II Papa: «La Schild è libera Rilasciate anche la figlia!»

II Papa: «La Schild è libera Rilasciate anche la figlia!» II Papa: «La Schild è libera Rilasciate anche la figlia!» La notizia fino a ieri era stata tenuta segreta - Da otto settimane la famiglia inglese non ha più contatti con i rapitori sardi ROMA — Giovanni Paolo II, dalla finestra del suo studio privato, davanti alla folla riunita in piazza San Pietro, ha rivolto ieri un appello ai rapitori di Annabella Schild, la ragazza inglese di quindici anni sequestrata con il padre e la madre il 21 agosto dello scorso anno in Sardegna. Non è la prima volta che il Papa pronuncia un simile appello, ma, questa volta, Giovanni Paolo II non si è limitato a chiedere la liberazione dell'ostaggio. Ha anche rivelato che la madre di Annabella Daphne, è stata rilasciata otto settimane fa. Nessuno, finora, aveva diffuso questa notizia. •Da etto settimane — ha detto il Papa — Annabella Schild è rimasta sola nelle mani dei rapitori, dopo che questi hanno liberato anche la mamma. E', questa, una notizia che ho appreso direttamente dalla famiglia, e che rivelo con il suo consenso. Tutti comprendiamo che l'ansia è ormai insostenibile! Auspichiamo che i rapitori vogliano finalmente avere pietà di quella povera creatura e prendere in considerazione l'indicibile sofferenza dei genitori. Dimostrando Annabella Schild senso di pietà, non protraggano più a lungo questo strazio, questo tormento, questa angoscia. Lo chiedo — ha concluso — dopo aver invocato la Madonna, nostra madre comune. Io spero ardentemente che questo mio appello non cada inascoltato*. L'intervento del Papa lascia intendere, una volta di più, quanto sia drammatica la situazione della giovane rapita. Il padre di Annabella, Rolf Schild, rilasciato il 5 settembre proprio per permettergli di procurarsi il denaro del riscatto, non riesce più a mettersi in contatto con i sequestratori. Ha raccolto, fra amici e parenti inglesi, altri duecento milioni, ma i rapitori non si sono più fatti vivi. Il silenzio è tanto più inquietante se si pensa che la famiglia Schild ha rispettato alla lettera le imposizioni dei banditi. Quando hanno liberato Daphne, otto settimane fa, hanno preteso che la notizia rimanesse segreta. E cosi è avvenuto, con l'avallo sia dei giornalisti sia degli inquirenti. Ma tutto è risultato inutile. Per questo i genitori di Annabella hanno adesso deciso di rivolgersi al Papa. E' un tentativo disperato, forse l'ultimo, per risolvere un sequestro che ha presentato, fin dall'inizio, caratteristiche anomale. Da quando i tre Schild furono prelevati mentre tornavano nella loro villa sulla costa nord-orientale della Sardegna, le voci e le notizie sul loro rapimento non hanno fatto altro che accavallarsi. Qualcuno, all'inizio, ipotizzò addirittura che la vicenda fosse legata ad un crack finanziario o ad un episodio di spionaggio industriale (Rolf Schild è ingegnere elettronico). Le illazioni cessarono proprio dopo la liberazione di quest'ultimo. «Non ho mai visto un ostaggio ridotto in condizioni così pietose* disse uno degli inquirenti. Anche la madre di Annabella era in grave stato confusionale al momento del suo rilascio, avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 gennaio nelle campagne di Bottlda. Sono fatti, questi, che dimostrano la brutalità dei rapitori e che contribuiscono ad accrescere i timori per l'incolumità della ragazza. Già due volte, nel corso delle trattative, gli intermediari della famiglia Schild sono stati picchiati. I banditi sono perfino giunti al punto di bruciare trenta milioni perché «Io cifra era troppo esigua». Rolf Schild, finora, ha già versato più di mezzo miliardo. Ora è disperato. Anche perché gli inquirenti hanno molti rimproveri da muovere al modo con cui è stata condotta fin dall'inizio questa vicenda. «Se il signor Schild—dicono—avesse deciso di collaborare, forse non ci troveremmo con le mani legate'. -co/vs'e. cne Moki SI A\&rrofJO £>'ACCOCCO pee il. <&ove»oo ?/ um Au.iB©vroee (Cavallo) Una rivelazione e un appello di Giovanni Paolo H

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