La leggenda di Owens di Giorgio Barberis
La leggenda di Owens Lo sport ricorda l'uomo dei record La leggenda di Owens La leggenda di Jesse Owens nacque a Berlino quando l'atleta americano superò il tedesco Lutz Long aggiudicandosi l'oro olimpico (uno dei quattro da lui conquistati)nel salto in lungo, ma le sue gesta più clamorose risalgono all'anno precedente, il 1935, quando il 20 maggio aAnnArbor, nel Michigan, in settanta minuti ottenne cinque primati del mondo eguagliandone un sesto. Owens, ragazzo dal fisico possente eppure armonioso nella movenza, additato per il naturale stile che non difetta solo ai veri campioni, già a 16 anni incominciò a far parlare di sé come atleta. La sua partenza fulminea — che tanto gli avrebbe giovato per il salto in lungo — non trovava pieno riscontro nella tenuta sulla distanza, eppure indubitabile fu il suo talento di sprinter. A 20 anni, nel 1933, vinse il suo primo titolo statunitense sui 100, offrendo poi il bis l'anno successivo e in quello olimpico. Il suo nome assurse però alla popolarità varcando i con/ini nei 1935, ad Ann Ar- bor: presentatosi allo stadio dolorante per una caduta dalle scale, in poco più di un'ora •realizzò un'impresa che non ha precedenti né mai riuscì a qualcuno di imitarla. Owens, eguagliò dapprima il primato ■ mondiale delle 100 yarde (9"4), quindi ottenne quelli dei 200 metri e delle 220 yarde in rettilineo (20"3), dei 200 metri e 220 yarde ad ostacoli (22"6) e del salto in lungo (8,13). Un primato questo che avrebbe resistito 25 anni prima di essere migliorato, da un altro grandissimo atleta di colore, Ralph Boston, con 820. All'Olimpiade di Berlino, l'anno successivo, Owens si presentò dopo aver migliorato il 20 giugno a Chicago il record mondiale dei 100, primo atleta al mondo a correre questa distanza in 10"2. Vinse quattro medaglie d'oro, sui 100 (10"3), sui 200 (20"7), nel salto in lungo (8,06) e nella staffetta 4x100 (39"8), primo frazionista seguito nell'ordine da Metcalfe, Draper e Wycoff. Owens si guadagnò così la gloria immortale, tradendo comunque quelli che erano stati i suoi propositi: aveva infatti iniziato a praticare l'atletica sognando di diventare un grande protagonista del salto in alto, in grado di competere con i suoi grandi amici Walter Marty e Cornelius Johnson, entrambi primatisti del mondo negli Anni 30, il secondo vincitore dell'oro olimpico a Berlino. Dopo i trionfi olimpici Owens sul quale fu scritto suliHera!d Tribune: «E' un atleta insuperabile. Quando corre non mostra nessun segno di fatica e sembra che possa sempre far meglio di quanto ha fatto», abbandonò lo 'Status* di dilettante, accettando sfide contro cavalli e giocando anche a baseball: uomo intelligente, mise a frutto la propria popolarità diventando agente di pubbliche relazioni E come tale è stato invitato anche ai più recenti Giochi olimpici per ammirare i suoi successori, tra i quali quelloche sembrò maggiormente infc pressionarlo fu non tanto il saltatore Bob Beamon quanto il velocista Tommie Smith. Giorgio Barberis Tre «momenti» di Owens: sul podio olimpico, nel salto record (8,13), in una partenza
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