Ha un nome il quarto Br Scoperto arsenale a Padova di Paolo Lingua

Ha un nome il quarto Br Scoperto arsenale a Padova Le indagini sui gruppi eversivi a Genova e nel Veneto Ha un nome il quarto Br Scoperto arsenale a Padova Le Brigate rosse hanno rivelato con una telefonata l'identità del solo sconosciuto tra gli uccisi nel covo - È un marittimo: dal '76 sarebbe vissuto nella clandestinità - A Padova arrestato un professore - Altri sette mandati di cattura DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA — Ha un nome il quarto brigatista ucciso a Genova, la scorsa settimana: si chiama Riccardo Dura. Lo hanno rivelato ieri pomeriggio. Alle 17 con una telefonata all'agenzia Ansa di Genova le Brigate rosse, una voce anonima, maschile, priva di inflessioni dialettali, ha detto: •Qui Brigate rosse, colonna genovese "Francesco Berardi". Riccardo Dura è il nome del compagno non ancora identificato. Sia chiaro a tutti, ai carabinieri in particolare, ai magistrati e ai giornalisti che pagheranno per la macabra e lurida propaganda di questi giorni. Onore ai caduti del 28 marzo. Niente resterà impunito». Di Riccardo Dura non è stato possibile, per il momento, tracciare un profilo completo. Dai pochi elementi, messi insieme dopo la telefonata rivelatrice delle Br emerge comunque l'immagine d'un giovane sbandato. Fragile psichicamente (è stato ricoverato in manicomio a soli 16 anni per una depressione), figlio di genitori separati. Fallito sul piano scolastico, irrequieto politicamente, s'era imbarcato come marittimo a più riprese, con intervalli tra un viaggio e l'altro, forse per vincere l'inquietudine che lo assillava. Dura era nato a Rocca Lumera in provincia di Messina 30 anni fa. Era poi venuto a Genova, con i genitori, ancora piccolo. Il padre, Mario, che sulla base delle prime notizie pare sia morto da qualche anno, faceva il calzolaio e aveva una piccola proprietà nel centro storico. Ben presto i genitori si erano divisi e Riccardo era andato a vivere con la madre, Celestina Di Leo, che ha ora 51 anni. La casa dove vive Celestina Di Leo, in Val Polcevera, è una palazzina a tre piani ottocentesca, riverniciata in rosa, come molte case di campagna liguri. I carabinieri, appena hanno appreso la notizia che era la madre del quarto brigatista ancora sconosciuto debbono averla prelevata per interrogarla. A notte inoltrata la donna non era ancora rientrata in casa e non aveva effettuato il riconoscimento della salma. Di Riccardo Dura si sa ancora che ha frequentato, verso la fine degli Anni Sessanta e l'inizio degli Anni Settanta l'ambiente studentesco di Paolo Lingua (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Di Leo, Francesco Berardi, Riccardo Dura, Rocca Lumera

Luoghi citati: Genova, Messina, Padova, Veneto