Un ricordo per Moro e la sua scorta

Un ricordo per Moro e la sua scorta Ieri numerose cerimonie pubbliche nel 2" anniversario dell'eccidio di via Fani Un ricordo per Moro e la sua scorta Il card. Potetti ha celebrato una messa in suffragio: tra i presenti, Fon. Piccoli e il sindaco di Roma - L'invito del Papa a pregare per le vittime del terrorismo ROMA — Via Fani, due anni dopo. L'eccidio dei cinque uomini della scorta e il rapimento del presidente democristiano avvenuti il 16 marzo 1978 sono stati ricordati ieri in numerose cerimonie pubbliche. Nella basilica dell'Aracoeli il cardinale vicario di Roma, Ugo Poletti, ha celebrato una messa di suffragio. Con il presidente della de, on. Piccoli, e con i ministri Signorello e Morlino erano presenti numerosi parlamentari democristiani e rappresentanti del Consiglio regionale. Per il Comune di Roma erano presenti, con numerosi esponenti democristiani e di altri partiti, il sindaco Petroselli e l'assessore Vetere, entrambi del pei. Al Vangelo il card. Poletti ha accomunato in un ricordo pietoso «tutte le vittime del terrorismo, senza distinzione di parte, di qualificazione o di diverse responsabilità». Subito dopo, il porporato ha esortato i fedeli a fare un esame di coscienza «per le gravi responsabilità che ci incombono a livello personale»; nella famiglia «quando si indulge alla violenza appena concepita», nella scuola «quando la si strumentalizza a fini di parte», nel mondo giovanile che viene •emarginato dalla droga», nel mondo del lavoro e nella vita sociale «sempre più impoverita da ignavia». Queste considerazioni dobbiamo porle dinnanzi a noi stessi, ha concluso il cardinale vicario, affinché dall'emendamento personale possa scaturire la corresponsabilità comune nella costruzione di un mondo finalmente diverso. Moro e la strage di via Fani sono stati ricordati anche dal Papa, nel suo domenicale incontro con i fedeli per la recita dell'Angelus. Piazza San Pietro era affollata da più di trentamila persone. «L'impressione di raccapriccio, suscitata negli animi in quella circostanza, viene accresciuta dai tanti, dai troppi fatti di sangue che hanno successivamente funestato varie città d'Italia e in particolare la nostra amata Roma». Cosa si può fare per frenare l'onda dilagante di questa follia omicida? «Il cristiano ha una sua risposta: pregare ed amare — ha proseguito il Papa. — L'odio genera morte. Solo dall'amore può venire la vita. Preghiamo, dunque, per tutti: per le vittime e per i loro famigliari, per i responsabili della società civile e per i tutori dell'ordine, per i terroristi e per i loro fiancheggiatori. Preghiamo, in particolare, per quanti sono presi dalla tentazione dello scoramento e dell'angoscia di fronte agli abissi della malizia umana. Il Signore confermi nei nostri cuori la certezza che la vittoria definitiva è riservata all'amore». Aldo Moro e gli agenti del¬ la sua scorta sono stati commemorati, anche nella riunione del Consiglio comunale della capitale, con un discorso del sindaco Petroselli a cui ha fatto seguito un minuto di raccoglimento. In precedenza Petroselli aveva deposto una corona d'alloro in via Fani, sul luogo dell'agguato, e un'altra corona in via Caetani, dove è stata ritrovata la Renault rossa con il corpo senza vita di Aldo Moro. In via Fani fin dalle prime ore del giorno moltissime persone hanno sostato dinnanzi alla lapide che ricorda le vittime, deponendo mazzi e cuscini di fiori. Oreste Leonardi, il maresciallo dei carabinieri che ha accompagnato Moro per molti anni e guidato la sua scorta, è stato commemorato a Traversara di Bagnacavallo (Ravenna), suo paese natale. Alla sua memoria, già onorata con una medaglia d'oro, è stata intitolata la scuola elementare in cui Leonardi è stato alunno. Nella commemorazione fatta a Cesena dall'on. Oddo Biasini, della direzione del pri, possiamo ravvisare i dubbi e le perplessità che continuano a turbare l'opinione pubblica. «A due anni dalla più tragica vicenda della nostra storia repubblicana, pesa sulla coscienza di tutto il Paese, ed in particolare su quella della classe politica, il ricordo di un evento ancora circondato da ombre inquietanti: sul Par¬ lamento e sulla magistratura incombe l'impegno del massimo sforzo per la ricerca della verità». A due anni da quei giorni tragici la verità è ancora assai lontana. Le fasi più salienti delle indagini della magistratura sono state sottolineate da cinque 'blitz»: 1) La scoperta della base di via Gradali e della tipografia di via Pio Foà a Roma, con l'arresto di Triaca, Spadaccini, Lugnini, Mariani e Marini (18 aprile-18 maggio 1978) : 2) L'arresto a Milano di Alunni, Azzolini e Bonisoli (autunno 1978); 3) Arresti del 7 aprile 1979 a Padova, con la successiva inclusione di Negri, Piperno e Pace nell'inchiesta (primavera-estate 1979) ; 4) Gli arresti a Roma di Morucci, Faranda e Gallinari (maggio-settembre 1979); 5) I recenti arresti di Peci e Micaletto a Torino (febbraio 1980). Le persone coinvolte nella strage sono 23 ma quelle per le quali il sostituto procuratore Guido Guasco ha chiesto II rinvio a giudizio sono soltanto 13; per le altre 10 ci sarà un supplemento d'indagini. Con ogni probabilità il processo prenderà il via in autunno. Il bilancio dell'impegno del Parlamento è ancora più amaro. La Commissione di inchiesta non riesce a decollare, come dimostrano le recenti vicende delle dimissioni dei suoi membri. Bruno Ghlbaudi