Svenimenti all'inaugurazione con il «Fantasma dell'Opera»

Svenimenti all'inaugurazione con il «Fantasma dell'Opera» Oltre 60 anni di attività della sala distrutta Svenimenti all'inaugurazione con il «Fantasma dell'Opera» Singolare coincidenza: anche l'ultimo film proiettato sabato sera era del filone dell'orrore - Il locale era ancora come fu costruito nel '26 La denominazione iniziale del cinema Corso fu •Cinepalazzo», datagli dal suo primo gestore, avvocato Livio Pugliese, nel 1926. Il nome venne cambiato, col mutamento di gestione, nel 1935. Film inaugurale fu un horror diventato classico nel genere: Il fantasma dell'Opera di Rupert Julian, con Lon Chaney, Mary Philbin, Norman Kelly: una vicenda gremita di effetti terrificanti dei quali il più agghiacciante era quello affidato a Mary Philbin che, spaccando la maschera ricoprente il volto del fantasma, metteva allo scoperto un teschio orrendo. Il film era muto, ma il maestro Eugenio Tironi, direttore della grande orchestra del Cinepalazzo, aveva predisposto un calcolatissimo effetto sonoro in coincidenza con l'allucinante effetto cinematografico: lo sbigottimento in sala fu tale da provocare svenimenti autentici tra il pubblico accorso al • gala- inaugurale, dove tra gli invitati c'era il Duca d'Aosta. Singolare coincidenza: se un horror fu il primo film apparso sullo schermo del grande cinema ieri distrutto dalle fiamme, un'altra pellicola d'ugual genere, Hamyti■ ville Horror, è stata quella che ne ha drammaticamente conclusa l'attività ultrasessantennale. Iniziato a costruire intorno al 1923 sull'area prima occupata da un vasto giardino, il Cinepalazzo, poi cinema Corso, ebbe come progettista llng. Vittorio Bonadè Bottino, coadiuvato dagli ingg. Vezzone e Canavero. Tipico esempio di architettura dell'epoca, il locale non venne mai strutturalmente modificato ed era tuttora, sotto ogni aspetto, una tra le più efficienti sale cittadine. In Torino se ne sentirà vivamente la mancanza. Dopo l'iniziale gestione Pugliese nella quale confluivano anche gli interessi della società ^Edilizia Piemontese» allora proprietaria dello stabile, il Cinepalazzo, mutando di conduzione (affidata alla • Cinestampa»), cam- blò anche di nome, assumendo quello attuale. Successivi mutamenti di gestione avvennero nel 1937, allorché il Corso diventò il maggior locale torinese del circuito Enic, in sostituzione, come cinema d'alto prestigio, del demolito Salone Ghersi, che l'anno prima era stato forzatamente sacrificato alle esigenze del piano regolatore della nuova via Roma. Attualmente la gestione del Corso era affidata alla Ciac, che lo aveva rilevato dall'Enic poco meno di vent'anni fa. Lunghissimo sarebbe l'elenco dei grandi film che a Torino ebbero la loro prima visione nella distrutta sala di corso Vittorio angolo via Carlo Alberto: tra i moltissimi ne vogliamo citare alcuni il cui ricordo non è spento in coloro che li videro in anni lontani oppure vicini; La carne e il diavolo e Anna Karenina entrambi con Greta Garbo e John Gilbert; Gloria con Edmund Love e Victor McLaglen, Settimo cielo con Janet Gaynor, Il principe consorte con Afaurice Chevalier e Jeanette MacDonald, Tempi moderni con Charlie Chaplin, Le sei mogli di Enrico Vili con Charles Laughton, Venere bionda con Marlene Dietrich, La carica dei Seicento con Errol Flynn, Ombre rosse con John Wayne, Enrico V con Lawrence Olivier, A qualcuno piace caldo con Marilyn Monroe, 007 Licenza di uccidere, Dalla Russa con amore, Missione Goldfinger con Sean Connery. a.vald.

Luoghi citati: Aosta, Torino