Dalla Fiat e dalla Lancia di Claudio Cerasuolo

Dalla Fiat e dalla Lancia Dalla Fiat e dalla Lancia TORINO — Il capoluogo piemontese continua ad essere il più grosso serbatoio di reclutamento per le Br. Undici dei 14 arrestati o caduti nel conflitto a fuoco di Genova provengono dalle fabbriche della città, Fiat e Lancia di Chivasso, dalla provincia, Val di Susa, o da città vicine. Biella e Cuneo. Qui a Torino i capi storici delle Br (Curcio, Buonavita, Franceschini e gli altri) hanno cominciato nell'aula della corte d'assise, che li vedeva imputati di banda armata, la loro battaglia per portare «l'attacco al cuore dello Stato». E qui a Torino devono aver raccolto il maggior numero di proseliti, teso le trame di infinite complicità, allestito covi e rifugi, preparato depositi e arsenali di armi, munizioni, esplosivi. L'altro dato che sembra emergere con sempre maggior forza da quest'ultima operazione degli uomini di Dalla Chiesa è che proprio in fabbrica, alla Fiat e alla Lancia d'i Chivasso, negli anni recenti, dal '77 praticamente fino a oggi, non soltanto operai ma anche delegati sindacali, hanno ingrossato le fila dell'eversione. Tra i caduti nel conflitto a fuoco di via Fracchia, a Genova, c'è Lorenzo Betassa, 27 anni, operaio alla Carrozzeria Mirafiori, rappresentante sindacale della Fim-Cisl. Uno dei sessantuno licenziati dalla Fiat nello scorso ottobre lo aveva citato come teste a discarico nel processo davanti al pretore. E' scomparso dalla sua abitazione in via San Michele del Carso 4 a Torino, il 7 febbraio scorso. Nel volantino diffuso dalle Br a Genova, Lorenzo Betassa, conosciuto come «Antonio», viene indicato come membro della «Direzione Strategica» delle Br. Nello stesso volantino si inneggia a «Pasquale», alias Pietro Panciarelli, ex-operario alla Lancia di Chivasso, latitante dal maggio del '78. Gli hanno trovato un tatuaggio sul braccio, «P.M.»: sta per «Pietro Molotov», nome con cui era conosciuto in fabbrica. Era stato condannato per partecipazione a banda armata dalla corte d'assise di Torino a cinque anni di reclusione. Il terzo uomo delle Br caduto in via Fracchia, definito nel volantino, come «Roberto, operaio marittimo», anch'egli membro della Direzione Strategica del partito armato sarebbe, secondo la Digos, Luca Nicolotti, 26 anni, operalo torinese della Fiat Presse di Mirafiori, latitante dal maggio del '77, quando era sparito dalla fabbrica e si era sottratto agli obblighi di leva. A Torino è stato arrestato Guido Calla, 30 anni. Fino all'agosto '74 era alla Lancia di Chivasso, rappresentante sindacale della Fiom. Lavorava al reparto Verniciatura, come «Pietro Molotov». In fabbrica, ieri all'uscita dai cancelli, nessuno si ricordava di lui. A Biella, infine, è stato arrestato Domenico Jovine, 23 anni, originario di Aversa, ma residente a Crescentino. Operaio alla Lancia di Chivasso, nel reparto Verniciatura, era uno dei 61 licenziati dalla Fiat e aveva scelto il collegio alternativo di legali, rifiutando quello del sindacato. La settimana scorsa, assieme ad altri dieci operai, aveva ricevuto una comunicazione giudiziaria per violenze e. minacce in fabbrica. Claudio Cerasuolo (Servizi a pagina 14)