno è gravissimo - Sono precipitati lungo un tratto ghiacciato, senza prestare attenzione ai cartelli di pericolo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AOSTA — Sciagura sul monte Chécrouit: sei'sciatori sono usciti di pista e sono finiti in un crepaccio. Sono morti dopo un salto di cinquanta metri. Altri due sono rimasti feriti, uno è in sala di rianimazione. E' accaduto ieri verso le 10. Le vittime sono: Consuelo Orlandi, che risiedeva a Busto Arsi zio; Costantino Alpestre, 55 anni, di Torre Maggiore (Poggia), residente a Torino in corso Montecucco 76, coniugato, dirigente Fiat; July Sproul, 12 anni, di York (Inghilterra); Joseph Brulberg, 40 anni, tedesco; Annabelle Oliphan, 25 anni, di Hoslemere (Inghilterra), e Richard Wood, 20 anni, pure inglese. La generalità delle vittime sono ancora incomplete, i carabinieri stanno cercando dóve erano alloggiate a Courmayeur. All'ospedale di Aosta c'è un altro inglese, di cui si sa solo il cognome, Bloch, sui vent'anni, per il quale i medici nutrono poche speranze; ha un trauma cranico e sintomi di assideramento. Medicato e dimesso, invece, Marco Egida, anche lui di Busto-Arsizio; era con Consuelo Orlandi. Le squadre di soccorso stanno cercando un altro sciatore che era in compagnia delle vittime. Senza successo fino a tarda notte. Può darsi che non fosse nel gruppo, ma non si esclude che al tragico elenco si. debba aggiungere un altro nome. Le ricerche sono riprese all'alba di stamane. Gli sciatori tedeschi e inglesi erano arrivati a Courmayeur un paio di giorni fa per trascorrervi le vacanze di Pasqua. Ieri mattina erano saliti in funivia alla Crésta Yula, nella zona del Chécrouit, a 2600 mètri di quota, dove ci sono gli impianti di skilifts del Pian della Gabba. Di là partono alcune piste di media difficoltà, regolarmente palmate. La zona si affaccia sul versante del comprensorio della Val Veny. La sciagura è accaduta, pare, • per un'imprudenza delle vittime che sono uscite dal tracciato dove la neve era più soffice. Porse non hanno fatto caso alle transenne sistemate poco prima di un boschetto, che nasconde l'insidia di un burrone ghiacciato, dove già lo scorso anno c'è stato un incidente mortale. I sei non erano tutti insieme, ma divisi in due gruppi. Scendevano paralleli, ma ad una distanza di un centinaio di metri l'uno dall'altro.' Secondo la ricostruzione fatta dalle squadre di soccorso, i primi tre sciatori sarebbero usciti sulla sinistra della pista e avrebbero puntato verso il bosco. Avrebbero preso velocità e sarebbero scomparsi tra gli abeti, verso il baratro. . Nessuno di loro si è reso conto del pericolo e quando ne hanno preso coscienza, non hanno più potuto far nulla. Sono letteralmente volati nel vuoto, uno dopo l'altro. Un salto di 50 metri, nei burrone coperto di ghiaccio. La loro morte è stata istantanea. Ma un'altra tragedia stava maturando. A un centinaio di metri più a valle, forse alla stessa ora, gli altri tre sciatori hanno la¬ sciato la pista regolare per approfittare della neve fresca. Anche loro hanno puntato verso il bosco, forse per gustare l'ebrezza di una discesa più difficile e più rapida. Viaggiavano in fila indiana, a pochi metri l'uno dall'altro. Sono stati visti e seguiti dà un altro sciatore inglese, che più tardi è sceso a valle a dare l'allarme. I tre hanno preso velocità e hanno dovuto chinarsi e piegarsi sulle gambe per passare sotto i rami degli abeti. Sulla zona vi sono i solchi lasciati dagli sci che finiscono sull'orlo del burrone. Sono nitide, senza sbavature, e questo dimostra che i tre non hanno neppure tentato di fermarsi o di deviare. Il baratro s'è spalancato all'improvviso davan- ti ai loro occhi, l'ultima immagine è stata quella del fondo del burrone che veniva loro incontro vertiginosamente. Bloch, l'inglese che è in fin di vita, non faceva parte dei due gruppi; pare che fosse con Marco Egida. Anche 1 due si sono infilati tra gli alberi, ma in un punto meno ripido. Egida è riuscito a fermarsi in tempo. E' scivolato sulle rocce e ha riportato solo lievi contusioni Il suo compagno, invece, ha picchiato la testa contro uno spuntone di ghiaccio ed è finito sepolto nella neve. I soccorsi sono scattati un'ora dopo, quando l'inglese, che da lontano aveva assistito alla seconda sciagura, è stato in grado di dare l'allarme. Dalla scuola alpina di Aosta si è levato un elicottero, che ha calato nella zona, con diversi voli, alpini, carabinieri, uomini del Cai. Le vittime sono state tratte dal crepaccio e portate all'obitorio di Courmayeur. L'inglese Bloch è stato trovato per caso. Un carabiniere ha notato gli sci che spuntavano dalla neve. E' stato estratto con le membra già intorpidite, e un grosso ematoma in testa. Trasportato all'ospedale di Aosta, è stato immediatamente sottopostò alle cure di un'equipe di medici, avvertiti .via radio dai piloti dell'elicottero. Il giovane è sotto la tenda a ossigeno, e la sua vita è appesa a un filo. Sempre ieri mattina, a La Thuile, un ragazzo francese di dieci anni, Clément Martin mentre sciava in un «Campetto», è uscito di pista ed è finito contro un albero: anche lui è in condizioni gravissime all'ospedale di Aosta, per trauma cranico. AldoPopaiz

Luoghi citati: Aosta, Courmayeur, Inghilterra, La Thuile, Torino