Il cinema Corso non esiste più: l'ha distrutto un immane rogo divampato vicino allo schermo

Il cinema Corso non esiste più: l'ha distrutto un immane rogo divampato vicino allo schermo L'incendio alle 3,30 di ieri, provocato forse dal surriscaldamento di un trasformatore: oltre 5 miliardi i danni Il cinema Corso non esiste più: l'ha distrutto un immane rogo divampato vicino allo schermo I muri sono rovinati nel sottostante dancing Castellino e hanno sfondato la galleria del Nazionale - Della vecchia e prestigiosa sala cinematografica non è rimasto che lo scheletro dei muri perimetrali - 65 vigili del fuoco hanno lavorato fino all'alba - Terrore tra gli inquilini delle case vicine; nessun ferito - Il direttore in lacrime: "Non verrà più ricostruito" □ cinematografo Corso, una delle più vecchie e prestigiose sale di proiezioni torinesi, non esiste più. Un incendio divampato nelle prime ore di ieri l'ha completamente distrutto facendone crollare i muri che sono rovinati nella sottostante sala da ballo Castellino. Una parte dello schermo è precipitata nella galleria del Nazionale, sfondandola. La causa dello spaventoso rogo non sarebbe dolosa. Dove c'era la sala cinematografica è rimasta soltanto una voragine con pilastri e solette di cemento armato ammucchiate sul fondo. Lo scheletro dei muri perimetrali, non più sorretti dal tetto, completamente crollato, e in parte cotti dal rogo è pericolante e dovrà essere abbattuto. L'incendio è scoppiato verso le 3,30 di ieri dopo aver covato per alcune ore. Quando sono arrivati i vigili del fuoco tutto era in fiamme. Il fuoco minacciava anche i due stabili di corso Vittorio 48 e via Carlo Alberto 65 adiacenti alla sala cinematografica: cinque piani di abitazioni e uffici, fra cui due pensioni. Un centinaio di persone hanno rischiato di morire nel sonno. Tutti sono scesi precipitosamente in strada con il cappotto sul pigiama e la camicia da notte e proteggendosi il viso con asciugamani e fazzoletti bagnati. Intanto il fuoco si era prò-' pagato al tetto dell'edificio prospiciente a corso Vittorio e 1 vigili hanno dovuto spostare le tegole di copertura e spegnere dall'alto le fiamme che stavano incenerendo le travi di sostegno. Sono stati impegnati tutti i vigili del fuoco reperibili in città e anche 1 volontari della provincia. 65 uomini con 11 autopompe, due autoscale e il nuovo mezzo tridimensionale con la navicella spostabile. I vigili volontari di Grugllasco sono stati chiamati per presidiare la caserma di Borgata Lesna rimasta vuota; quelli di Chieri la caserma di Stura e i colleglli di Riva a sostituire l'organico della direzione centrale di corso Regina Margherita. Il distaccamento volontario di Rivoli ha partecipato direttamente all'opera di spegni-: mento. il comandante Lazzaretto, ieri a mezzogiorno, quando i focolai erano tutti spenti, ha raccontato: «La prima segnalazione parlava del negozio di impermeabili New Orleans. Soltanto quando la prima squadra è arrivata sul posto ci si è accorti che si trattava del Corso. E' stato un incendio di deflagrazione. Il fuoco, per mancanza di circolazione d'aria, ha covato a lungo aumentando la temperatura e poi è esploso con la rottura delle vetrate. Per evitare che il fuoco si propagasse alle case vicine, all'inizio abbiamo dovuto operare con la maschere cercando di tenere le porte socchiuse*. Gli inquilini dei due stabili si sono accorti dell'incendio solo quando hanno sentito le sirene. La portinaia di via Carlo Alberto, Maria Diminch, 52 anni, che abita al-, l'ultimo piano, quando ha visto l'alloggio saturo di fumo ha pensato che uno dei due figli (Walter di 23 anni e Maurizio di 18) avesse dimenticato la sigaretta accesa. L'altra portinaia di corso Vittorio è stata svegliata dal rumore del portoncino sfondato dai vigili del fuoco. I clienti delle due pensioni «Casa Mia» e «Dei Corso»,' una quarantina di persone, sono stati messi in allarme dal rispettivi gestori. La sede dell'editrice Etas tempo libero, al terzo plano di via Carlo Alberto, è rimasta in- tatta, ma una parte dell'archivio è crollata. Alla vista del disastro sono scoppiati a piangere il direttore del Corso, Marco Muraglia, 56 anni; l'operatore della sala di prolezione, le maschere, 11 geometra Ivo Carrara, 54 anni, gestore, con i fratelli Messe, della sala da ballo Castellino. Ricorda Carlo Muraglia: •/eri sera, dopo l'ultima proiezione, come sempre, abbiamo fatto un giro d'ispezione io, il macchinista e una maschera. Eravamo molto attenti perché dopo gli incendi dolosi a due sale di Ro¬ ma avevamo motivo di essere preoccupati. Tutto era a posto. Alla mezza ho chiuso le porte di sicurezza staccando la corrente e sono uscito. Alle 5 mi hanno avvertito. I manifesti dell'ultimo film in programma, «Amitille Hor-. ror», con l'incendio della casa maledetta, hanno il sapore ora di un macabro presagio». E' difficile che il locale sia ricostruito. Dice 11 direttore: «Fino a 15 anni fa, quando le sale davano buoni guadagni, un'eventuale ricostruzione sarebbe stata possibile. Adesso no. Il Corso, dopo oltre cinquantanni di programmazioni, è finito». I vigili già ieri in mattinata hanno permesso agli inquilini di rientrare nei loro alloggi. La Sai, proprietaria di tutto l'edificio, ha fatto compiere una prima valutazione del danni che superano 1 cinque miliardi. E' esclusa l'ipotesi del dolo. Il focolaio iniziale sarebbe stato individuato vicino allo schermo. Forse il surriscaldamento di qualche trasformatore di lampade al neon o il mozzicone di una sigaretta gettato via incautamente da qualche spettatore ha provocato l'immane rogo. Alessandro Rlgaldo I vigili del fuoco spengono gli ultim

Persone citate: Alessandro Rlgaldo I, Carlo Muraglia, Castellino, Ivo Carrara, Lazzaretto, Marco Muraglia, Messe, Riva

Luoghi citati: Chieri, Rivoli