Parma: 18 condannati su 27 per lo scandalo edilizio di Remo Lugli

Parma: 18 condannati su 27 per lo scandalo edilizio I giudici sono rimasti 32 ore in consiglio Parma: 18 condannati su 27 per lo scandalo edilizio In totale sono stati inflitti 50 anni e 2 mesi - Pieno successo del pm - Sei anni e mezzo all'ex assessore Alvau, 5 anni all'ex sottosegretario Ferrari DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARMA — Il processo per lo scandalo urbanistico, che si era iniziato al tribunale di Parma quattro mesi fa, il 4 dicembre scorso, si è concluso ieri, nel tardo pomeriggio. Il collegio—presidente Recusani, giudici a latore Angelini e Ferraù —, che si era ritirato in camera di consiglio alle 9,30 di mercoledì, all'inizio della quarantaquattresima udienza, ne è uscito alle 17,40 di ieri, dopo trentadue ore. Era stata allestita una camera apposita, al primo piano, anziché quella consueta al piano terreno, per motivi di sicurezza. La sentenza è di condanna per 18 dei 27 imputati. Un successo pieno del p.m. dottor Laguardia, che aveva chiesto appunto 18 condanne (il numero coincide, ma è stato assolto un imputato che Laguardia avrebbe voluto condannare ed è stato condannato uno che voleva far assolvere). In totale sono stati inflitti 50 anni e due mesi (il p.m. ne aveva chiesti 51). Una giornata dura per l'immagine dell'amministrazione rossa dalle mani pulite. AU'e- poca degli illeciti, dal '72 al '75, infatti, guidavano il Comune il pei e il psi, giunta che era poi stata costretta a dare le dimissioni nel marzo '76, dopo il clamore sollevato per iniziativa del «comitato unitario di lotta per la casa», tra l'altro, con la famosa lenzuolata del 20 ottobre'75. La pena maggiore è toccata all'ex assessore all'urbanistica Paolo Alvau del psi, sei anni e sei mesi, la stessa pena richiesta dal p.m., ritenuto responsabile di corruzione aggravata. Questo reato ricorre per tutti i maggiori condannati. Cinque anni e sei mesi sono stati inflitti a Renato Corsini, uomo del pei (anche per lui il p.m. aveva chiesto la stessa pena). Cinque anni e un mese a Giuseppe Verdi (quattro anni e dieci mesi di richiesta), uomo del psi; cinque anni all'ex sottosegretario Attilio Ferrari del psi (quattro anni e sei mesi); cinque anni all'impresario Ermes Foglia (quattro anno e sei mesi) e quattro anni e quattro mesi al suo socio Francesco Corchia (quattro anni e sei mesi), mentre a Lino Bergamaschi, il terzo socio della Siem, la società che avrebbe dovuto costruire il centro direzionale e in nome della quale sono avvenuti tanti illeciti, tre anni e sei mesi (quattro anni e sei mesi). Al democristiano Marco Abbati, consigliere provinciale, attualmente sospeso dal partito, tre anni e nove mesi (quattro anni e sei mesi); Francesco Berlanda, consigliere provinciale del pei a Torino, architetto, è stato condannato a un anno e dieci mesi (due anni e quattro mesi), mentre l'ex ingegnere ca po del Comune di Parma, Alvaro Corboz, che con Berlanda avrebbe dovuto controllare quello che facevano i tecnici della Siem, ha avuto un anno e sette mesi (due anni e quattro mesi). Rispetto alle richieste del pubblico ministero la sentenza è stata più pesante per sei imputati, tra cui Ferrari, Verdi, Foglia e Corchia, e inferiore per sette, tra cui Abbati, Berlanda e Corboz. Ferrari è stato l'unico ad avere anche, l'interdizione perpetua dai pVlncs pubblici uffici; per Alvau, Verdi, Corsini, questa è stata limitata a cinque anni. Nessuno degli imputati è stato incarcerato, per il pronto ricorso dei difensori. Alla sentenza erano presenti 11 dei 27 imputati, tutti apparentemente impassibili, ma, prima che il presidente finisse la lunga lettura, Corchia e Corsini si sono asciugati una lacrima. Quando si spengono i riflettori degli operatori della televisione, i giornalisti cercano di avere qualche dichiarazione, ma pochi hanno voglia di parlare. Corsini dice: 'Il giudizio storico sarà più impietoso per chi non ha voluto il centro direzionale». Ripete che non ci fu corruzione. Ad Alvau viene chiesto se alla luce di questa sentenza gli spiace di non avere detto qualcosa di più durante l'interrogatorio. Risponde: 'Probabilmente» e subito se ne va. Un difensore commenta: « Non credo sia mai capitato in Italia che tre giudici togati siano rimasti riuniti trentadue ore. Evidentemente c'erano grossi dissensi fra di loro». Il p.m. commenta, limitandosi a sorridere: «71 tribunale è an\dato anche oltre le mie richieste riconoscendo in pieno le tesi che avevo proposte». Il pubblico era numerorissimo, tutto colpevolista. Si sono udite parole precise: 'Bene», 'Meno male», 'Trecento anni dovrebbero dargli». Remo Lugli ■—i

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