Per II dopo Cossiga è In arrivo Craxi? di Luca Giurato

 Per II dopo Cossiga è In arrivo Craxi? Per II dopo Cossiga è In arrivo Craxi? Il leader socialista potrebbe guidare un pentapartito aperto a sinistra sul programma - Ma c'è anche chi fa l'ipotesi di un monocolore de, con alcuni repubblicani e liberali ROMA — Tra oggi e domani, Cossiga si reca prima in Quirinale, poi dai presidenti delle due Camere per stabilire tempi e modi del dibattito parlamentare con cui si aprirà la crisi di governo. Il presidente del Consiglio, oltre cne politico esperto, è un fine giurista; per una circostama quasi inedita nella storia della Repubblica come una crisi in Parlamento intende però consultarsi, anche se in via del tutto in/ormale, con le massime cariche dello Stato. Ora, il «nodo» dovrà essere sciolto, anche formalmente, prima di mercoledì, quando Cossiga si recherà in Parlamento (alla Camera o al Senato?) per una fiducia che verrà concessa solo dalla de, dal psdi e dal pli. Qualcuno pensa che il presidente, al punto in cui stanno le cose, voglia evitare il voto finale, che provocherebbe una spaccatura ufficiale tra i partiti proprio alla vigilia di una crisi tra le più difficili I fautori di questa tesi pensano che il presidente farebbe meglio a recarsi in Parlamento, leggere un rap¬ porto sull'azione e sugli obiettivi del •tricolore' dc-psdi-pli e, udite le dichiarazioni di sfiducia del psi e del pri (che appoggiavano il suo governo con l'astensione), recarsi subito in Quirinale per le dimissioni. Qualcun altro si dice invece convinto che «una volta che un governo ce l'ha fatta a venire in Parlamento per una crisi, è meglio andare sino in fondo, e far scoprire ufficialmente le carte a chi ha deciso di votare contro». Dal punto di vista costituzionale, quest'ultima tesi è ineccebile. Ma, visto che il •dialogo' dovrà subito riprendere proprio con il pri e il psi (partiti-chiave per la soluzione della crisi), tanta ufficialità è proprio indispensabile? Molto più tardi, forse neppure per le elezioni amministrative di maggio, sapremo invece quale governo guiderà il Paese. Craxi punta a un esecutivo a cinque, aperto a sinistra sul programma, da lui diretto. «Una situazione politica — ha detto ieri a Milano — che possa valere per l'intera legislatura non può prescindere da un impegno diretto di governo del psi». E ancora: «Non c'è una disponibilità socialista per grigie operazioni moderate». A bongo (segretario del psdi) andrebbe bene, anche se, maliziosamente, afferma che, alla fine, la de sceglierà un «monocolore etichettato con qualche grazioso neologismo». Al di là delle battaglie che Craxi si appresta a sostenere già dal Comitato centrale socialista di giovedì (autorevoli esponenti della sinistra sono contro il pentapartito) quella del •monocolore' è la soluzione (ovviamente precaria) che i leaders politici, soprattutto in via confidenziale, ipotizzano come la probabile. Non sarebbe, però, un •monocolore' puro, cioè di soli de. C'è chi lo vede con qualche piccola •verniciatura' repubblicana e liberale, anche se, per simili •disegni», Spadolini e Zanone non sembrano orientati a prestare né tinta né pennelli. E c'è chi lo vede come un •monocolore' di affari, infarcito di tecnici di ogni area politica, 'garantito' dal Presidente della Repubblica. Non si esclude, comunque, che, dopo una serie di tentativi, ancora una volta un governo dimissionario e minoritario (il tricolore Cossiga) guidi il Paese sino alle eiezioni. Tra tante ipotesi, una sola certezza: è vero che il •nodo» della crisi, come dice Galloni, è nel psi; ma solo il «nodo» iniziale; quello finale andrà infatti cercato, e con molta fatica, nella de. Dal partito di maggioranza relativa le notizie non sono buone: si è aperta una dura polemica tra vincitori e vinti del congresso. Galloni e Bodrato, della minoranza, hanno attaccato a fondo, l'altro giorno in direzione; sostengono che la nuova •leadership' vuol demolire la politica di solidarietà nazionale senza avere valide soluzioni di ricambio per nessuno e, tan to meno, per la de. Ieri, il presidente del partito, Forlani, ha replicato agli attacchi. «Non vedo come si possa dire che la de si è cacciata in un vicolo cieco con le sue decisioni congressuali — afferma Forlani —, quando si ritiene che non esistono le condizioni per un governo insieme ai comunisti e i comunisti decidono di opporsi a qualsiasi governo che non li comprenda, ogni indirizzo che divarichi le posizioni .della de rispetto al psi e agli' altri partiti democratici era e resta, allo stato delle cose, senza sbocco». Luca Giurato

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